Francesco Dezio | La meccanica del divano

Francesco Dezio | La meccanica del divano
Francesco Dezio - La meccanica del divano
Infernominore, Nuccio, Michele & il Capitalismo post-industriale: un romanzo tragicomico

di Chiara Bianchi

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A partire dalla metà degli anni Novanta dello scorso secolo, il tema del lavoro ha trovato spazio, e anche un certo rilievo, nella narrativa italiana contemporanea. Fino ai primi anni Duemila, il mercato editoriale ha mostrato un particolare interesse per questa tematica, pubblicando un’ampia mole di testi scritti da scrittori e scrittrici, di diversa generazione. Questo forte interesse emerse in un contesto storico e politico di profondi cambiamenti che ruotavano su due temi: la precarietà e l’instabilità del lavoro e il declino della classe operaia – con la conseguente nascita di un nuovo operaismo. In quest’ultimo filone s’inseriva il romanzo d’esordio di Francesco Dezio, Nicola Rubino è entrato in fabbrica (uscito con Feltrinelli nel 2004 e ripubblicato nel 2017 da Terrarossa Ed.).

La letteratura detta post-industriale pone l’accento su una particolare prospettiva di rappresentazione del lavoro, ovvero un’esperienza umana svuotata, prettamente legata al passato. Il lavoro ha perso il suo posto privilegiato nella vita, il suo significato si è smarrito. Ma, nonostante questo nuovo punto di vista, la letteratura ha cercato di raccontare, in questi anni, non solo il lato astratto e negativo che vede il lavoratore solo come forza-lavoro, ma anche il suo lato positivo che vede l’uomo al centro del processo industriale.

In La meccanica del divano, pubblicato da Edizioni Ensemble, Dezio torna a parlarci di lavoratori, ma non solo. Scompaiono le lotte operaie e anche gli imprenditori non sono più quelli di un tempo. Il romanzo si muove in un arco temporale che parte dagli anni Ottanta del Novecento e termina, per così dire, nei giorni nostri. Nuccio e Michele vivono nella provincia pugliese, sono infernominorati, ovvero cittadini di Infernominore: un posto dimenticato da Dio e dagli uomini e, dopo un’adolescenza, tipica, condotta nella totale nullafacenza rimproverata dai loro genitori, riescono ad accedere al posto fisso nell’azienda di arredamento di Natalino Manucci, Seduti & Seduti, uomo che si è fatto da solo.

Tre le trame narrative: la storia di Manucci e la sua azienda; la storia personale di Michele e Nuccio; la storia di Myriam.
La storia di Manucci, suddivisa per ere, scandisce i cambiamenti di natura prettamente finanziaria che la sua azienda ha dovuto affrontare con il passare del tempo e con l’arrivo delle strategie di marketing aziendale sotto il nuovo ordine del Mercato fatto di acronimi e algoritmi.

Nuccio & Michele e Myriam & Nuccio ci raccontano il loro piccolo mondo di provincia, con le loro famiglie disfunzionali, i concittadini pieni di pregiudizi, le idee aziendali e di indipendenza economica, l’amore per se stessi e per il raggiungimento dei loro obiettivi.
A tutela del Capitale intervengono, non solo il Mercato e il marketing, ma anche una costellazione di personaggi, appannaggio del nuovo mondo del lavoro: amministratori delegati, spin doctor, influencer, organi di stampa asserviti e la gente del popolo.
Dezio ci racconta questa storia prendendo posto tra le fila dei personaggi, giocando il ruolo di glossatore e traduttore dal dialetto – creato ad hoc dalla mescolanza di vari dialetti pugliesi – al fine di rendere fruibile tutta la sua complessità.

Tra dialoghi dialettali carichi di pathos e una lingua finanziaria, del tutto estranea alla realtà dei personaggi, l’evaporazione del lavoro passa attraverso un viaggio verso la rincorsa del successo economico. E poi c’è Myriam con i suoi sogni di gloria, vuole fare l’influencer, essere qualcuna nel mondo del vip, le piace il sesso e, forse, è lei l’unica che riesce a creare un equilibrio tra il suo sentire e la scelta del suo lavoro. Una combinazione tra passione e lavoro a cui tutti aspirano, ma pochi riescono a raggiungere.

Con un piglio divertente, dissacrante, irriverente, iperreale, tragico nella sua lucidità, Dezio riesce a dare voce a una storia pugliese reale, rendendola parte di un collage sociale effimero, nichilista e affannato dalle meccaniche dettate dal Capitale (e dal divano).

«Infernominore non esiste; quanto alla differenza tra persona e personaggio mi appello alla distinzione che ne fa Pirandello: entrambi, inseriti nel ciclo degli eventi e schiavi della forma, sono maschere».

Francesco Dezio - La meccanica del divano
Ensemble, 2021
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