Il digestivo: Big Little Lies - Stagione 1

Immagine promozionale di Big Little Lies
Il digestivo: Big Little Lies - Stagione 1

Ci siamo appassionati a questa serie. Abbiamo aspettato fremendo che l'episodio settimanale andasse in onda, bruciando dal desiderio di conoscere i succosi sviluppi della vicenda. E così, di volta in volta, ci siam scritti, ci siam confrontati, abbiam dibattuto. È per entrambi indiscussa la bellezza ma pur amandola allo stesso modo, abbiamo opinioni finali del tutto personali. Ed eccole di seguito.

Qual è il tuo personaggio preferito?

Giulia

Chi mi conosce un minimo sa che reazione posso aver avuto quando mi è stato detto esce una serie con Nicole Kidman. Spasmi, enfasi, gioia incontrollata, gridolini, capriole, evviva. Quindi chiedermi il personaggio preferito è come invitare un’oca a bere anche se in realtà è veramente difficile scegliere. Solo che poi è sempre il cuore che decide e quindi scelgo Celeste. Potrei stare ore e ore a tediarvi parlando del mio amore smisurato per Nicole, ma voglio risparmiarvi.

Celeste è una donna fragile che si nasconde dietro l’apparente perfezione della sua vita. Algida e dalla pelle di perla, mostra la sua corazza alle amiche per poi ritrovarsi sola sul pavimento del bagno dopo che suo marito Perry l’ha riempita di nuovo di botte. È una di quelle donne che spesso viene facile criticare perché incapaci di mettere fine a una relazione tossica. Il personaggio è costruito in modo perfetto ed è splendido vedere come riesce ad evolvere nel corso della storia. Attraverso gli occhi di Celeste vediamo un mondo che, purtroppo, non è così lontano e che fa paura. Quella di Nicole è un’interpretazione veramente intensa che riesce a trasmettere tutto il dolore e la tensione, visibile in ogni nervo teso del suo corpo ad ogni confronto violento con il marito. Ammetto di aver provato paura e fastidio ad ogni scena di violenza.

Stefano

Sfortunatamente per me tutte le donne di questa serie sono splendide, le performance ineccepibili rendono impossibile scegliere sulla base della bravura di chi ne veste i panni. Dal punto di vista della storia però credo che il personaggio che presenta la maggiore sfida intepretativa sia quello di Madeline. Il personaggio di Reese Witherspoon è essenzialmente una bomba di contraddizioni, che non prende nulla alla leggera e travolge tutto e tutti al primo segno di instabilità. Ma questa sua alta infiammabilità è essenzialmente dovuta alle sue insicurezze e fragilità, che la rendono — meramente dal punto di vista dello spettatore — buffa se non comica. Madeline non solo funge poi anche da collante tra le altre due protagoniste, ma si ritrova ad abbracciare simultaneamente dramma e comicità. Particolarmente esemplificativa mi sembra quella scena in cui durante una cena le viene comunicato che la figlia ha intenzione di mettere all’asta la verginità per scopi umanitari e Madeline sopraffatta dallo shock inizia a vomitare sulla tavola e gli altri commensali.

Se ce ne fosse l'opportunità, auspicheresti una seconda stagione di Big Little Lies?

Giulia

Vorrei tanto dire sì perché di serie così ben fatte e coinvolgenti non se ne ha mai abbastanza. Ahimè dico no, perché trovo che lo sviluppo e il finale siano perfetti così e forzando il continuo di una storia evidentemente chiusa si rischia di rovinare tutto — poi ok, se mi dite che ci sarà una seconda stagione la reazione sarà sempre la stessa: gridolini e lacrime di gioia. Big Little Lies è una produzione che trovo di altissimo livello e non solo per il cast pazzesco, ma anche per il montaggio sonoro e le scelte di regia legate a quest'ultimo. Se ripenso alla scena in cui si alternano immagini di violenza e onde che vigorose si infrangono sugli scogli — senza dire altro per non cadere nello spoiler — ho ancora i brividi. Però ammetto che mi piacerebbe una struttura alla American Horror Story: stesso cast, stessa regia, storia nuova con personaggi nuovi.

