Ringo – chiamata alle armi

Ringo – chiamata alle armi
Ringo – chiamata alle armi

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Primo respiro.
Svuota la mente.
Secondo respiro.
Visualizza la morte del tuo avversario.
Terzo respiro.
Visualizza la tua morte.
Quarto respiro.
Accetta l’una e l’altra.
Quinto respiro.
Trasforma il tuo pensiero in azione.
Questa è la via del Pistolero.

Ed è una via veramente difficile, perché io sarei già andato in iperventilazione al terzo.
Ma Ringo è Ringo e io sono io, sicuramente non sono stato addestrato fin da bambino in un campo che Tana delle Tigre levati; non ho nemmeno sensi e riflessi ipersviluppati per l’uso di mix di farmaci e composti.
Al massimo prendo qualcosa per il mal di testa.

Ringo, dicevo, è uno degli Orfani dell’omonima testata a fumetti edita da Bonelli, partorita dalla mente di Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari per poi proseguire con altri titoli (la dicitura “Orfani” è rimasta come titolo generale di testata) e altri autori, stagione dopo stagione.
Nella prima stagione di Orfani, il gruppo di soldati d’élite si trova a combattere contro nemici del pianeta terra che hanno, apparentemente, raso al suolo buona parte dell’Europa e devastato la popolazione terrestre. Questi ragazzi, sotto la guida della dottoressa Jsana Juric, in una struttura narrativa che mischia presente e passato, arrivano a capire che sotto l’attacco extraterrestre si nasconde qualcosa d’inaspettato.
Ed è proprio uno di questi, Ringo, che arriverà all’ultimo albo della prima stagione notevolmente cambiato.
Ho tentato di zigzagare alla meglio tra i possibili spoilers, sperando di avervi stuzzicato la curiosità.
In definitiva, al termine di questa prima stagione del fumetto, la testata cambia nome prendendo il sottotitolo proprio di “Ringo” e narrando le vicende del ragazzo, cresciuto e fattosi uomo, in una terra dalle risorse ormai agli sgoccioli.
Lui solo (o quasi) contro la nuova presidentessa e la sua armata.

Proprio a cavallo tra queste due stagioni si colloca il romanzo “Ringo – chiamata alle armi” edito da Multiplayer Edizioni, scritto da Roberto Recchioni e illustrato da Emiliano Mammucari.
L’intento del romanzo è quello di raccontare alcune storie “mai narrate” che si collocano tra le due stagioni, senza alterare o rovinare la lettura della serie a fumetti, anzi, dando spunti e piccoli particolari per godersi ancora di più le vicende del “Pistolero”.

Sono tre le parti in cui si può dividere questo romanzo. Tre vicende che mostrano, pian piano, il potenziale distruttivo di Ringo: dall’attacco di un gruppo d’assalto in una spiaggia semi abbandonata, alla piatta pianura assediata da un gruppo di centauri che prendono di mira un pullman turistico impegnato in un viaggio “della speranza”. Fino ad arrivare alla parte sostanzialmente più corposa, che vede Ringo aiutare un gruppo di minatori minacciati da una società che intende sfruttarli per i suoi scopi.
Tre parti apparentemente slegate tra loro ma che nascondono un filo ben preciso di continuità, sfociante nelle pagine finali del libro.

Ringo è un guerriero, un pistolero ma anche un samurai moderno. Dall’aspetto massiccio e minaccioso ma più tenero di quanto realmente mostra. E molto più riflessivo.
È vero, a volte tende ad agire prima di pensare ma, viste le sue caratteristiche fuori dal comune che lo avvicinano più a un super-eroe che a un comune soldato, il suo pensiero potrebbe essere veloce come la luce…

Ho apprezzato molto la storia. Il volerla collocare in un contesto preciso (quello tra le due stagioni fumettistiche) ma anche slegato da riferimenti fondamentali del fumetto.
Alcuni nomi importanti della serie sono nominati ma difficilmente mostrati, a parte Ringo, ovviamente. Punto a favore per una lettura indipendente del libro ma leggermente a sfavore per chi segue il fumetto e, magari, avrebbe voluto saperne di più o avere intrecci più marcati.
Ottima la scrittura di Recchioni.
Mi è capitato di leggere qualche commento a proposito del metodo di scrittura. Capitoli brevi, scrittura scattosa, più vicina a una sceneggiatura che a un romanzo classico.
Esistono davvero i romanzi classici? E, soprattutto, tutto deve essere scritto allo stesso modo?

No, assolutamente no.

E la maniera in cui ha impostato il romanzo Recchioni è assolutamente funzionale al ritmo e alle caratteristiche della storia e del personaggio.
Cinema su pagina, così come i riferimenti più marcati nella storia (vedi la parte nella pianura con richiami a Mad Max).
Bellissime le illustrazioni di Mammucari che riprendono alcuni parti fondamentali del racconto, dando un’impronta visiva a determinati passaggi.
Curatissima l’edizione Multiplayer, in un cofanetto bello e comodo… con tanto di bandana caratteristica di Ringo.

In definitiva: romanzo godibile e scorrevole, consigliato a chi stravede per la serie a fumetti ma anche a chi della serie non conosce assolutamente nulla.

Primo respiro.
Svuota la mente.
Secondo respiro… 
No, niente. Ho già il fiatone.

Orfani: Ringo – chiamata alle armi
Roberto Recchioni
Illustrazioni di Emiliano Mammucari
Multiplayer Edizioni
Genere: fantascienza

 © Alen Grana

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