Crunchifica album 2016

Crunchifica album 2016

Dicembre, il 2016 sta per terminare la sua corsa. Tempo di bilanci, di somme, di punti, chiamateli pure come vi pare. Fatto è che oggi, a poche ore dal Capodanno, stiamo tutti qui in macchina, davanti allo specchio del bagno, sul davanzale della finestra con lo sguardo perso nel vuoto a stilare una lista mentale di buoni propositi – che disonoreremo già dal 2 gennaio – e a chiederci “che anno è stato? Per quali momenti ne è valsa davvero la pena?”

Lo so, “oddio che palle, un’altra inutile classifica dei migliori album/film/chissene 2016. Ma una inutile classifica delle inutili classifiche?”.
Lo so, vi vedo tra un proposito e un altro ad alitare sullo specchio di cui sopra per disegnare una “V”, simbolo della vastità del ca(trallallero) che ve ne frega.
Ma.

La classifica degli album italiani 2016 di CrunchEd, o meglio la CRUNCHIFICA, è differente e saprà come attrarvi. Perché gattiniiiiii!

Visto? Ora che ho la vostra attenzione – e se siete arrivati a leggere fino a qui senza invocare Dracarys, è perché amate CrunchEd o odiate i gattini – posso illustrarvi il motivo di tanta diversità.

Prima di tutto la Crunchifica non è stata stilata solo seguendo criteri estetici e qualitativi ma anche (e soprattutto) emozionali, chè qui, lo sapete, non si bada tanto a ciò che muove la massa cerebrale quanto a ciò che muove le viscere. Le canzoni sono odori, luoghi, persone. Metti su un disco e in un attimo sei lì, tra quegli odori, in quel luogo e con quelle persone. La musica è l’album dei ricordi perfetto, specie nei momenti come questo in cui ci si ferma, ci si raccoglie e si guarda dal davanzale della finestra l’orizzonte a forma di punto interrogativo.

In secondo luogo perché bambiniiii con gattiniiiii

(Paura, eh?)

No, allora. Ricomponiamoci. In secondo luogo perché non c’è album dei ricordi senza bicchiere di vino accanto per lenire la nostalgia. E non c’è dicembre senza brindisi, festeggiamenti alcolici e vodka accanto per lenire il disagio del “che fai a Capodanno?”.

Per cui mettetevi comodi, accendete lo stereo, Spotify o la nonna e iniziate a sfogliare l’album sonoro della Crunchifica sorseggiando il cocktail o il vino che l’album vi suggerisce.

1 - Afterhours - Folfiri o Folfox
Catartico, una discesa agli inferi e ritorno. - Skotch invecchiato che tuo padre custodiva gelosamente in dispensa -
Puoi leggere la nostra recensione qui.

2 - Omosumo -S/T
Ipnotico come il pulviscolo tra i raggi in controluce in un pomeriggio d’autunno che illuminano le assenze  - Assenzio -
Ne abbiamo parlato qui.

3 - Persian Pelican - Sleeping Beauty
Il fratello di Devendra Banhart esiste e vive nelle Marche - Birra double IPA dal forte sapore di luppolo, di terra, di strada -

4 - Birthh -  Born in the woods
Cresciuta a pane e Daughter, Birthh sa che la nebbia non è ad esclusiva degli inglesi e nelle atmosfere ovattate trova la sua dimensione - Bayles -

5 - Niccolò Fabi - Una somma di piccole cose
C’è che dovrebbero inserire “Niccolò Fabi” nella Treccani come sinonimo di “umanità” - punch caldo in una baita di montagna -

6 - Alessandro Fiori – Plancton
Dall’interno della pancia della balena, Alessandro ci racconta di come le persone non siano bianche o nere. Ma blu.  - Blu Curacao -

7 - Giorgieness - La giusta distanza
Rabbioso, vissuto, urlato e genuino come sa essere l’amore a vent’anni. - Bloody Mary -

8 - Francesco Motta - La fine dei vent’anni
Francesco ce l’ha fatta, ha varcato il confine ed è andato a fare la rivoluzione. - Rum cubano -

9 -Francesco Di Bella - Nuova Gianturco
Il Vesuvio non erutta, canta. E non lo ha mai fatto così dolcemente. - Nocino napoletano -

10 - Marlene Kuntz - Lunga Attesa
Mancavate. Traccia 1 ed è subito 1999, uccidi il vile ma con stile. Rosso sangue. - Barolo invecchiato 30 anni -

© Isabella Di Bartolomeo

Fare questa Crunchifica è stata una gran bella lotta, quest’anno sono usciti tantissimi album degni della prima posizione. Per scelta personale tendo a non fare classifiche, trovo difficile regalare una posizione in più o una in meno all’arte che mi emoziona. Ci ho provato comunque dopo essermi concentrata e aver eliminato qualche nome (forzatamente) e il risultato è questa Crunchifica degli album stranieri 2016.

1) David Bowie – Blackstar
Album dell’anno senza mezzi termini. Un viaggio immenso (l’ultimo) dentro l’universo di Bowie. - Ambrosia -

2) Leonard Cohen – You want it darker 
Un disco profondo e bellissimo, in grado di riempire le stanze di casa con il tipico cantato di Cohen.  - Red Needle -
Ne abbiamo parlato qui

3) Radiohead - A moon shaped pool 
A moon shaped pool è - a tutti gli effetti - una piscina di lacrime notturne e di bellezza al chiaro di luna. - Vodka liscia -

4) The Rolling Stones – Blue & Lonesome 
Gli Stones tornano alle loro origini blues con un album da veri ragazzacci. - Bourbon -
Ne abbiamo parlato qui

5) Nick Cave - Skeleton Tree
Un lavoro che sembra di difficile ascolto, mentre invece svela il lato più fragile di Nick Cave. - Scuro ma dolce come un liquore alla liquirizia -

6) Lisa Hannigan – At Swim
La forza vocale di questo folletto irlandese tutta racchiusa nelle tracce del suo disco di ritorno. - Birra stout corposa e aromatica -
Ne abbiamo parlato qui.

7) Bon Iver – 22, a million
Bon Iver è Bon Iver, qualunque cosa tocchi si trasforma in oro, e di oro è fatto anche 22, a million. - Champagne cristal -
Ne abbiamo parlato qui

8) James blake – The colour in anything  
Qualunque cosa sia successa a Blake, gli è servita a scrivere questo lunghissimo e intensissimo disco, che colora di grigio nebbia ogni cosa. - Old fashioned -

9) Beyoncé – Lemonade 
La regina delle classifiche mondiali si lascia andare in un concept album che contiene tutto: mille generi, mille arrabbiature, tutta la sua potenza di donna. - Esplosivo e multistrato come un B52 -
Ne abbiamo parlato qui

10) Frank Ocean – Blonde
L’artista che si conferma padrone della sua arte, senza se e senza ma, a discapito di chi lo pensava già finito. - Intramontabile e classico come un Martini Dry -

© Fiorella Vacirca

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