Il confine | Silvia Cossu

Il confine | Silvia Cossu

Il conflitto di una ghostwriter con uno psichiatra di fama internazionale, la cui figura, incontro dopo incontro, diventa sempre più indefinita.

di Paolo Perlini

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Sono trascorsi quattro mesi dalla lettura di Il Confine di Silvia Cossu, pubblicato da Neo Edizioni. Una lettura che ho consumato in una notte. Perché ho aspettato così tanto a parlarne? Forse per mantenere quello stato di calma inquietudine e di realtà illusoria, che solletica e fa stare bene. 

La protagonista è una biografa che scrive su commissione e dietro compenso: un’attività che le frutta di più e la stressa di meno della stesura di romanzi, verso i quali ritiene di non avere più l’ispirazione. Offre la sua penna a persone facoltose, quelle che possono permettersi una discreta spesa per la stesura del testo e poi anche per la pubblicazione a proprio nome del libro. In termini più comuni, lei fa la ghostwriter.

«Vanità. Di solito è questo il motore che muove molti dei miei committenti. Soprattutto se uomini. È la vanità che li spinge a sborsare una cifra consistente perché nel mondo resti traccia di ciò che hanno fatto. A me il compito di attribuirgli il suggello dell’autenticità, a prescindere che poi il volume venga pubblicato o meno».

Tramite un’amica comune, il suo nuovo cliente è Mosco, un uomo che ha rivoluzionato il mondo della psichiatria.  L’incipit ci dà già un’idea di quello che il lettore troverà:

«Cinque anni fa ho intervistato uno psichiatra conosciuto attraverso un’amica comune. (un nome noto). Ci siamo incontrati quasi ogni giorno nel suo studio. Ho registrato trenta ore di materiale. La sua vita, le circostanze più o meno fortuite che lo hanno avvicinato alle terapie brevi e praticarle per oltre quarant’anni. Soprattutto quella subliminale. Poi, senza alcun preavviso, arrivati alla fine è sparito».

Ingaggiata da quest’uomo, la donna lo segue e lo ascolta con fatica sempre maggiore e cerca di scoprire chi sia veramente, in un continuo spostamento del confine tra realtà e mistificazione. Un’indagine la sua, nella quale arriva a conoscere parti di sé forse in quantità maggiore del suo cliente.

«Prima di pensare a cosa il mio lavoro produce negli altri, dovrei chiedermi cosa produce dentro di me. Cosa nasconde o mette a tacere».

La biografa e lo psichiatra si muovono, si spingono l'uno contro l'altro, quasi come giocatori di scacchi o schermidori. Si scoprono e si nascondono. Entrambi vendono fumo, con la differenza che lui lo chiama “cura” e lei “senso”. Cerca di dare un senso alle storie, alla vita che il cliente vuole sia rappresentata. Un lavoro difficile e noi lettori partecipiamo ai dubbi, alle tensioni che vive la protagonista: per la prima volta si trova di fronte a un personaggio enigmatico, capace di metterla in discussione.

Quando ho chiuso l’ultima delle 154 pagine che mi hanno fatto compagnia nella notte insonne, mi sono reso conto che un’atmosfera così non la vivevo dai tempi in cui leggevo Antonio Tabucchi. Sapevo che avrei avuto qualche difficoltà a scriverne e so già che quando lo rileggerò sarà come la prima volta. Ma forse, in quell’occasione troverò parole migliori.





Titolo: Il confine
Autore: Silvia Cossu
Editore: Neo Edizioni
Pagine: 154
Pubblicazione: febbraio 2022
Compra sul sito dell’editore


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