Minirecensioni Musica 02 | Aprile 2018

Minirecensioni Musica 02 | Aprile 2018

Amandla - Non ci pensare 
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Album d’esordio per il gruppo comasco degli Amandla, “Non ci pensare” è un indie-pop molto ben confezionato, con passaggi che scavano nel rock senza mai esagerare. Otto canzoni con delle ottime intuizioni, melodie orecchiabili e che dal vivo, probabilmente, sarà in grado di rendere ancora meglio. “Non ci pensare” rischiava di essere il solito disco già sentito e invece stupisce e conquista.


Fase39 - Imperfetto EP 
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Nuovo lavoro discografico per i torinesi Fase39: “Imperfetto” è un EP composto da 5 canzoni che vagano fra vari generi. Si parte dal pop e dal rock, si arriva all’hip-hop e si gioca un po’ con l’elettronica. Forse è un po’ troppo per un EP, l’ascolto risulta frammentato e non si arriva a una meta vera e propria. La sperimentazione è sacrosanta, solo che questa volta il risultato non c’è.


MANITOBA –  “Divorami” 
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Per i Manitoba farò un paragone azzardato: loro potrebbero tranquillamente essere i The Kills italiani, se al posto della Mosshart ci fosse stata Loredana Bertè e se avessero avuto una spinta più elettronica e meno rock. “Divorami” è l’album di debutto per il duo toscano che ha carica da vendere e capacità musicali fuori dal comune. Ecco, il disco è intriso di superpoteri da scrittori e musicisti di Giorgia Rossi Monti e Filippo Santini. “Divorami” se la suona e se la canta da solo, il modo in cui va ascoltato è tutto nel titolo.


 INDIANIZER – “Zenith” 
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Secondo disco per gli Indianizer, che con “Zenith” si cimentano nella sperimentazione, con jam session furiose in studio condite successivamente dalla scrittura di testi. Insomma, tutto l’album è un’insalatiera ricchissima di ingredienti messi insieme per scoprirne il gusto, le combinazioni, i retrogusti, le esplosioni e gli incroci inaspettati. Dentro c’è tutto, ci sono suoni che arrivano da tutto il mondo, c’è la psichedelia, la jungle, il funky e se ve le dovessi elencare tutte non smetterei più. “Zenith” è un album che vi lascerà a dir poco entusiasti.


LAMANSARDA – “Foreign bodies”  
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I Lamansarda fanno un salto indietro nel tempo e con “Foreign Bodies”, il loro disco di esordio, ci portano più o meno negli anni ‘60 e ‘70, in un luogo verdissimo e dall’aria pulita. Fin dalle prime note dell’album ci si sente stranamente confortati e in un ambiente casalingo. Nulla accade per caso, “Foreign bodies” è un concept album che gira intorno all’idea di famiglia in senso lato ed esplora i rapporti umani, di sangue e non. Davvero un lavoro di pregio per la band napoletana, che inizia la propria carriera con una maturità straordinaria. 


PAOLO SAPORITI – “Acini”
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Ascoltando “Acini”, il nuovo disco di Paolo Saporiti, la prima impressione è quella di qualcuno che ci ha messo cuore e anima nella composizione delle canzoni. Dopo aver scoperto che il disco è ispirato al romanzo “Acini d’uva” scritto dal padre, il puzzle si completa e tutto si mette a fuoco. “Acini” richiama apertamente sonorità semplici ma intense, un po’ come quelle di Nick Drake, con una bella manciata di sperimentazione e di cantautorato mai banale che mostra le abilità artigianali di Saporiti.

© Fiorella Vacirca

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