"What is that you express in your eyes? It seems to me more than all the print I have read in my life." Walt Whitman
Ciao Serena, benvenuta tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Ciao, sono molto felice di far parte anche io del vostro mondo quadrato!
La risposta più gettonata a questa domanda è che disegno “da sempre”, o meglio da quando ero una bambina.
In effetti è la verità, come tutti i bambini amavo giocare, disegnare e guardare i cartoni animati.
Ma mi dicono che quando disegnavo avevo l’innata capacità di escludere completamente il mondo circostante, ero così immersa in quello che facevo che non mi rendevo conto di cosa accadesse intorno a me, cosa che succede ancora oggi, infatti spesso perdo la cognizione del tempo. Il foglio è il mio rifugio, il mio mondo tranquillo in cui rilassarmi, sfogarmi, concentrarmi o distrarmi da brutti pensieri.
Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
Sono fermamente convinta che gli occhi parlino molto di più, e più sinceramente, della bocca. Tutti noi spesso siamo costretti a celare i nostri veri sentimenti per i motivi più disparati, ma gli occhi lasciano trapelare spesso i veri pensieri nascosi dietro le parole filtrate dal cervello, ma bisogna saper osservare con attenzione, e Walt Whitman era un bravissimo osservatore. Per questo ho scelto questa frase e per lo stesso motivo disegno sempre volti umani, ricerco le espressioni facciali che mi raccontano una intera storia in un solo sguardo.
I tuoi lavori sembrano estratti direttamente da momenti appena vissuti. Sono reali? In parte biografici, in parte inventati? E come passi dall’idea alla realizzazione del disegno?
Durante il progetto del 2019, in cui ho realizzato un'illustrazione al giorno per 365 giorni, molte immagini erano certamente ispirate a ciò che mi accadeva giorno per giorno. Ma non sempre è così, in realtà spesso l’ispirazione nasce da un immagine, una foto di riferimento trovata durante le mille ricerche che faccio ogni giorno, spesso un volto, un espressione particolare che, come dicevo prima, mi suggerisce una storia o trasmette un emozione. Dopodiché al soggetto che stuzzica la mia fantasia aggiungo forme, colori e spesso elementi della natura come animali e fiori con cui interagisce dando vita ad un nuovo racconto. Alcune volte mi basta un dettaglio per avere ben chiaro in mente come si evolverà quella determinata opera, altre volte prima di un definitivo faccio mille collage con foto e schizzi e tutto quello che mi capita, poi cerco un senso nel caos che ne risulta, scarto il superfluo, incastro tutti i pezzi e quando l’immagine è chiara nella mia mente realizzo la mia illustrazione.
C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Ho sempre avuto difficoltà a rispondere a questa domanda perché ce ne sono molti, forse troppi, tra storici e contemporanei, sarebbe un elenco lunghissimo.
Alcuni nomi sono: Klimt, Mucha, Chuck Close, ma anche la Etam Cru (un gruppo di street artists tutti bravissimi), illustratori come Marco Mazzoni e Carll Cneut o Gabriel Moreno… insomma potrei non fermarmi più.
Amo molto anche i libri, sopratutto quelli illustrati, ma anche qui sarebbe un lungo, lunghissimo elenco, meglio evitare.
Lo sfondo delle tue illustrazioni è perlopiù neutro. Lo lasci volontariamente vuoto per dare centralità al soggetto ritratto? E, dato che non è quasi mai bianco e il colore non sembra lasciato al caso, lo scegli in base a un’idea precisa o procedi per istinto visivo?
Sì, lo sfondo ha la funzione principale di far risaltare il soggetto protagonista dell’illustrazione. La scelta è dettata molto dalla componente emotiva di tutto il pezzo, quindi per lo più è una scelta istintiva, ma avere le basi della cromatologia è molto utile, perché anche il migliore istinto spesso può sbagliare!
Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
La musica è una compagna di vita.
Se trascorri la maggior parte della giornata disegnando l’isolamento dal resto del mondo è una conseguenza abbastanza logica. La musica non mi fa sentire mai sola, alcune volte è un sottofondo rilassante, certe volte mi aiuta a scandire il ritmo del lavoro, altre volte ancora è la fonte primaria dell’ispirazione. Come potete ormai immaginare anche per la musica i miei gusti sono molto vari, dipendono molto dal mio stato d’animo, la cosa che preferisco di più però, sopratutto mentre lavoro, è la radio accesa. La radio oltre a farmi compagnia è molto utile per aprire la mente, grazie alla varietà di canzoni spesso sconosciute e inaspettate che passano in certe stazioni.
Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Grazie a voi per avermi coinvolta, ammiro molto quello che fate.
I progetti futuri sono tanti, alcuni più definiti di altri.
Tra tanti vorrei finalmente riuscire a realizzare ben due libri che ho nel cassetto, a cui lavoro da un po’, spero presto di riuscire a renderli reali, non so se tramite autoproduzione o altro, anche se produrre un libro non è facile.
Altro obiettivo 2020 è quello di creare un contatto più diretto con chi apprezza quello che faccio creando uno shop online e una serie di prodotti personalizzati molto creativi, con la speranza di fare una cosa gradita. Questo progetto è iniziato con l’apertura del mio sito personale dove si possono già trovare alcune novità. Grazie ancora.
Grazie Serena e in bocca al lupo per i tuoi progetti!
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