Save the Christmas | Paolo Perlini | Fabs Nocera

Save the Christmas | Paolo Perlini | Fabs Nocera

(c) grafiche di Martina Masottii - illustrazione di Fabs Nocera

Se il vostro occhio fosse quello di una rondine, tra una virata e l’altra non vi sfuggirebbe che sul terreno c’è qualcosa di inconsueto che serpeggia.
Sorvolereste un po’ la zona fregandovene, perché le rondini non sono soggetti curiosi. E per dirla tutta, adesso le rondini manco ci sono, stanno tutte al caldo nel centro dell’Africa.
Ma se il vostro occhio fosse quello di un’aquila, notereste subito che quella cosa inconsueta e serpeggiante è una fila di esseri umani, e si sa, le aquile sono curiose e durante il freddo invernale lo diventano ancora di più. Se c’è da lanciarsi in picchiata lo fanno senza esitazioni.

Io possiedo due occhi disuguali, uno da passero mansueto e l’altro da predatore. Sono curioso ma anche prudente e per questo seguo con attenzione la fiumana di persone che si dirige verso una struttura di legno, del tutto simile a un grande barcone.
Save the Christmas” ci sta scritto.
Una passerella di legno è collegata al ponte della nave e tutta la gente che sta in coda è impaziente di salire. Quei due davanti, che si scambiano gomitate senza remore, hanno tutta l’aria di essere Babbo Natale e la Befana. Volo sopra le loro teste, voglio sentire cosa dicono.
“Proprio con te dovevano mettermi in coppia, vecchio ciccione alcolizzato. Non provare a scoreggiare eh? ”
“Ma sta zitta, datti una calmata. Oh oh oh…”.
“E finiscila con questo oh oh oh! Non c’è niente da stare allegri”.
“Scusami ma io devo farlo, oh oh oh, e smettila di brontolare altrimenti scoreggio davvero, oh oh oh”.
“Ma vattene al diavolo”.
Sorrido, come può farlo un essere munito di becco e volo sopra la seconda coppia male assortita, una renna accompagnata dal bue. Non capisco nulla di quanto dicono, ma vedo che lei assesta delle cornate sul dorso del bovino e lui ricambia mulinando la coda e usando il muso come un maglio.
Proseguo, la situazione diventa sempre più strana, imprevedibile e curiosa. All’improvviso, un uomo dalla faccia patinata e un ciuffo alla Mike Bongiorno si staglia sulla porta del barcone e con voce stentorea proclama:
“Bene signori, procedete in questo modo: entrino per primi i personaggi dei natali futuri, poi quelli del presente e infine i natali passati”.
Babbo Natale e la Befana si guardano negli occhi.
“Voi due!” esclama Mike Bongiorno, “sì, dico a voi, date il buon esempio e venite avanti. Lo so, è un grande sacrificio che vi si chiede ma questo è l’unico modo per salvare il natale: salire sull’Arca e sparire per tre anni. Da oggi il Natale diventa bisestileeeee! Allegria!”
Mi appoggio su un ramo gelato e assisto all’imbarco di tutti questi strani personaggi. Alcuni sono felici di prendersi tre anni di riposo, altri ne sembrano provati.
Alla fine, la passerella viene tolta, le porte chiuse e sigillate, dall’Arca spuntano delle vele e pure delle eliche. Accompagnata da un sibilo la struttura si alza e per un po’ la seguo, volteggiando sulle spalle del timoniere, un individuo vestito da ferroviere e che assomiglia tanto a Tom Hanks.
“Che ingenui” dice sputando a terra. “Solo dei personaggi da favola possono credere alla storia del Natale bisestile. Tsk! Come arrivo sul Mediterraneo me la squaglio e faccio colare a picco la barca”.
E dicendo questo, con un’ampia virata piega a sinistra. Io, per inerzia e consuetudine, tiro dritto. Volto il muso e vedo l’Arca diventare sempre più piccola, fino a scomparire.
Addio Natale.

© Paolo Perlini


 © illustrazione di Fabs Nocera

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