Ghostbusters - La recensione sincera

Ghostbusters - La recensione sincera

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Non inizierò parlando di tutta quella fanfara di piagnucoloni e piagnucolone che hanno decretato prima ancora dell'uscita del primo trailer che il nuovo film targato Ghostbusters avrebbe fatto schifo.
A casa mia prima si guarda una cosa e poi se ne può parlare in positivo o in negativo.
È il 2016, gente, le polemiche lasciamole per i vari reboot di Spiderman (che hanno un po' stancato, ma questa è un'altra storia).

New York, misteriose apparizioni paranormali iniziano a manifestarsi in tutta la città, ed è per questo che le professoresse Erin Gilbert, Abby Yates e Jillian Holzmann uniscono le loro menti scientifiche per capire cosa succede e dimostrare finalmente l'esistenza dei fantasmi. Al party si aggiunge Patty Tolan, bigliettaia ed esperta conoscitrice della metropolitana di New York, vero e proprio braccio forte della combriccola.

Della trama c'è poco da raccontare: fantasmi, la gente ha paura, e chi chiamerai? Strane armi atomiche, linguaggio simil-scientifico incomprensibile, un cameo di Ozzy Osbourne, le comparsate tanto attese degli attori del franchise originale (Bill Murray, Dan Aykroyd, Sigourney Weaver, Sigourney Weaver, Annie Potts e il compianto Harold Ramis, sotto forma di busto marmoreo) e addirittura uno Slimer fastidiosissimo e in dolce compagnia.

Ghostbusters soffre di un problema di trama non da poco: il cattivo non ha nessuna motivazione reale per fare quello che fa e si fa anche fatica a identificarlo come tale. Spiego meglio: il cattivo compare quasi subito nel film, ma non ha assolutamente un aspetto da cattivo, non emana vibrazioni negative e sembra solo un tizio che è stato bullizzato da bambino, mancando completamente di una personalità malvagia. È vero che questa è in realtà una pellicola per famiglie, con battute a base di pernacchie e materiale ectoplasmatico che si infila in tutte le fessure del corpo, ma un minimo di spessore alle motivazioni di chi decide di scatenare una tempesta di fantasmi sulla città, si poteva anche dare.
Un altro immenso difetto del film, ma questo nella versione italiana, è sicuramente la traduzione e il doppiaggio: in inglese il film fa in effetti ridacchiare e ha alcune battute decisamente brillanti, mentre in italiano i momenti comici non solo non hanno senso, ma vengono anche inseriti nei momenti sbagliati. Addirittura viene cambiato il presunto carattere dei personaggi, eliminando lo humour originale.

Non è facile indossare le tute degli acchiappafantasmi più famosi del mondo, ma le quattro protagoniste (Melissa McCarthy, Kristen Wiig, Kate McKinnon, Leslie Jones) fanno parte dell'olimpo degli attori comici americani e sanno quello che fanno. Sono personaggi credibili, buffi, e nonostante vengano emarginate da tutti, sono dure come il marmo e nessuno le ferma. Sono personaggi positivi e divertenti, ognuna con il ruolo cucito addosso. Risalta soprattutto Kate McKinnon con la sua Jillian Holzmann: poche battute ma tutte quelle giuste, molto lavoro di espressioni facciali e un momento badass che le bambine di tutto il mondo ricorderanno per sempre.

Ghostbusters non sarà un film riuscitissimo nel suo complesso, ma è godibile al punto giusto: è stato un salto nel vuoto fatto con un cast pensato e ragionato, un cast che ha saputo prendersi le proprie responsabilità e lavorare bene in un film che già dalla sua genesi, ha visto il pubblico schierarsi dalla parte di chi ha il paraocchi e non vuole uscire dalla propria comfort zone.
Ma questo non ferma nessuno, e anche nel 2016 sappiamo chi chiamare in caso di una invasione di ectoplasmi.

© Fiorella Vacirca

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