Zehn | Noisyra

Zehn | Noisyra

FORMAZIONE:
Noisyra | voce, ukulele, basso, chitarra, loop, tastiera, tamburo del tuono, lastre di plexiglass, e-bow

GENERE
Experimental Depressive Lo-Fi Songwriting | Apocalyptic Folk | One Woman Band

PROVENIENZA
Carpineto Romano (Roma)

SEGNI PARTICOLARI
Un respiro profondo nella parte più oscura dell’essere.

DISCOGRAFIA

2018 | Inner Collapse - MIM

2021 | Wound - EP coprodotto con Rosario Rizzo

2023 | In Solitude I Find Me - EP coprodotto con Andrea „Nero Perimetrale“ Battisti

«Queste terre non sono state create per noi che sappiamo solo distruggere e ferire.
Queste terre non sono state create per noi e non meritiamo di vivere qui o altrove.»


1_Come e perché nasce il progetto Noisyra?
Noisyra nasce dall'esigenza psicofisica di alleggerire il peso del mondo intero che mi schiaccia.

2_ Dove prendi ispirazione per creare la tua musica?
Dal mostro che ho dentro che mi fa creare tutto ciò, ma in verità può assumere qualunque sembianza nell’ascoltatore. Ognuno ha i suoi demoni e il mio si chiama Disturbo Borderline di Personalità.

Mi piace definire la mia musica "Experimental Pain" e quello che cerco di trasmettere al mio pubblico è che Noisyra è musica non musica, un’esperienza emotiva che consiglio di fare a chiunque se la senta di scavare nel profondo di se stessi.

3_Com’è il tuo stato emotivo prima di andare in scena?
Sono nella fase "thriller, film ad alta tensione!" AHAHAH! Come dico sempre, a chi me lo chiede, parlare con il pubblico prima di suonare mi crea un sacco di confusione in testa. Vorrei solamente poter stare da sola, ma è praticamente impossibile, così ho trovato un modo per concentrarmi prima di iniziare a suonare e per fare in modo che le persone restino in silenzio fin da subito. Salgo sul palco, mi presento e poi dico: "Adesso farò partire un intro che serve a me per concentrarmi e a voi per entrare nel mio mondo, buon ascolto". Il pezzo è "Iraari" che apre il mio primo disco. 

Sono 4 minuti di un vecchio reading di una mia poesia che suonavamo con i Mefitica, una delle mie ex band. L’ho rallentato e trasformato in reverse, la mia voce sembra un lamento, il suono dei piatti della batteria è veramente surreale e tutto ciò lo rende molto angosciante e inquietante, quindi il pubblico inevitabilmente resta inchiodato.

Durante la mia performance scendo anche dal palco, canto, abbraccio e accarezzo le persone guardandole profondamente negli occhi e a fine concerto molto spesso vengono ad abbracciarmi in lacrime e a raccontarmi che cosa hanno provato. Tutto ciò mi dà un sollievo incredibile che difficilmente trovo altrove. La musica è la mia terapia e dopo 14 anni dalla nascita di Noisyra posso affermare che lo è anche per chi mi ascolta. Non mi sarei mai aspettata di poter arrivare a tanto, ma il mondo della sperimentazione ha infiniti antri da scoprire, quindi vediamo fin dove posso spingermi ancora.

4_Com’è cambiato il panorama underground italiano negli ultimi anni?
Da troppi anni ho questa triste sensazione di vuoto cosmico quando assisto a un concerto, ma per fortuna ci sono e continuano a nascere piccole e nuove realtà dove la musica underground può continuare a respirare e dove viene apprezzata dal pubblico. Non è importante il numero di persone presenti, è importante che siano lì per ascoltare, recepire, assorbire, emozionarsi con noi.

Io personalmente sono fuori da ogni cazzo di scena, sono fuori moda, suono moltissimo in giro, sono la manager di me stessa e non ricorro alla „mafietta musicale“ come fanno la maggior parte dei musicisti italiani. Poi c’è una mancanza di rispetto da parte di certi gestori di locali e direttori artistici che mi inquieta veramente tanto. Prendo ancora tante porte in faccia, senza meritarlo a mio parere, ma ne trovo altrettante spalancate ad accogliermi e ciò mi dà la forza di continuare su questo mio percorso di vita.

Le nuove generazioni sono molto lontane da come eravamo noi alla loro età, non si respira più quella „presa a bene“ che c'era in giro dagli anni novanta fino ai primi duemila o forse è cambiata la mia visione perché sto invecchiando? 

Non so come si evolverà il mondo di certa musica che amo, ma mi consola il fatto che io sarò cibo per i vermi quando accadrà qualcosa di molto peggio di ciò che sta accadendo oggi. Non c'è il riciclo nostro strAw, ma per fortuna ho avuto modo di conoscere anche giovani musicisti appassionati e dei fan meravigliosi che mi seguono ovunque. Quindi una piccola speranza c'è ancora di tramandare la musica, quella vera, quella che ti fa venire i brividi come facevamo ai tempi nostri doppiando le cassette tra di noi.

5_Cosa pensi dei Social Network, sono utili per il tuo progetto musicale?
Social Network = Azzeratore Di Empatia

L' unica utilità che hanno i social è quella di far arrivare facilmente la musica di nicchia a più orecchie in tutta Italia e anche all'estero. Avevo una fan di Melbourne che mi seguiva, soffriva di agorafobia, non usciva di casa da un sacco di anni e mi scriveva che la mia musica era una cura per lei.

Ha comprato uno dei miei dischi ed è stata felicissima di riceverlo, ci siamo scritte ancora per un po’, poi purtroppo non ho avuto più sue notizie perché ha chiuso il suo profilo Facebook.

6_Qual è la canzone a cui ti senti più legata?
È una domanda a cui non posso rispondere dato che ogni pezzo è una parte di me, rotta. È come se mi chiedessero: “Se ti dovessero asportare un organo per sopravvivere, quale sceglieresti?” Ah! A questo potrei anche rispondere con una mia citazione: "Non voglio più saperne del mio cuore“.

7_Quale canzone di un altro/un’altra artista/band vorresti aver scritto tu?
Direi l’intero concerto dei danesi AquaSonic, al momento l’unico ensemble al mondo in grado di suonare sott’acqua. L'esibizione è affascinante fin dalla preparazione, coi cinque musicisti che si immergono all'interno di contenitori trasparenti pieni d'acqua che sembrano acquari claustrofobici. I loro non sono strumenti tradizionali, ma versioni adattate per risuonare in un mondo silenzioso come quello subacqueo. Speciali microfoni catturano il suono e amplificano le onde sonore producendo una melodia simile a quella delle balene, mentre le cantanti usano una speciale tecnica per far risuonare la loro voce.

8_Con quale artista o band vorresti collaborare?
Con un’orchestra di archi o meglio ancora proprio con gli AquaSonic!

Da qui e dai miei loop infiniti nasce l’idea di definire il mio progetto: “One Woman Ensemble” più che “One Woman Band”.

9_Chi butteresti giù dalla torre: 

  • PJ Harvey o Cat Power?

Assolutamente nessuna delle due, piuttosto mi butterei io di sotto.

10_Una frase o citazione per salutare i lettori di CrunchEd.

«Io non suono, io non canto...io vomito.»

 

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