Scrittori russi – Leone Ginzburg

Scrittori russi – Leone Ginzburg

La critica è passione: ce lo insegna Ginzburg che ha portato la Russia in Italia.
Una recensione di Maria Teresa Renzi-Sepe

Questa raccolta di saggi di Leone Ginzburg – edita da readerforblind e curata da Dario Pontuale, numero 0 della collana “le polveri black edition”– è un libro da avere a portata di mano quando si leggono gli scrittori russi. Grazie a questo volume ci si addentra nelle opere di Pushkin, Gonciaròv, Gàrscin, Tolstòj, Turghénjev, Dostoevskij, Gorkij, e molto altro, attraverso stralci, dettagli, pezzi di vita personale degli autori. Lo scopo è uno solo: comprendere a fondo un’opera artisticamente parlando, e cioè capire cosa ha contribuito o meno allo slancio poetico degli autori. Di esempi tratti da questa raccolta ce ne sarebbero molti, su come l’appassionato lavoro di critica letteraria e traduzione di Leone Ginzburg, fra il 1927 e il 1942, abbia portato la Russia in Italia – e abbia lasciato una impronta indelebile. In questa sede ci concentreremo solo sugli autori più conosciuti.

Di Tolstòj, Ginzburg definisce l’opera come una volontà di comunicare la sua logica con l’arte: da questo anelito nasce Guerra e Pace. In Anna Karenina, invece, non è tanto la cosa, ma il come: come si narra un adulterio? Un romanzo semplice nella sua presunta complessità, “così comune e insignificante” come lo definisce lo stesso Tolstòj, custodisce la sua bellezza nell’onestà. Di contro alle opinioni più condivise all’epoca, Ginzburg comprende che qui la scrittura di Tolstòj non vuole essere un affresco sociale ma personale, parziale e fortemente ironico.

Di Dostoevskij analizza le corrispondenze, entrando in certi dettagli di vita coniugale e del suo processo di scrittura, tormentato e talvolta discontinuo (“Oh Sònecka! Se sapeste com’e difficile esser scrittore, cioè sopportare questa sorte! Ci credete? Io so con certezza che se per questo romanzo avessi la vita assicurata per due o tre anni, come il Turghénjev, il Gonciaròv, il Tolstòj, anch’io scriverei una cosa tale, che cento anni dopo se ne parlerebbe!”). Forte è la critica di Ginzburg al “presunto” Dostoevskij psicologo, che invece ha sempre messo in atto una introspezione costruttiva, una indagine della personalità umana a fine artistico. Ed è vero: Dostoevskij è scrittore della miseria fisica (Povera gente, 1846), poi di quella morale (L’idiota, 1869), poi di entrambe (I fratelli Karamazov, 1880). Non è positivista e neppure filosofo: parla di problemi che vive lui stesso e perciò la sua opera è contraddittoria quanto potente. Bontà e turpitudine sono presenti in egual misura nei suoi romanzi e, in egual misura, sono parte dell’autore stesso (anche Gonciaròv, per esempio, si definiva lui stesso, scrittore di tutto ciò che si “abbarbicava alla vita” – la sua).

Quella che si legge in Scrittori russi è una ricca disamina di quegli autori all’alba della loro fama, con punti di vista raffinati. Troverete minuzie che sono ben lungi dall’essere mera morbosità: solo attraverso il racconto di una vita intera riconosciamo e diamo un senso a un’ombra, un pezzo mancante, o un dettaglio di troppo – come si fa con un dipinto. E mai per giudicare, ma solo per inspessire l’opera, modellarne la complessità e, di rimando, la nostra comprensione di essa. E in questo Leone Ginzburg è stato un vero maestro, guidato da vera passione.


Titolo: Scrittori russi
Autore: Leone Ginzburg
Editore: readerforblind
Data di pubblicazione: 2022
Lunghezza stampa: 340 pagine

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