Scritto da Simone Paparazzo
- Illustrato da Arianna Farina -
Brevissimo sommario sulla nascita, la vita e la fine dell’uomo che sapeva
e poteva tutto
Quando nacque, la sua famiglia fu colta alla sprovvista. «Di questi ora che ne facciamo?» era solito chiedere il padre, sventolando prima il biberon e ora i pannoloni. La madre gli rispondeva facendo spallucce e, dopo la prima e unica poppata, riprese a fumare mentre ancora si tirava il latte.
Anche il paese non sapeva bene cosa farci con questo ragazzetto che cresceva a un ritmo doppio – qualcuno azzardava triplo – rispetto ai suoi coetanei. Furono chiamati i migliori docenti della provincia per dare lezioni a lui e lui soltanto, senza che sapessero effettivamente cosa insegnargli, visto che già tutto sapeva.
La notizia arrivò a un importante funzionario dello Stato che non perse tempo e subito informò il Presidente dei paesi dell’Est.
Venne organizzata una conferenza stampa: «I paesi dell’Ovest non staranno a guardare, bisogna prepararsi a un’invasione».
La risposta del Presidente dei paesi dell’Ovest non si fece attendere: «I paesi dell’Est useranno l’uomo che sa e può tutto per annientarci, bisognerà difendersi da un attacco».
Nello scompiglio generale, l’uomo che sapeva e poteva tutto se ne andò. A piedi raggiunse una tenda nel deserto mongolo e si fermò, a pochi metri di distanza dall’ingresso, perché sapeva che nel giro di qualche istante la donna che sapeva e poteva tutto sarebbe uscita da lì. Così fu.
I due si osservarono, poi l’uomo disse: «Abbracciami».
Lei lo fece, e fu l’ultimo giorno dell’umanità.
© Racconto di Simone Paparazzo | Illustrazione di Arianna Farina | Editing di Chiara Bianchi
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