Un esilarante viaggio tra le pagine chiare e scure del Festival comodamente dal divano
di Chiara Bianchi
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Tra i saggi Edizioni Epoké è uscito da pochi mesi Perché Sanremo è Sanremo. Una guida sentimentale – come si legge nel sottotitolo – scritta a quattro mani da Vittorio Polieri e Adriano Pugno, autodefinitisi Millennial.La prefazione affidata a Francesco Quatraro ci parla di truismo, riferito alla frase-titolo nata dalla fantasia di Pippo Baudo, e conclude con una non troppo velata polemica al nostro disgregato Bel Paese, il quale ha la capacità di riconoscersi e unirsi, forse, solo nella settimana del Festivàl.
In copertina, l’icona indiscussa del Festival – ai quali seguono scale e fiori – nonché unico e insostituibile Maestro d’orchestra, Beppe Vessicchio, in una versione warholiana.
Il saggio si regge su una tesi: sono i trentenni di oggi ad aver salvato il Festival o è il Festival ad aver salvato loro?
Il punto di vista dal quale vengono descritti i momenti topici di questi settant’anni di musica radio-televisiva, con una punta di ironia e un tono dissacrante, è quello dello spettatore accomodato sul suo divano.
Dall’evoluzione della canzone italiana legata alla realtà sanremese alla sua continua trasformazione, le sue cadute di stile, i passi falsi e le innovazioni che lo hanno portato a vivere ancora oggi e a essere una delle kermesse televisive più attese e seguite – almeno per gli ultrà del Festival è sicuramente così! – questo è ciò che ci propongono queste due penne pungenti, ironiche e a tratti nostalgiche.
Nella parabola ascendente dell’ultimo decennio si parla in termini di tecnologie informatiche e di come i social abbiano cambiato molto l’attitudine e l’approccio alla musica proposta che, semplificando, è passata da mera interpretazione a performance. Il corpo ha preso tutto lo spazio, lasciando la canzone – la vera protagonista – nelle retrovie. Difatti, finito il bombardamento mediatico pre e post Sanremo, le canzoni, almeno la maggior parte, finiscono, ahimè nel dimenticatoio, lasciando ancora un po’ respirare i protagonisti-cantanti e le loro performance.
I lettori si troveranno a condividere il capitolo dieci La settimana-tipo, in cui si sviscerano tutti i passi obbligati per un ottimo arrivo alle serate canore. Oppure troveranno di grande utilità, per la prossima edizione, il Vessicchiometro che chiude il saggio, ovvero «strumento insieme democratico e personalissimo, giusto e spietato, simpatico e autorevole, un po’ come il nostro venerabile Maestro.»
E a proposito di produzioni audio-visive, di performance e di talent-show, si parla dei casi topic che dal talent sono giunti a calcare il palco sanremese, da Marco Carta a Mengoni.
Il Festival fu una vera intuizione che fa rima con istituzione, tanto da ispirare – come si legge nel primo capitolo – «l’European Broadcasting Union, […] che a immagine e somiglianza di Sanremo, indice l’Eurovision Song Contest.» quest’ultimo si tiene proprio questo mese a Torino e vede in gara per l’Italia i vincitori dell’ultima edizione del Festival Mahmood e Blanco.
Che vi piaccia o no, Sanremo racconta un pezzo della nostra storia musicale e soprattutto culturale. Inutile negarlo.
«Non c’è niente che sia più nazional-popolare del Festival di Sanremo, […] Nostalgia. Riflettori. Musica. E il resto scompare».

Autore: Adriano Pugno, Vittorio Polieri
Collana: Saggi
Anno: 2022
Pagine: 140
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