#crunch186 | Violante Varriale

#crunch186 | Violante Varriale

"Noi che abbiamo un mondo da cambiare, noi che ci emozioniamo ancora davanti al mare." Pino Daniele – Anna verrà


Ciao Violante e benvenuta tra i morsi quadrati! 
Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo? 
Ciao ragazzi, per prima cosa grazie di questo invito, ritrovarmi tra i vostri morsi quadrati è un vero piacere; 
be’, non saprei da quando ho iniziato a disegnare precisamente, lo faccio da che ne ho memoria, e non ricordo un momento della mia vita in cui non lo abbia fatto. Sono sempre stata curiosa e mi piaceva tanto ascoltare le storie che mi venivano raccontate, quelle della campagna dove sono cresciuta, sempre sotto un albero (o sopra) e circondata da animali, adoravo le storie che mi raccontava mio nonno, io gli servivo il caffè in delle tazzine minuscole e lui mi raccontava le favole, i “fatterelli” le chiamava,  ne restavo completamente rapita e credo che crescendo ad un certo punto, abbia sentito l’esigenza di far uscire, in qualche modo, tutti quei mondi che immaginavo. 


Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
Questa citazione racchiude un messaggio emblematico per il momento storico in cui siamo immersi, credo che davvero ci sia bisogno di cambiare il mondo, ne abbiamo avuto la prova più volte ma mai come adesso. Sono persuasa del fatto che l’uomo e la natura possano convivere in armonia solo se si ha la volontà di farlo tutti insieme e con coscienza; e cosa ci unisce più del mare? quanto ci manca adesso? a me tantissimo, è un amore che non si può spiegare a parole, radicato nella coscienza, è un soggetto ricorrente delle mie opere, qualche anno fa ho avuto l’onore di illustrare una Poesia bellissima di Eduardo De Filippo, chiamata proprio ‘O Mare, per questo quando ho letto questa frase scritta dal caro Pino Daniele, non ho proprio avuto scelta.


Spesso i soggetti delle tue opere non hanno occhi. Li hanno persi da qualche parte o non sono mai stati previsti? Che storia racconta la loro assenza?
Sì, spesso non li hanno, prima di arrivare a questa fase della mia produzione c’erano, ma a volte notavo, sentivo, che chi li guardava si chiedeva, perché avessero gli occhi tristi, perché guardassero di lato, perché guardassero in alto, senza soffermarsi sugli altri particolari, sulla gestualità, sui colori, sulla matericità, volevo che gli occhi non fossero la prima cosa su cui soffermare il proprio sguardo e ad un certo punto li ho tolti per far spazio ad una dimensione più intima e profonda, cercando di creare un dialogo tra opera e fruitore, che andasse oltre lo sguardo, oltretutto per me non metterli, è anche un piacere puramente estetico.  Anche se…a volte ci sono, ma celati dietro degli occhialoni niente male!

C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Devo tanto agli autori che negli anni hanno accompagnato la mia formazione, mi piacciono molto i libri di Poesie, quelle di Prévert, con quel modo così autentico e senza tempo di amare, ma anche Baudelaire o le storie epiche, tutto ciò che è mito mi affascina, Le metamorfosi di Ovidio ad esempio, o le vecchie leggende napoletane, ma anche la letteratura per l’infanzia, tutt’ora leggo le favole di Beatrix Potter, ricordo che da bambina mi facevano sognare, ma devo tanto, anche alla produzione teatrale napoletana e  tantissimo alla pittura, ai colori di Matisse, alle sintesi di Picasso, alle atmosfere di Hopper, ed anche ai maestri sacri dell’illustrazione come Sergio Toppi e Lorenzo Mattotti, poi ancora a Simone Rea, Carl Cneut, Satoe Tone, Emiliano Ponzi, insomma la lista è lunga, avrei altro da aggiungere, ma rischio di far notte!


Sei affezionata a una specifica tecnica o a un supporto o cambi spesso strumenti e materiali? Li ritieni parte integrante dell’opera finale o sono solo la base su cui poggiarla?
La tecnica che utilizzo è principalmente quella acrilica, mi permette di stratificare proprio come piace a me e cambiare colore ogni volta che mi va, tra le altre tecniche ci sono il digitale e la serigrafia, che mi permettono di rendere il mio stile versatile. Scelgo accuratamente i supporti che utilizzo, come fosse un rituale magico, seleziono quelli che mi permettono di creare più strati così da poter utilizzare le punte di incisone senza rischiare di danneggiare il lavoro. Per i grandi formati prediligo i pannelli di legno compensato, che scelgo preferendo quelli con le venature più evidenti perché mi piace che si intravedano, mi piace l’idea che quel legno si trasformi, proprio come una magia. 



Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
La musica…cara amica. Così come per il disegno, vale anche per la musica, è da sempre che per me le due arti vanno di pari passo, l’una accompagna l’altra. Quando dipingo scelgo con attenzione cosa ascoltare, perché ad una certa non posso fare a meno di cantare, immaginate i guai che farei! Per questa illustrazione per esempio, ho consumato il vinile “Dalla” di Lucio Dalla, un vero capolavoro. 


Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Per il futuro, per il futuro ho un po’ di progetti in mente, uno molto connesso alla mia città, ma anche qualcosa che sappia un po’ di India, poi sperimentare nuove tecniche, scoprire, e magari un cambio di palette, chissà!
A voi, grazie grazie grazie. 

Grazie a te Violante
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