Stefano

Nonostante il regista abbia escluso qualsiasi possibilità, la vorrei ardentemente. Naturalmente per il cast stellare, per le eccellenti performance ad ogni singola puntata, la fotografia spettacolare, per la colonna sonora curatissima ed in secondo luogo perché un gruppo così eterogeneo di donne costituiscono fondamentalmente una miniera di storie che varrebbe la pena di raccontare. È vero che questo finale è perfetto. Ma lo è per questo arco narrativo. Nulla teoricamente vieterebbe di estendere la storia con eventuali nuovi personaggi e concepire un nuovo finale perfetto, d’altronde non sarebbe certo un caso unico: Once Upon A Time usa i personaggi delle favole e crea nuovi intrecci sulla base di storie scritte nella pietra delle tradizioni la cui conclusione è per definizione perfetta. Se una serie di quel calibro ha riscosso molto successo in America — soprattutto nelle prime stagioni — per quale motivo non dovrebbe essere possibile vedere queste donne esser portate alla vita una seconda volta?

Parafrasando, qualche testata ha liquidato Big Little Lies come una serie sui problemi dei ricchi, quanto accurata credi che sia questa definizione dopo il finale?

Giulia

Una serie può piacere o meno, ma liquidarla come una serie sui problemi dei ricchi è a dir poco vergognoso. Puoi dire che i personaggi sono stereotipati — e non è vero — ma non che sia sui problemi dei ricchi. Big Little Lies parla di temi attuali che vanno oltre la contestualizzazione: bullismo, violenza domestica, stupri, tradimenti, conflitti genitori - figli adolescenti, rivalità fra donne. È forse vero che le donne di ceto medio non vengono picchiate o stuprate? Eddai su. Parla di donne e dei loro caratteri diversi, di situazioni familiari e di sentimenti. Avrebbe funzionato ugualmente se al posto delle ville lussuose ci fossero state capanne in mezzo a un bosco. Penso che la scelta di utilizzare un contesto lussuoso sia più mirata a far risaltare il fatto che, nonostante la perfezione apparente, si possa soffrire e lottare per i propri diritti e per sanare i propri problemi. E il tema centrale di questa serie sono le donne non i ricchi. Le donne e la loro vita poliedrica, le loro mille sfumature e quella solidarietà che è insita in ognuna di loro e che, spesso, riesce ad andare oltre all’invidia e la rivalità che si crea in determinate situazioni che prescindono dal ceto sociale.

Stefano 

Credo che chiunque scriva un articolo di critica debba fare innanzitutto due cose: vedere gli episodi fino alla fine senza eventualmente recuperare la trama da altri articoli e, soprattutto, mettere in moto il cervello. Nell’immaginario comune le persone facoltose son quelle che hanno meno problemi di tutti e, forse, narrativamente parlando ha senso sfruttare questo preconcetto da un lato per spingere l’audience a chiedersi quali difficoltà possano mai avere queste donne, dall’altro è utile ai fini della storia affinché le varie parti in causa possano mettere su quel velo di perfezione che impedisce ad ognuna di confessare i propri problemi alle altre e giungere troppo prematuramente alla conclusione. Big Little Lies è in definitiva una storia che racconta di abusi: di un marito che picchia la moglie, di un bambino che bullizza una sua compagna, di stupro, di tradimento, vale a dire tutte cose che sarebbero potute essere raccontate prescindendo dalla condizione economica dei personaggi coinvolti ed altresì una storia di coraggio e solidarietà, che vede questo gruppo di donne mettere da parte le proprie personali animosità, farsi collettivamente carico dei problemi di una e metter su un fronte comune.

Queste sono le nostre opinioni, ma non mancare di farci sapere quello che pensi nei commenti!

© Giulia Cristofori, Stefano Pastore

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