American Gods, il pilot.

American Gods, il pilot.
American Gods, il pilot.

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Pomeriggio del primo maggio, interno giorno.
4 coraggiosi hanno appena finito di guardare l'episodio pilota di "American Gods", serie TV di Bryan Fuller e Michael Green tratta dall'omonimo gigantesco romanzo di Neil Gaiman e disponibile in Italia su Amazon Prime Video.
L'aria è carica di tensione: questo primo episodio sarà piaciuto a tutti? Cosa ne pensano i nostri eroi? Cosa è successo nei 60 minuti appena trascorsi?
Ecco le risposte, in ordine vario ed eventuale. 

Partiamo con l’ultima domanda: cosa è successo nei 60 minuti di episodio pilota?
La risposta non è del tutto chiara, c’è chi dice “niente” e c’è chi dice che qualcosa è successo ma non è chiaro.


La prima puntata va di pari passo con i primi due primi capitoli del libro, in maniera quasi fedele, solo che "American Gods" non è proprio un romanzo come tanti altri, perché in realtà è un gigante della letteratura contemporanea, con una poesia e un immaginario che creano suggestioni difficili da trasportare sul piccolo schermo.
A livello visivo, per fortuna, il lavoro viene fatto in maniera eccellente: fotografia, colori, inquadrature, immagini, visioni e sogni diventano reali e quasi bucano lo schermo.
La scena che più rimane impressa e che aiuta a comprendere la precisione e la perfezione della parte visiva è quella della dea Bilquis, che - vestita di rosso - incontra un uomo conosciuto su internet per farne il suo sacrificio. Dopo essere entrati in una camera da letto completamente rossa dal soffitto al pavimento, preparata con candele e statue votive, hanno un rapporto sessuale che ha un po’ dell’animalesco, soprattutto dopo che lei gli ordina di venerarla pronunciando il suo nome e l'uomo, dapprima intimidito, si lascia andare a una serie di frasi rituali che letteralmente ingigantiscono di piacere la dea, fino a permetterle di inghiottirlo nella sua vagina.
Una scena difficile da immaginare creata con attori reali, che però riesce benissimo e forse è la migliore di tutto il pilot. 

Quindi? Cosa manca in questa prima puntata? Quello che manca al resto del pilot è un ritmo coinvolgente, un qualcosa che tenga attaccati alla sedia e che in questi 60 minuti, purtroppo, non arriva mai: non ci sono presentazioni ben definite, i personaggi sono buttati lì in maniera un po’ confusionaria, manca totalmente l'atmosfera che invece ci aspettavamo tutti, amanti del libro e non e, cosa ancora peggiore, sembra che i creatori dello show abbiano voluto semplicemente autocelebrarsi dimenticandosi che sì, vanno bene gli effetti speciali e le scene a rallentatore e le secchiate di sangue, però bisogna metterci anche della sostanza, altrimenti non rimangono neanche gli occhi per piangere.

Vedremo se nelle prossime puntate faranno la magia che è completamente assente in questo primo episodio, nonostante un cast che vanta nomi come Ian McShane nei panni di Mr Wednesday, Pablo Schreiber in quelli di Mad Sweeney, Emily Browning come Laura Moon e il protagonista Shadow Moon interpretato da Ricky Wittle, anche se ad essere sinceri, lui non è stato particolarmente espressivo. Però al momento non è abbastanza per avere un pilot che invogli a proseguire con la visione.

Ma ora voi lettori direte “Oh, tutto sto pippone e poi il voto è 3 su 5?”. Ebbene sì, il voto è 3 su 5 perché visivamente è una figata pazzesca e quel punto in più se lo merita tutto.

© Fiorella Vacirca

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