Zehn | Maria Mazzotta

Zehn | Maria Mazzotta

GENERE
World-Music

PROVENIENZA
Lecce

SEGNI PARTICOLARI
Spaziando con naturalezza dalle sonorità del Sud Italia alle cadenze balcaniche

DISCOGRAFIA
come Hasa-Mazzotta

2014 | Ura - Finisterre
2017 | Novilunio - Ponderosa Music Records

da solista
2020 | Amoreamaro - Agualoca Records

con Cristiano della Monica ed Ernesto Nobili
2024 | Onde - Zero Nove Nove

«Pigghialu stu male e caccialu fore, no te ne pienti… senti sta passione, apri e falla trasire… sognala cantala, e cchiui la canti cchiú forte pò essire.»





01. Come si é sviluppato il processo creativo di Onde?
É stato un processo creativo iniziato circa 2 anni fa e fatto di residenze nelle quali proponevo brani che avrei voluto interpretare, come quelli tradizionali o gli omaggi a Rosa Balistreri e Roberto De Simone. Contemporaneamente a questi abbiamo improvvisato tanto in sala prove ed è così che sono nati i brani inediti. 

02. Da dove scaturisce la necessità di un nuovo sound e come nasce la collaborazione con Cristiano Della Monica ed Ernesto Nobili?
Conosco Cristiano Della Monica da più di vent’anni. Abbiamo viaggiato e suonato tanto insieme, così gli ho proposto di incontrarci e provare a far musica insieme, perché adoro il suo modo di intendere (sentire) la musica, la sua capacità di ascoltare (percepire) quello che accade quando suoniamo a 360 gradi. Da qualche anno avevo il desiderio di provare a cantare la mia tradizione accompagnata da una chitarra elettrica, con i suoni che hanno caratterizzato gli ascolti della mia adolescenza. Così Cristiano ha trovato il musicista e chitarrista perfetto per questo trio: Ernesto Nobili.

03. L’artista nigerino Bombino ha suonato nella traccia Sula nu puei stare. Che cosa ci racconti di questa collaborazione?
Sula nu puei stare nasce dal tentativo di cantare alla maniera salentina su una ritmica fortemente ispirata alla buleria andalusa. Cristiano e io abbiamo lavorato tanto con musicisti spagnoli e volevamo omaggiare questo ritmo per noi molto affascinante. In maniera del tutto spontanea e naturale è venuto fuori il terzinato tipico della pizzica salentina come di tante regioni del bacino del mediterraneo. La naturale evoluzione del brano ci ha portato a pensare di invitare Bombino per completare questo "rito propiziatorio": un invito alla danza e al dialogo senza pregiudizi, alla solidarietà verso il prossimo a discapito dell’individualità. 

04. La Furtuna è una canzone tradizionale che tu hai reinterpretato, qual è per te il significato intrinseco di questa canzone e perché hai scelto di riproporla?
Questo brano è per me un messaggio di accoglienza, condivisione e umanità. Sono stanca di sentire eventi di cronaca che parlano di barche piene di migranti che non possono attraccare. Per me il mare è il porto, deve accogliere sempre, non può essere una barriera. La fortuna la intendo proprio per il migrante, per le persone che sono costrette spesso ad affrontare il mare in cerca della vita, non di una vita migliore, ma proprio della vita, perché scappano dalla morte. Noi, dall’altra parte, non possiamo che accogliere ogni essere umano. 

05. Un tema che tratti sovente nelle tue canzoni è l’amore. Come descriveresti questo sentimento utilizzando solo tre aggettivi?
È troppo difficile descrivere l’amore utilizzando solo tre aggettivi, mi dispiace. Posso però dire che l’amore, per me, è quel sentimento che ti mette completamente a nudo di fronte alle tue fragilità più profonde e alle tue forze sconosciute. 

06. Quando hai capito che la musica sarebbe stata la tua vita?
Non c’è stato un momento in particolare. Da piccola ho studiato pianoforte e arpa per diversi anni perché mi affascinava il suono di questi strumenti, poi ho conosciuto la musica tradizionale e ne sono rimasta folgorata. Sono entrata a far parte del Canzoniere Grecanico Salentino (gruppo storico di riproposta della musica tradizionale salentina) nel 1999 e da lì tutto è avvenuto in maniera quasi inconsapevole. Io non credo che la musica sia la mia vita, piuttosto credo di aver ricevuto un dono, la mia voce, ed è mio dovere utilizzarlo per farne qualcosa di buono, per provare a migliorare, nel mio piccolo, il mondo che mi sta attorno. Quando un giorno non ci sarò più mi piacerebbe che la gente mi ricordasse non per il mio aspetto artistico-musicale ma per la mia umanità, che, per me viene prima di tutto. Come spesso dico: la vera opera d’arte siamo noi stessi, la Vita che ci è data e che dovremmo usare al meglio. 

07. Come nasce una tua canzone?
Quasi sempre sono le melodie a entrare nella mia testa, pian piano poi le sviluppo, aggiungendo quello che manca, e alla fine scrivo il testo, pensando a quello che vorrei dire in quel preciso periodo della mia vita.

08. Hai fatto tantissimi concerti in giro per il mondo, qual è stata l’esperienza che ti ha arricchito di più dal punto di vista artistico ed umano?
Non ce n’è uno in particolare che mi abbia arricchito più di altri. Credo che il concerto tenuto al Womex di Porto nel 2021 mi abbia dato tanto dal punto di vista artistico per il riscontro avuto da parte di tanti addetti ai lavori. Dal punto di vista umano invece, ogni concerto in cui qualcuno del pubblico viene a ringraziarmi per le emozioni ricevute mi arricchisce particolarmente. 

09. Quali sono i tuoi 3 dischi preferiti di sempre?
Sarebbe troppo riduttivo segnalare solo 3 dischi, ogni fase della vita ne ha di speciali. Posso dire che in questo periodo ascolto molto:

Scuru Cauru - Crimi (2023 - Airfono / 42)

Manual de Romería - Rodrigo Cuevas (2023 - El Cohete International)

Motomami di Rosalía (2022- Columbia Records) - [in particolare per il brano Hentai]

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F. Nietzsche
 

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