Cranio Randagio, “Se solo potessi”
«Preferisco perdermi che ritrovarmi»
Ciao Teo e benvenuto tra i morsi quadrati!
Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua.
Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Heya! Grazie mille :)
Ho iniziato tardi a disegnare, non avendo fatto un liceo artistico. Però, negli anni delle scuole superiori, mi esercitavo a raccontare storie. Nelle ore scolastiche più noiose io e un mio compagno di banco ci passavamo un foglio dove ognuno scriveva o disegnava un pezzo di una storia inventata al momento e uscivano delle storie assai ambigue. Mi piaceva fare ciò. Successivamente la scuola mi ha portato a “specializzarmi” nella motion graphics, ma sentivo che non era la strada che mi permetteva di esprimermi al massimo. Quindi, successivamente, ho guardato al fumetto e all’illustrazione, e mi sono innamorato di questo ramo artistico. Quello che mi spinge a continuare a disegnare e a raccontare storie è la infinita capacità comunicativa del fumetto e della illustrazione. Il fatto di utilizzare un testo, collegato a delle immagini e ad uno stile grafico mi permette di esprimermi al meglio, ed è quello che mi interessa (mi interessano pure i video dei gatti però).
Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
Cranio Randagio è un artista a cui devo molto. È un artista politicamente scorretto che scrive testi malinconici ma assolutamente razionali. Ogni volta che ascolto una sua canzone rimango con un amaro in bocca, ed è questo l’obiettivo che cerco di raggiungere con i miei disegni. Con Teotriste punto ad essere quell’amico che racconta esperienze tristi per far capire alle persone che hanno passato esperienze simili che non sono sole. La canzone da cui è stata presa la citazione, “Se solo potessi”, esprime al massimo la malinconia rivolta verso al mondo e all’umanità, e ciò mi piace. Poi quando la malinconia sale troppo vuol dire che è arrivato il momento perfetto per farsi una birra.
Il tuo stile geometrico e dettagliato riesce a ritrarre con molta precisione i personaggi nell’ambiente che meglio riesce a contenerli e a raccontarli. Come sei arrivato a comporre questo tipo di immagini? Hai sempre arricchito in questo modo soggetti e sfondi o è stato un percorso graduale?
Per arrivare a questo stile c’è voluto abbastanza tempo, anche perchè ero (e sono) abbastanza novello nel mondo del disegno. Sono passato da uno stile piatto, a uno stile più sporco, fino ad arrivare allo stile geometrico di adesso. Ogni volta che faccio qualcosa per Teotriste mi immagino di fare un viaggio nella “presammale” mia o delle altre persone, cercando di illustrare la cosa più triste/sadica/depressa possibile. Poi se la presammale si fa troppo pesante è arrivato il momento di farsi la seconda birra (x2).
C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Sono molto amante del fumetto francese e autoriale. Sicuramente autori francesi classici come Cyril Pedroza, Jordi Lafebre e Zidrou o italiani come Gipi, Zerocalcare, Daniel Cuello e Flavia Biondi mi hanno aiutato assai a capire come si può comunicare attraverso il fumetto. Devo molto, inoltre, ai fantastici autori come la Satrapi, David B, Munoz e Sempayo, e il pazzo di Pazienza. Però forse i miei artisti preferiti sono i miei amici stretti dell’Accademia: abbiamo degli stili e dei caratteri completamente diversi tra di noi, e parlare con loro, vedere i loro disegni e sentire le loro opinioni mi aiuta un sacco! Poi nella mia libreria trovi fumetti molto differenti fra di loro (sia a livello stilistico, sia a livello narrativo, sia a livello storico): focalizzarsi solo su un “mood” artistico non mi fa per niente bene. Per questo, ogni volta che vado in fumetteria, il mio portafoglio inizia a piangere come me quando vedo un alpaca.
I soggetti che ritrai non si presentano più volte sui tuoi fogli. Chi sono dunque? Da dove vengono? Cosa li ispira e cosa cercano?
Quando fa caldo, amo disegnare da solo all’aperto con la musica a palla. Mi piace osservare le persone che mi passano vicino mentre disegno, ma mi piace ancor di più immaginare le loro storie e i loro problemi per poi rappresentarli. La visione del mondo di Teotriste è molto simile al pessimismo cosmico Leopardiano (spero di avere na vita più attiva e longeva però, che poi non ce la faccio a starmene isolato per tipo tutta la vita).
Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
Quando ascolto la musica sono come un biscotto lasciato troppo tempo dentro una tazza di the caldo corretto con il gin: mi sciolgo completamente. Gli autori che ascolto sono come dei compagni di viaggio quando disegno. Per questo ascolto assiduamente alcuni autori, come Willie Peyote o, appunto, Cranio Randagio, che parlano di tematiche molte assimili alle mie. Poi, ovviamente, se devo fare disegni più “tranquilli” a livello musicale cado sul classico clichè degli studenti bolognesi: indie/cantautorato italiano (PTN, Gazzelle, Calcutta, De Andrè etc etc). Poi si, pure io infondo infondo d’estate metto le Birkenstock come i veri fuorisede bolognesi.
Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Grazie mille a voi!
Progetti futuri ce ne stanno na valanga. Ahimè non posso ancora spoilerare troppo perchè alcune cose devono essere ancora decise e confermate, ma la prossima primavera, se la procrastinazione non prenderà il possesso del mio corpo, potrebbe essere molto movimentata! :)
Grazia e te, Teo. Noi ti continueremo a seguire
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