Folfiri o Folfox - Afterhours

Folfiri o Folfox - Afterhours

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Da ascoltare quando: Vuoi stringere una sana amicizia con il dolore.

“Ad ogni azione corrisponde una reazione pari e contraria.”

Il terzo principio della dinamica di Newton parla chiaro: tra due oggetti in moto, la forza negativa esercitata dall’oggetto A sul corpo B ne genererà sempre un’altra uguale di B su A, ed insieme la sua forza positiva contraria.

Attrazione e allontanamento. Come a dire: bisogna attaccarsi al dolore e viverlo fino in fondo per riuscire a lasciarlo andare.

Ed è una legge fisica, questa, applicabile su qualsiasi tipo di corpo. Inanimato e animato. Tanta più anima avrà, tanto più la forza esercitata produrrà effetti dalle molteplici sfaccettature.

Folfiri o Folfox, l’ultimo straripante doppio album degli Afterhours è l’esegesi sonora perfetta di questo principio scientifico della vita. È la musica a servizio della scienza. Un fiume in piena, un flusso di coscienza tra le varie tappe dell’elaborazione del lutto (il dolore/forza) fino all’accettazione della perdita (l’allontanamento), in questo caso del padre del frontman Manuel Agnelli.

Uscito il 10 giugno scorso per Germi/Universal, Folfiri o Folfox è un disco disturbante, violento e a tratti sinistro. Al primo ascolto le orecchie fanno fatica a capire la portata di tutta questa sofferenza, a partire proprio dal titolo criptico dell’album (non tutti sanno, per fortuna, che il folfiri e il folfox sono due potenti chemioterapici per la cura del cancro del colon-retto). Il sistema immunitario non è pronto a questa massiccia iniezione di dolore, e il corpo per reazione quasi lo rigetta.

Poi, come avviene in ogni rapporto empatico, lo stordimento diviene fascinazione e gli ascolti più frequenti, fino al momento in cui la voce baritonale di Manuel si fa voce guida e aggancia il suo lutto, la sua perdita alla tua per scendere insieme nel pozzo della catarsi.

E finalmente capisci.

Capisci che tutta quella violenza iniziale non è altro che la reazione uguale alla forza del lutto che ti attrae a sé. Capisci che le distorsioni e le allucinazioni inferiche nella strumentale “Cetuximab” e nella title track “Folfiri o Folfox” rappresentano l’ingresso dell’infezione nei tessuti e l’inizio delle cure invasive affidate prima alla combo basso-chitarra in fuzz alla Nine Inch Nails, poi alla voce di Manuel  resa demoniaca con un vocoder. Un’invasione corporea dei medicinali che attrae un’invasione sonora, genera rabbia nei violini spettrali del buon Rodrigo d’Erasmo e ti invita a sporcarti, a provocare lo stesso dolore per esorcizzarlo (“Ti cambia il sapore”, “Fa male solo una volta”, “Qualche tipo di grandezza”).

Con Folfiri o Folfox cadi. Continui l’ascolto e cadi giù, sempre più giù fino a schiantarti sul fondo del pozzo rimanendo inerme a farti domande e a ripeterti che “Se non sento niente, niente mi può fare male”, come canta Manuel in “Noi non faremo niente” con tutto il nichilismo che solo il culmine della perdita riesce a creare.

Poi il deus ex machina: la circolarità del cristallino giro di basso nel singolo “Non voglio ricordare il tuo nome” ti illumina. Le distorsioni lasciano il posto alla solarità e gli spettri tornano nella notte per dare spazio e luce agli occhi. E inizi a rialzarti, a perdere davvero il peso che ti ancora a terra. Capisci che non può essere tutto lì, che per riuscire ad accettare la morte e abbracciare il mondo devi soffrire fino in fondo (“Se io fossi il giudice”) e che “il dolore non è la destinazione vera”, come canta Manuel con un urlo lacerante in “Grande”, la track d’apertura.

Capisci, finalmente, che il ciclo della morte altro non è che il riflesso del ciclo della vita e che, se percorso in tutte le sue tappe, ti porterà a prendere confidenza con i passi, con il terreno, con la tua storia, e a camminare serenamente in avanti.

Gli Afterhours saranno in tour questa estate per presentare il loro ultimo lavoro nelle arene italiche.

Per info: http://www.afterhours.it/prossime-date
Live report del concerto al Rock in Roma 2016 ( © Elisa Marchegiani )

Album: Folfiri o Folfox
Artista: Afterhours
Etichetta: Germi/Universal
Dischi: 2
Tracce: 18
Genere: noise rock, alternative rock
Produttore: Manuel Agnelli, Tommaso Colliva, Rodrigo D’Erasmo

Le canzoni “must hear”: Grande, Folfiri o Folfox, Fra i non viventi vivremo noi, Qualche tipo di grandezza, Lasciati ingannare, Se io fossi il giudice

© Isabella Di Bartolomeo

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