#crunch153 | Beatrice Buonaiuto

#crunch153 | Beatrice Buonaiuto

"There is a crack in everything That's how the light gets in" Leonard Cohen

Ciao Beatrice e benvenuta tra i morsi quadrati! 
Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Ciao, e grazie mille di questa bella opportunità. Ho sempre disegnato, fin da bambina. 
Posso dire di non aver mai ne' iniziato ne' smesso, anche se ci sono stati lunghi periodi nei quali, per motivi che oggi mi appaiono alquanto inconsistenti, non ho preso una matita in mano per molto tempo.
Posso dirti quindi quel che mi spinge a continuare, che è semplicemente la determinazione a non voler rinunciare al sogno di bambina, di fare del disegno, la mia vita quotidiana.


Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
Interpreto questo verso di Leonard Cohen come un invito ad avere Fede e Coraggio, anche quando sembra che tutto si stia sgretolando.
Siamo allevati nel culto del perseguire sempre il “positivo”, e quindi rifuggiamo o temiamo tutto ciò che ad una prima occhiata sembra sfavorevole, come i sentimenti o le emozioni che non collimano con una visione “di successo” della vita. Trovo che tutto questo sia semplicemente falso.
Il bene e il male, sono funzionali l’uno all’altro, se non esistesse il male, non potremmo scegliere per il bene. Sperare di epurarlo dalle nostre vite è inseguire una vacua illusione che genera solo infelicità.
Piuttosto abbracciare e trasformare le proprie tendenze, non tentando di relegarle in stanze buie o sopprimerle e diventare quindi pienamente responsabili della propria esistenza. A volte nella vita le cose migliori nascono da incidenti, malattie, brutte esperienze o clamorosi errori.
È quindi un invito a non aver paura, se ci troviamo difronte a qualcosa di apparentemente molto brutto, o drastico, o in apparente contraddizione con tutto il resto della propria vita ma ad usare i coraggio di cui ogni cuore è capace. 


Da dove viene quest’orda di adorabili ritratti felini? Chi è l’aiutante modello e com’è nata l’idea per questa serie di illustrazioni?
Come ogni idea che rischia di funzionare, è nata spontaneamente. Accade qualcosa negli intimi luoghi della creatività di ognuno, di cui non siamo consci.
Ingredienti tratti dalla vita quotidiana si mescolano insieme, e ad un certo punto, mentre affetti le zucchine in una tarda mattina d’estate, si affaccia un’ idea.
Io ho iniziato con la prima vignetta, che per qualche settimana è rimasta l’unica.
E poi piano piano hanno cominciato a sgorgare giorno per giorno. Io raccolgo e riporto per chi vuole goderne.
La mia musa è la gatta di casa, Sorcia; l’ho raccolta nel parcheggio del supermercato quando pesava forse 300gr. Ed era talmente malconcia che pure la madre l’ha scansata. L’abbiamo nutrita, curata, le abbiamo fatto da nursery e le abbiamo lasciato ciucciare i lobi delle orecchie di amici e parenti perché a lei piaceva così.
Appena ne ha avuto le forze, è balzata sul tavolo ed ha scaraventato per terra con una zampata l’unico oggetto di design che abbia mai posseduto nella mia vita, ovvero un orologio particolare, pagato pure una cifra che per il mio budget è decisamente spropositata, disintegrandolo.
Da allora non ha mai più smesso.
Credo che queste vignette servano a dare un senso a tanta cazzimma (*) che altrimenti ne avrebbe decretato il ritorno al parcheggio natio. Così almeno si guadagna da vivere.


C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Sinceramente la persona che più mi ha insegnato, nel bene e nel male, a mordere la vita è mia madre. È come se avesse il fuoco attaccato ai pantaloni.
Non si è mai fermata, nonostante tutte le difficoltà che ha incontrato, ha sempre trovato un modo per andare avanti.
Non è che si vada troppo d’amore e d’accordo, ma se c’è un termine di paragone da onorare, in termini di inarrendevolezza, è certamente lei. Ed è un record molto alto.
Hai voglia a mordere la vita...
Quanto ai miei autori di riferimento, nell’illustrazione sono Rebecca Dautremer, Quentin Greban, l’ottima Giulia Pintus, Virginia Mori, Bea Cerocchi e chissà quanti altri.
Nella pittura potrei citarne diversi, ma quello che proprio mi risuona, al quale mi ispiro e che rappresenta per me la materializzazione del concetto di pittura come io lo intendo è certamente Boldini.
Di libri ne ho letti centinaia....Mi innamoro delle storie, e di come vengono raccontate,
Per citarne qualcuno, Harper Lee, Kent Haruf, Silvana De Mari, Clarissa Pinkola Estes, Joanne Harris, Simonetta Agnello Hornby eccetera eccetera...


Nei tuoi lavori il colore è protagonista indiscusso. Come lo gestisci in combinazione con il disegno? L’idea per un’illustrazione nasce un funzione dei colori o li decidi in un secondo momento?
Il disegno viene sempre prima e non lo visualizzo mai concluso. Piuttosto cerco di definire graficamente un’idea, un’intuizione, un’illuminazione.
I colori vengono sempre dopo.
Una lotta greco-romana nel fango perché l’idea indefinita nella mia mente trovi la sua piena perfetta manifestazione nella realtà.
Non ci riesco mai, manca sempre qualcosa.
Ma come diceva il saggio: inizia, anche scaciato, ma inizia. Di tempo per aggiustare il tiro ce ne sarà.
E io inizio. 


Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
Con la musica ho iniziato seriamente a 14 anni, in un momento molto brutto della mia vita. Il gruppo che in quel momento attrasse la mia attenzione furono i Doors.
Studiai biografie e testi, imparai a memoria tutte le canzoni, le suonavo alla chitarra.
Un po’ ossessiva in effetti, ma piano piano quella dimensione ha ritrovato il suo equilibrio. Quando individuo un artista, un album, una playlist che mi risuona, per me è molto difficile cambiare. Sono una abitudinaria. La musica deve calzarmi come un guanto altrimenti diventa un fattore di disturbo che riesce a darmi fastidio come la cistite, una scarpa stretta, o le zanzare di notte.
Quando disegno mi piace moltissimo ascoltare musica. Ma se in quel momento non diventa immediatamente uno scivolo d’acqua che accompagna l’incedere, preferisco il silenzio. 


Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Sto lavorando al progetto di far diventare l’illustrazione, la mia attività principale.
E quindi proposte editoriali, portfolio, studio ed esercizio.
Devo dire che l’allenamento quotidiano fa la differenza. Infonde di per se il coraggio di proseguire, ed è gioia che fluisce.
Grazie mille a voi.

Grazie a te Beatrice, è stato un piacere conoscerti meglio.
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