#crunch225 | Sara Bonora

#crunch225 | Sara Bonora


"I have spent my life going from mania to mania. Somehow it has all paid off." Ray Bradbury 

Ciao Sara e benvenuta tra i morsi quadrati! Noi di Crun
chEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Ciao. Grazie a voi per l'invito. Ricordo di aver sempre disegnato, anche se forse spesso e volentieri era più l'idea di poter disegnare che non il disegnare in sè quello che mi appassionava. Da che ho memoria ho sempre avuto borse e borsette sempre stipate di quadernetti e cancelleria perchè "non si sa mai" ma allo stesso tempo non ho mai disegnato quantitativamente tanto. Solamente da qualche anno a questa parte ho ripreso in mano questa passione iniziando a coltivarla attivamente e cercando di migliorarmi.
Non so di preciso quando sia scattato quel qualcosa ma è stato il momento in cui mi sono detta che se anche questo per me era solo un hobby e un modo di staccare volevo poter essere orgogliosa di quello che creavo. Nella mia vita ho seguito un percorso di formazione abbastanza lontanto da quello artistico (ho una laurea in matematica) e nel disegno in qualche modo riesco a trovare una dimensione più personale, riesco a ricavare dei momenti per me e l'atto di creare qualcosa di fisico e tangibile in questo momento rappresenta per me un aspetto imprescindibile della vita.


Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?

Mentre cercavo un'idea che mi ispirasse la avevo appuntata quasi distrattamente, in un certo modo penso di aver pensato che è una frase che un amico potrebbe usare per descrivermi. O meglio, una frase che spero che le persone che mi sono vicine possano usare per descrivermi. Ho la tendenza ad appassionarmi facilmente alle cose, a farmi trasportare dalle attività e dagli interessi e allo stesso tempo ho la convinzione che siano proprio queste passione a renderci ricche come persone. I percorsi laterali che ci creiamo, i cambi di strada repentini, le cose che raccogliamo durante la nostra vita magari non sono il modo più di vivere ma sono quello che ci rende unici e che probabilmente nasce da istanze del nostro animo che sono più profonde di quello che noi stessi possiamo pensare. Seguire questi interessi e queste inclinazioni paga perchè ci permette di esplorare noi stessi come gli individui complessi che siamo.


I tuoi lavori sono espressi da una tecnica dal sapore antico e con influenze a metà tra classiche litografie occidentali e riferimenti moderni e personali. Come hai sviluppato questo tuo particolare stile? Hai sempre avuto in mente una direzione o è frutto di molti tentativi intrapresi?

Il rapporto che ho con il mio stile è stato abbastanza altalenante nel corso del tempo. La stessa parola le prime volte che la ho sentita utilizzare riferita ai miei disegni mi sembrava strana e soprattutto fuori luogo. Questo perchè probabilmente la caricavo di troppi significati. Ritenevo che uno stile si potesse raggiungere solo dopo una ricerca attiva e consapevole, dopo tanti tentativi e soprattutto riflessioni sulla propria voce. Al contrario il mio modo di disegnare, soprattutto nei primi tempi, si è sviluppato molto in negativo (nel senso più neutro possibile di questa parola), cercando di aggirare quello che non sapevo fare e cercando degli espedienti grafici che potessero portarmi al risultato voluto senza incappare nelle tante trappole delle cose che ritenevo di non saper disegnare. Oggi ho un'idea decisamente diversa. Penso ancora che il mio stile si sia articolato dovendo creare qualcosa partendo da una materia prima (le mie abilità) abbastanza grezza ma proprio questa ricerca di qualcosa che potessi e che mi piacesse fare ha portato alle caratteristiche che sono riconoscibili ogge e con cui mi trovo più a mio agio. Più che parlare di tentativi penso che sia stato più un percorso organico, che si è evoluto di sfida in sfida, decidendo quali difficoltà abbracciare e quali aggirare affrontandole in modo differente. Sia le une che le altre hanno creato quello che faccio oggi.


C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?

Per ogni nome che menzionerei ce ne sarebbero a decine ingiustamente esclusi ma provo un certo ordine cronologico. Certamente penso che l'art nouveau, e Mucha su tutti, abbia avuto una forte influenza su di me, ma anche se ne rimangono alcune tracce penso di essermene allontanata molto ora. Un altro autore a cui devo tanto è Renè Magritte, da giovane ho amato i suoi quadri e quella commistione tra il realismo del tratto e l'assurdità degli accostamenti. Mi piacerebbe molto sapere di riusicre a trasmettere delle atmosfere come le sue, calme e allo stesso tempo destabilizzanti.
Oggi come oggi però la mia ispirazione principale sono gli ex libris, le stampe ottocentesche e dei primi del novecento, le illustrazioni naturalistiche e quelle contenute nei testi di esoterismo e di fiabe. In poche parole tutte le situazioni in cui vi è un'attenzione particolare all'armonia delle linee o all'attenzione per i dettagli. Trovo ci sia qualcosa di meraviglioso nella perizia con cui vengono resi i dettagli intricati nelle stampe naturalistiche e le atmosfere sognanti o a tratti disturbanti delle illustrazioni più fiabesche o magiche.


I tuoi soggetti sono vari e numerosissimi e frequentemente crei illustrazioni “in serie”, legate da un tema comune. Da dove prendi ispirazione per questi percorsi visivi? Segui istintivamente il primo accenno d’idea che si affaccia alla tua mente o ragioni molto prima di iniziare a svilupparla?

Generalmente i pezzi "in serie" nascono assieme, se non come bozzetto quantomento come concept generale. Non penso di essermi mai soffermata a domandarmi perchè alcuni percorsi necessitino di più opere per essere eviscerati. Quando penso dei soggetti in serie è perchè nella mia mente nascono come un'opera unica: di solito scaturiscono da interessi, idee, storie che hanno bisogno di più elementi perchè io possa ritenere di aver espresso quanto avevo da dire a riguardo. In qualche modo a pensarli da soli li vedo "monchi", hanno bisogno della vicinanza degli altri per chiudere un discorso, il fatto stesso che si possano confrontare con altri della stessa serie per evidenziare gli elementi comuni e le differenze tra gli uni e gli altri va a rafforzare l'idea che li sostiene.


Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?

La musica è un elemento onnipresente nella mia vita. Ascolto moltissima musica e ho dei lunghi periodi in cui mi ossessiono per un autore, un genere o anche una singola traccia ma raramente penso che influenzi quanto disegno. Ogni tanto qualche canzone, o qualche frase di canzone mi si fissa in mente e da quell'immagine o suggestione nasce un disegno altrimenti è raro che ci siano delle influenze in un senso più ampio. Generalmente quando disegno ascolto autori o generi di cui sono particolarmente invaghita in quel momento ma allo stesso tempo mi piacciono molto i contrasti e l'ironia delle cose e delle situazioni per cui non è strano per me cercare attivamente tracce che siano in diretta opposizione nei temi o nei toni con quello che sto disegnando.


Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Ringrazio voi per avermi ospitato. Al momento ho iniziato quella che, una volta conclusa, sarà la serie più lunga che io abbia mai progettato e realizzato sto lavorando ad un mazzo di Tarocchi, rielaborando con il mio stile l'iconografia dei Tarocchi Marsigliesi.


Grazie a te Sara, noi continueremo a seguirti curiosi
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