#crunch205 | Fergolina

#crunch205 | Fergolina

“A furia di raccontare le sue storie, un uomo diventa quelle storie." Bigfish


Ciao Alessia e benvenuta tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo? 
Credo che il disegno abbia sempre fatto parte della mia vita. Da bambina osservavo mio padre mentre disegnava personaggi dei classici Disney e anche se il suo era un semplice hobby per me significava molto di più. Volevo imitarlo, rubavo la sua scatola di pastelli, imbrattavo con degli improponibili scarabocchi le pareti della mia cameretta solo perché trovavo curioso ed affascinante poter, in qualche modo, dare una personalissima interpretazione ai personaggi dei cartoni che più amavo.


Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?

Il rapporto che un autore ha con quello che crea. Quando disegno riesco ad empatizzare con i personaggi, gli oggetti, tutto quello che in quel momento sta prendendo vita su un foglio. È come creare un mondo diverso, a volte anche più bello di quello vero e, pur restando con un piede nella realtà, mi ci perdo. Credo che questa sia una regola (chiamiamola così) fondamentale per chi crea qualcosa, che sia anche un film, un libro, una canzone: credere nel proprio lavoro per far sì che ci creda il prossimo.


Nei tuoi lavori si nota la presenza familiare e costante della biro, uno strumento tanto comune quanto ingiustamente considerato poco adatto all’ambito artistico. Che rapporto hai con questo strumento spesso considerato soltanto nel suo utilizzo più immediato e privo di fantasia?

Un rapporto semplice e diretto. Ho sempre pensato che se si ha qualcosa da dire non è necessario farlo con mezzi elaborati e costosi. Se qualcuno è in grado di creare qualcosa di riconoscibile, personale e gradevole agli occhi può farlo anche con una semplicissima penna. Per me è un contatto diretto con quello che sto creando, è un modo “romantico” perché penso che quattro su cinque sensi (almeno i miei) godano nel momento in cui si crea: udito, il suono del mezzo sul foglio; vista, seguire dal primo all'ultimo tratto; olfatto, l'odore dell'inchiostro; tatto, sfiorare il foglio e poter sporcarsi il dorso della mano. Ad usare la biro per creare in realtà siamo in tanti e, a quanto pare, non è tanto priva di fantasia. Ricordiamoci anche che da una biro sono nati grandi romanzi e grandi canzoni, non solo calcoli strampalati durante le ore di matematica. 


C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?

In ambito artistico credo che due persone siano state di particolare spunto e ispirazione per me, pur lavorando a cose diverse: Henri de Toulouse-Lautrec​ e Woolie Reitherman. Personaggi così distanti ma che hanno sempre suscitato tanto fascino. Il primo piacevolmente scoperto ai tempi del liceo artistico, grazie all'amore per l'arte che la prof divulgava durante le lezioni. Un personaggio citato anche al cinema, mentre il secondo col cinema ci lavorava: ha partecipato ai film d'animazione che più amo, dando vita a personaggi che tutti conoscono, portando avanti quel suo tratto “sporco", divertente e riconoscibilissimo che studio giorno dopo giorno. Nella letteratura invece mi piace variare e spesso preferisco scegliere cosa leggere anche in base all'umore che ho mentre acquisto un libro. Chi non mi stanca mai, però, è Agatha Christie: riesce ad essere sempre brillante, ironica, deliziosamente stimolante per la mia mente.


I protagonisti delle tue illustrazioni variano a ritmo frenetico.
Dove prendi l’ispirazione per i tuoi soggetti? Sono i personaggi a imporsi o scegli tu cosa e come riportare un’idea sul foglio?
I miei soggetti sono persone che esistono nella realtà. Le incontro sul treno, al bar, per strada ed hanno tutti qualcosa di particolare che cattura la mia attenzione, poi con discrezione li osservo cercando di catturare un dettaglio che poi possa caratterizzarli e la cosa che più mi piace è non li conosco (almeno non tutti). Gli do vita con la mia (fedelissima) penna ed hanno una storia tutta loro, che quasi sicuramente non corrisponde alla realtà, ma che fa fede all'impatto che loro hanno avuto su di me. Capitano per caso davanti a me ma, anche a distanza di tempo, la mia memoria fotografica decide di aprire la sua vasta galleria e mi suggerisce alcuni dei soggetti che conserva.


Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?

La musica è una grande certezza che ho nella mia vita. Da buona musicofila comincio sempre la giornata ascoltando la mia radio preferita per essere aggiornata sulle novità e mentre lavoro ho sempre qualche disco o playlist a tenermi compagnia. Purtroppo non sapendo né suonare né cantare, quindi non potendo esprimermi in maniera diretta, un po’ di tempo fa ho deciso di dare un immagine precisa ad alcune canzoni che porto nel cuore, analizzando il testo e le sensazioni trasmesse dal pezzo per poi “interpretarle" con i miei strumenti.​


Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?

La mia mente al momento è un via vai di idee. La immagino come una grandissima redazione, degna di un film d'inchiesta, piena di telefoni che squillano, fogli svolazzanti e gente che urla appena arriva l'input per un'idea. Sicuramente, nella mia immaginaria redazione, c'è tanto lavoro anche per raggruppare le idee e sviluppare finalmente un mio racconto illustrato ma per questo c'è ancora un grande cartello con scritto “work in progress”.

Grazie Alessia e a presto!
Instagram

 

Privacy Policy