Solo Fiori | Paolo Benvegnù

Solo Fiori | Paolo Benvegnù

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Credere ancora all’impossibile

di strAw

È uscito il 28 aprile Solo Fiori [Woodworm Label], il nuovo EP di Paolo Benvegnù. Ogni volta che un nuovo lavoro del cantautore lombardo viene pubblicato mi aspetto sempre qualcosa di infinitamente grande da ascoltare. Questo artista ci ha abituati – in senso buono viziati – a emozioni che restano dentro e lasciano spazio al sogno, come in “un piccolo fragilissimo film” (cit.), come guardare un orizzonte inafferrabile a separare il blu del mare calmo dall’azzurro del cielo terso. Anche questa volta le aspettative non sono state tradite. 

Solo un grande cantautore sa scrivere e interpretare quello che sente e, prendendoti per mano, accompagnarti nel suo mondo. Le strutture che ama ricamare in musica e poesia sono un ensemble stellare che emette onde elettromagnetiche, come le calde valvole di un amplificatore che emettono il giusto impulso e sprigionano calore. Paolo Benvegnù è proprio quel calore, avvolgente, permeante che arriva con naturalezza ed efficacia al punto da scuotere l’anima. 

Italia Pornografica è un coraggioso atto di accusa al sistema che condiziona e caratterizza il Bel Paese, che è sprofondato nella mediocrità, lasciando spazio solo a un immenso vuoto. «Il futuro è splendido, non c'è soluzione è l'Italia che avanza, e l'Italia è campione». Il testo colpisce come un pugno allo stomaco, la musica distrae con un arrangiamento leggero e archi soavi, un candido bacio che rincuora. 

Il riff di chitarra che introduce Our Love Song mi ha fatto pensare a un film con il commissario Betti (Maurizio Merli). Con un ritmo che la caratterizza e la differenzia dalle altre canzoni in scaletta, questo pezzo emerge con un piglio più graffiante e meno tenue, forse la voce fuori dal coro di questo EP, proprio per queste caratteristiche. Una canzone romantica che pretende l’amore, quello de I Sotterranei di Kerouak, quello che va ben oltre l’amore, dove la passione ha ragion d’esistere. 

«E per me, per me non esiste altro» cantano insieme Paolo e Malika Ayane in un emozionante connubio canoro, due voci e una sola anima. Il pianoforte, le melodie, le armonie sono come pioggia su un terreno inaridito da un sole troppo bruciante, come un vento a favore tra le piume di uccelli in procinto di migrare.

Il 27/12, come solo lui sa fare, Paolo canta ancora l’amore, quello più nascosto, quello fatto di immagini che tornano e naufragano nel bagliore della mente, quando pensi siano andate perdute per sempre. L’impossibile è possibile. «Mentre tu ti allontani da me… io credo ancora all'impossibile».

Tulipani chiude il potente flusso narrativo: ancora immagini, ancora denso amore e la pellicola continua a girare, a raccontare. Così, in perfetta armonia, la voce e la musica ci accompagnano alla fine di questa storia. Lentamente il suono si fa sempre più vicino e il pianoforte prende in mano le redini di un’attesa lenta e morbida. «É un amore incomprensibile… io ti aspetterò per sempre».

Paolo Benvegnù riesce ancora una volta nell’intento di accompagnarci in dimensioni sognanti, fatte d’immagini filmiche distorte e contorte, ma allo stesso tempo dolci, tenere e così incredibilmente reali. 

Un soffio d’aria fresca che mancava in questa tremenda e pestilenziale era di quasi buio.




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