Betty la nera | Walter Mosley

Betty la nera | Walter Mosley
«Sarei rimasto con lei sinché fosse spuntato il sole e fosse cresciuto il cotone; finché l’acqua non si fosse messa a scorrere in salita». È questo l’effetto che fa Betty la nera.
Recensione di Paolo Perlini.
 

Walter Mosley è un prolifico autore con più di sessanta pubblicazioni e traduzioni in venticinque lingue. Betty la nera, pubblicato in Italia da 21Lettere edizioni è l’ultimo della serie che vede come protagonista Ezekiel (Easy) Rawlins, un investigatore privato afroamericano. 
Easy, in cinque anni ha perso quasi tutto: sua moglie Regina se ne è andata portando con sé la figlia Edna e i suoi investimenti immobiliari sono finiti male. Per sopravvivere si stabilisce in un appartamento in affitto a West Los Angeles, con i suoi figli “adottivi”: Jesus, un quindicenne che non riesce a parlare per i traumi subiti da piccolo e Feather, una bambina rimasta orfana di madre bianca. Sua madre era stata uccisa dal nonno perché aveva concepito una creatura di colore.
Un giorno riceve la visita di un certo Saul Lynx il quale gli offre 400 dollari per ritrovare Elisabeth Day, una donna che lui aveva conosciuto quando viveva a Houston e che aveva contribuito a formare le sue prime fantasie sessuali. Una donna disponibile sulla quale non solo lui aveva fantastica, una donna che poi era finita a fare la domestica per la ricca famiglia di Albert Cain. 

Ne parla così:

«Betty la Nera non era certo il tipo affettuoso e casalingo. Elisabeth era una grande mangiatrice di uomini. Si era lasciata alle spalle molti morti e feriti. Se sentivate che un vostro amico la stava corteggiando, tanto valeva cominciare a piangerlo subito, perché certamente sarebbe finito male. Aveva qualcosa che faceva diventare pazzi gli uomini. E non era avara dei suoi incanti».

Ma ancora di più, rivelando il suo cuore tenero, Easy Rawlins ricorda di lei un episodio:

«Betty mi stava stringendo la mano così forte che mi faceva male, ma non cercai di liberarla. Avrei voluto solo essere uomo con Betty, là fuori, sotto i palazzi. Sarei rimasto con lei sinché fosse spuntato il sole e fosse cresciuto il cotone; finché l’acqua non si fosse messa a scorrere in salita».

Perché Betty la nera è sparita senza preavviso, perché tutti la cercano? E perché questo Saul Lynx non rivela per conto di chi lavora?

Questa è solo la trama principale perché di contorno si snodano altre vicende che riguardano i suoi investimenti messi a repentaglio da faccendieri e immobiliaristi dei quali si era fidato. E poi c’è il suo amico Raymond (Mouse) Alexander, un killer rilasciato dal carcere dopo aver scontato cinque anni per omicidio colposo. Ha voglia di vendicarsi, vuole scoprire chi è stata la spia che lo ha fatto arrestare e quel giorno, tra i presenti c’era anche lui, Easy Rowlins. Infine, un altro suo amico, Martin Smith, a cui deve molto, è malato di cancro.
Una storia che sembra divertirsi a intrecciarsi e sciogliersi, districarsi e ingarbugliarsi, come quando si tenta di rimettere ordine a un lungo filo che si è annodato.
Come un vero noir, a dare valore al romanzo non è tanto la trama, la ricerca della soluzione del caso, ma tutto quello che ci gira intorno: il razzismo, la brutalità di alcuni poliziotti “deviati”, i privilegi dei bianchi, la solidarietà tra i poveri e gli emarginati, la sete di vendetta. Mosley descrive le relazioni sociali e la difficoltà di essere neri a Los Angeles nei primi anni Sessanta, ritrae bene queste tensioni e ingiustizie attraverso uno stile hardboiled con un ventre tenero, popolando il libro con un bel mix di personaggi conflittuali. 
Sono tutti protagonisti che hanno una ferita da mostrare. I peggiori sono quelli che non ne hanno:

«Ricordo di aver pensato che un uomo senza cicatrici non ha pietà. Non sa cosa vuol dire veramente provare dolore».


Titolo: Betty la nera
Autore: Walter Mosley
Casa editrice: 21Lettere edizioni
Pagine: 256
Pubblicazione: 14 febbraio 2024

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