#crunch170 | OSC

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"Laugh, and the world laughs with you; weep, and you weep alone" - Oh Dae Su (Old Boy)

Ciao Lorenzo e benvenuto tra i morsi quadrati!
Ciao! Grazie per avermi invitato, é bello mmm “essere” qui!

Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo? 
Non ricordo con precisione quando ho iniziato, non è stata una decisione netta. Sicuramente è qualcosa che faccio da quando ho memoria, un modo di esprimermi che mi accompagna da sempre e che è cresciuto con me. Una specie di amico con il quale non vado sempre d’accordo purtroppo. Di certo l’enorme quantità di cartoni e videogiochi che ho assorbito fin da piccolo ha accresciuto il mio desiderio di disegnare, creare personaggi, mondi e allo stesso tempo ha consolidato il mio immaginario. 

Ora che ci penso c’è stato un momento di svolta interiore col disegno: nel 2016 ho fatto la muta e ho scelto di chiamarmi OSC.
Da quel momento mi sono sentito pronto a prendermi più sul serio.


Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
È una frase alla quale sono molto legato per varie ragioni. Un po’ mi affascina la sua durezza, rassegnazione al male del mondo, alla solitudine che ci accompagna tutti prima o poi. Un po’ mi attrae un secondo livello di lettura che può essere interpretato come un’invito a guardare il lato positivo delle cose, a reagire. Ma soprattutto è una frase importante per me perché è indissolubilmente legata a un film meraviglioso e alla persona che me lo fece conoscere che, purtroppo, non c’è più.


Il tuo stile è inconfondibile, la sua linea grafica e i colori, spesso in contrasto e sfumati al minimo, restano impressi nella retina. Hai sempre avuto questa tendenza stilistica o ci sono volute molte sperimentazioni e prove prima di arrivare a questi risultati?
Ahah quali risultati? A dire il vero non ho bene inquadrato il mio stile, quando guardo i miei lavori vedo un miscuglio di roba diversa, è quasi frustrante ma allo stesso tempo mi diverte variare. Ritengo di essere in costante sperimentazione ed evoluzione ma di sicuro ho sempre adorato i colori accesi, netti, acidi. Penso di avere un approccio più grafico, in questo. Sono convinto che c’entri anche il fatto che, nella mia veste diurna, lavoro come grafico e motion designer, per accontentare i clienti devo sempre fare ricerche di stile, riuscire a padroneggiare tecniche diverse ogni volta (e riuscirci velocemente perché hanno tutti fretta). Questo mi porta ad accogliere influenze sempre nuove e talvolta a innamorarmi di questa o quella estetica e portarmela dietro.

Per il resto lascio che sia l’istinto a guidarmi, il più delle volte disegno direttamente a penna, questo mi aiuta ad essere più essenziale, deciso. Sono convinto che lasciarsi andare e disegnare di getto sia il modo più efficace per raggiungere il fulcro del messaggio. Innamoratevi della prima idea che vi salta in mente, il più delle volte è quella giusta.


C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Ah! Domanda complessa. Mumble mumble. Ne devo tirare in ballo più di uno, collegati ognuno a diversi momenti della mia vita. Posso dire che nelle mie fondamenta vedo Akira Toriyama e la sua esplosività, tutto quel Giappone energico e sgargiante che ha conquistato ogni mio atomo. Più tardi sono stato investito fortissimo da Moebius, per forza di cose cacchio. Moebius è... uffff. Senza fiato. Lui è il mio substrato calmo, meditativo, esoterico, onirico, lisergico.

Ma non posso non citare la mia corteccia attuale: Taiyo Matsumoto. Rimasto folgorato completamente. Il primo contatto l’ho avuto con Tekkonkinkreet (il film, con lo zampino di Masaaki Yuasa) e più che un contatto è stato un impatto tipo esplosione di Neo Tokyo. Il secondo contatto con Matsumoto credo sia stato Sunny (edito da Jpop in Italia se non l’avete letto recuperatelo subito) e con questa opera ho capito davvero quanto può essere potente un fumetto. In Sunny mi sono immerso come non mi era mai capitato prima, mi è sembrato di respirare la stessa aria dei protagonisti, sentire la brezza. Un’esperienza sinestetica unica. Io non sono un fumettista come i sopracitati maestri, ma nei miei disegni cerco di narrare storie segrete lasciando che siano i piccoli dettagli, le atmosfere o i simboli a raccontarle.


Dato l’impatto visivo dei tuoi lavori verrebbe da pensare che sei un adepto del digitale. Ma ad uno sguardo più attento si nota l’esperienza “analogica”. Come ti rapporti ai differenti medium? Hai una preferenza in merito?
Il digitale mi piace assaje - colori acidi e netti dicevamo? - ma a onor del vero mi ci sono affacciato molto tardi, avevo almeno una ventina d’anni. Quando scoprii il disegno digitale mi sembrò di aver trovato finalmente le risposte a tutti i miei dilemmi tecnici, finalmente avevo gli strumenti per realizzare quei disegni perfetti che vedevo nelle concept art dei videogiochi. Difficile uscirne, ormai ragiono per layer e metodi di fusione, ma quell’organicità, quel volume, che ti dà il disegno fisico, meccanico, è irraggiungibile.

Facendo il pendolare, al momento disegno quasi esclusivamente quando sono in treno, perciò disegno su iPad, ma non è raro che imbracci il mio fedele pennarello Molotow nero come la pece e mi metta a inchiostrare sul quadernino da 50 centesimi che mi porto dietro.

Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
Ho sempre avuto difficoltà ad ascoltare e capire i testi delle canzoni. Anche italiane. Non so perché. Deficit di attenzione forse.
Questo mi ha portato a concentrarmi sulla parte strumentale dei brani. Credo che la musica “pura”, senza parole, agisca su un piano universale capace di rompere le barriere del linguaggio e del pensiero, pervadendo direttamente il sistema nervoso. Questo per dire che è quasi impossibile che il testo di una canzone mi ispiri, sono piuttosto la sua atmosfera, i suoi suoni, a farlo. Questo mio modo di approcciare l’ascolto mi ha fatto scoprire mostri sacri come Amon Tobin, Alessandro Cortini, i Noisia, tutti accomunati da un suono inconfondibile e complesso, ricco di dettagli. 


Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Principalmente disegno The Vegans ( the.vegans.from.vega ), una webcomic in cui racconto la vita di una giovane famiglia, la mia, attraverso le piccole cose di ogni giorno che mi fanno sorridere. Per ora è solo una manciata di vignette ma l’obiettivo è di espandere  il “brand” su più fronti. Sto anche lavorando a delle nuove cosette con i ragazzi di Space Valley ma non posso dire altro.

Ho una miriade di progetti in sospeso, tra cui un artbook, che è quasi pronto, e un progetto musicale, @erekutoronikku, ancora in fase di sviluppo.

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