Andare per fiere dell’editoria significa alzarsi presto al mattino, prendere il primo treno, trascorrere qualche ora in viaggio con degli sconosciuti e sapere di essere diversi.
Significa viaggiare con lo zaino vuoto, sperando o illudendosi di riempirlo di libri, gadget, opuscoli, biglietti, quaderni, fogli volanti.
Andare per fiere dell’editoria significa girare intorno agli scaffali dei libri, prenderli, abbracciarli, portarseli dietro a lungo e poi, a malincuore, rimetterli giù prima di uscire.
Significa incontrarsi con amici che provengono da lontano e che si vedono di rado ma sapere che soffrono della vostra stessa malattia.
Significa fermarsi davanti al muro del pianto, guardare i biglietti da visita, attaccarci i propri.
Significa fare progetti per i mesi che verranno, preparare mail, bozze di idee, riempire fogli di spunti e nuovi sogni che sarebbe bello se si riuscisse almeno ad iniziare.
Significa riempire il cuore di colori e parole, tornare carichi non solo di peso sulle spalle ma anche nel cuore.
Ciao Bologna, grazie.