Mi ricorderò di te | Mary South

Mi ricorderò di te | Mary South

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Umani tentativi di utilizzare la tecnologia come meccanismo per far fronte al profondo dolore emotivo

di Chiara Bianchi

Ho letto questa raccolta di racconti mentre mi trovavo seduta in una corsia d’ospedale, in attesa di notizie di una persona cara che si trovava in sala operatoria. Un posto più appropriato non credo ci potesse essere!

Mi ricorderò di te, titolo della raccolta e di un racconto, contiene dieci racconti scritti da Mary South, tradotti da Stefano Pirone e pubblicati da Pidgin Edizioni

Un titolo che suona quasi come una minaccia: in copertina, una chiavetta usb nasconde un coltellino, ma all’interno, di affilato, c’è solo la tagliente scrittura di South che colleziona storie e personaggi invischiati con la tecnologia: revenge porn, video carichi di atrocità, stalking sui social media, troll di internet, mascolinità e maternità tossiche. La tecnologia permette il prosperare dei peggiori istinti dei personaggi. Raramente, permette la creazione. Alla base dei racconti ci sono precisi dettagli sulla contemporaneità e un uso del linguaggio ricco di immaginazione. L’uso della tecnologia sembra determinare una solida impalcatura per storie familiari e incomunicabilità. La maternità, per esempio, diventa il perno di molte storie, quasi un’ossessione: Mi ricorderò di te cela una madre defunta, mentre parla di violenza subita da uno stupratore, L’ostello promesso vede una donna che allatta gli ospiti, un gruppo di uomini-bambino, dopo la morte di suo figlio. In Keith Prime s’immagina come potrebbe essere la maternità in un futuro distopico, mentre la voce narrante di Domande frequenti sulla tua craniotomia spiega come crescere i bambini di fronte al dolore della perdita – questo racconto è scritto in forma di FAQ da sito web medico. In Non è Setsuko viene data voce alla matriarca più torbida e inquietante: una madre in lutto adotta brutali misure per crescere la sua secondogenita come reincarnazione della sua prima figlia morta assassinata all’età di nove anni. Il marito regista sta girando un film sulla loro tragica storia. Realtà e arte si confondono rendendo tutto ancora più creepy. 

In L’agente immobiliare dei dannati al centro della storia c’è il fantasma presunto di una donna che ha subito diversi aborti, una moglie «allegra finché non si è confrontata con la sofferenza di un desiderio vulnerabile e devastante, momento in cui p diventata allegra oltre ogni consolazione».

Sono storie cariche di humor nero a digiuno di sentimentalismo, nella tecnologia rimbomba l’eco di ciò che è irrimediabilmente perduto: la vita pre-violenza, la maternità interrotta e/o negata, quel senso di normalità evanescente dopo la morte di una persona cara. 

Forse la vita era meglio viverla consumando quei piaceri che erano immediatamente alla portata, invece di inseguire un dato risultato con determinazione e passione. (da Campeggio Giabervocco per la riabilitazione di troll di internet, p. 193)

Alla fine di ogni storia, si ha la precisa sensazione che i personaggi riescano a uscire dai loro comportamenti deviati e compulsivi solo nel momento in cui sono disconnessi. Quasi a dirci che solo restando connessi alla vita, accettando le tragedie, saremo in grado di accogliere l’imprevedibile. 

Quel che alla fine ci permette di lasciarci le cose alle spalle non è l’accettazione ma la noia. (da L’ostello promesso, p. 121)



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Titolo: Mi ricorderò di te
Autore: Mary South
Editore:
Pidgin Edizioni
Pagine: 276
Pubblicazione: 12 ottobre 2022


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