In principio era il dolore. Un Faust di meno | Paolo Scardanelli

In principio era il dolore. Un Faust di meno | Paolo Scardanelli
«Ma io chi sono per indicarvi la via della felicità? Quella della perdizione, dovrei insegnarvi! Ma quella la conoscete bene da voi». Lo dice Marilyn, il diavolo. Lo dice Paolo Scardanelli.

di Paolo Perlini

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Inizia con un concerto di Neil Young: prima la parte acustica e poi quella elettrica. Fabio Pugno, uno scrittore di successo, al termine dell'esecuzione si dirige verso il backstage per incontrare il suo idolo, prima che muoia. Davanti al camerino incontra un tipo che emette fumo dalle narici e scalpita sul pavimento. Sembra sapere tutto, anche il suo nome.

«Cosa desideri Fabio Pugno?»
«Come fai a sapere il mio nome? Non te l'ho detto»
«Certo che no. Intendo profondamene, davvero. Cosa desideri più di ogni altra cosa?»
«La Verità» risposi così, d'impulso, senza attendere il vaglio della ragione.
«Bene, lo immaginavo» fece.
«Neil?» domandai, indicando la porta del camerino.
Non lo vedrai, no» rispose con la massima naturalezza. « Cosa saresti disposto a dare per l'acquisizione della Verità?»
«Tutto, le mie misere spoglie, persino mia moglie» risposi ancora una volta d'istinto, tenendo a debita distanza il vaglio della ragione.

La Verità è quello che chiede Fabio Pugno.
Non un autografo, un selfie o sapere se a Neil dà fastidio essere considerato il diciassettesimo miglior chitarrista di tutti i tempi e se ha intenzione di sposarsi per una quarta volta.
Forse avrebbe fatto meglio a essere meno esigente, invece ha preferito tenere fede a una sua famosa frase: «It's better to burn out than to fade away»

Perché di lì a poco, nel cortile dell'Università Statale vengono trovati i corpi trucidati di otto ricercatori. Sono disposti a formare una rosa dei venti e il principale indiziato è Loredana Robecchi, professoressa di estetica, trovata sul posto completamente nuda, in stato di confusione, con le mani e la bocca insanguinate. Loredana Robecchi è la moglie di Fabio Pugno e come se non bastasse, lui scompare.

Il commissario che indaga è Belletti, un uomo che «agiva sempre rigorosamente nel nome della Giustizia, ma con un incedere tutto suo, fatto di ampie falcate e brusche frenate, di modi ora rudi ora gentili, pur rimanendo di fondo un burbero». Un uomo che ha nutrito la propria cultura con le avversità della vita e gli permette di vedere oltre le apparenze, pur mantenendo un certo distacco.

«L'esistenza è solo un prolungato stato di disagio che termina colla morte. Punto» dice al suo collaboratore.

Nelle indagini si fa aiutare dall'ispettrice Lo Bianco, si fa trasportare in auto da Liberatore e coinvolge la giornalista Lucini per smuovere le acque a suo favore. È anche allergico alle mascherine, perché la storia si svolge nel pieno dell'epidemia COVID.

L'obiettivo di questa squadra è trovare Fabio Pugno, il misterioso suo accompagnatore (Marilyn, il diavolo) e salvare il mondo.
Riassunto così, sembrerebbe una rivisitazione moderna del mito di Faust, un'avventura di Dylan Dog, l'indagatore dell'incubo. In realtà è molto di più.

L’autore crea dei personaggi del tutto singolari: si riesce a provare affetto e simpatia per tutti, anche per Marilyn, un demonio che se dovessi raffigurarmelo prenderei a prestito l'usurata immagine di Keith Richards. Insomma, più che un diavolo terribile sembra un compagno di bevute, uno che ti tiene sempre in tensione ma sa anche come rallegrarti e farti provare nuove esperienze. L'anima inquieta di Fabio Pugno pare trovarsi bene a dialogare con lui.
Una storia avvincente che diventa una profonda meditazione tra il bene il male, la morte e la vita, l'uomo e la donna; un romanzo ricco di musica, classica e contemporanea, che nonostante la scrittura ricercata e i temi profondi, scorre via con la rapidità di un giallo.
(Se si vuole, la lettura può essere accompagnata da una playlist su Spotify).

Infine, invidio, anzi, ammiro Paolo Scardanelli. Alla pari di Fabio Pugno non si fa trovare e in quest'epoca in cui si tende a trasformare lo scrittore in un personaggio, lui si ostina a non apparire, a parlare di sé soltanto attraverso i libri. Ripeto: nell'attuale panorama editoriale, nel quale si tende sempre di più a creare il personaggio e poi lo si convince a scrivere un romanzo (o addirittura, glielo si scrive), questo è sovversivo. Quasi diabolico.

Titolo: In principio era il dolore. Un Faust di meno.
Autore: Paolo Scardanelli
Casa editrice: Carbonio Editore
Uscita: marzo 2022
Pagine: 272
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