#crunch106 | Elena Barberis

#crunch106 | Elena Barberis

“The measure of intelligence is the ability to change”, Albert Einstein


Ciao Elena e benvenuta in CrunchEd.
Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?

Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
Avevo appena finito di leggere un libro su Einstein. I cambiamenti sono necessari, credo che l'intelligenza stia nell'accettarli nel modo migliore possibile per poter andare avanti.

C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Sono sempre stata un'avida lettrice, soprattutto di Fantascienza, Fantasy e Gialli; solo di scrittori dovrei citarne centinaia ma posso limitarmi a: Tolkien, Bradbury, Salgari, Conan Doyle, Lovecraft e Gaiman. A livello artistico sarebbero ancora di più, diciamo che per le illustrazioni spesso preferisco prendere ispirazione da degli scultori che da dei pittori. Amo follemente i Preraffaelliti e Alphonse Mucha e credo che uno dei disegnatori di fumetti che mi ha più influenzata sia Terry Moore.


Recentemente sei entrata nel magico mondo delle tavolette grafiche: c’è chi le odia e chi invece le venera. Tu da che parte stai? Pensi che possano in qualche modo compromettere la genuinità dei tuoi lavori, oppure pensi che possano invece amplificarla?
Mi dichiaro neutrale perché la ritengo uno strumento che si usa per un fine creativo, esattamente come possono esserlo una matita o un pennello; certamente bisogna prenderci la mano e richiede costanza come ogni cosa nuova che si impara ad utilizzare. Preferisco le tecniche tradizionali di disegno solo perché non amo stare ore davanti ad uno schermo per il bene dei miei occhietti da talpa, ma credo che la misura dell'intelligenza stia anche nella curiosità quindi ci provo e mi diverto.


I tuoi lavori creano sempre particolari atmosfere. È facile immergersi nella loro suggestione. Quanto ti ispiri a momenti che hai vissuto e quanto inventi o costruisci sulla base di un’ispirazione?
Di solito parto da una sensazione e cerco di rappresentarla nel modo più universale possibile; credo che comunque il vissuto personale, il proprio gusto estetico e il contesto storico e sociale in cui viviamo facciano parte di quella che definiamo ispirazione. Da una stessa citazione dieci persone diverse disegneranno dieci cose totalmente diverse, o forse solo in parte simili, è il bello dell'arte e degli esseri umani.

Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
Credo di poter definire i miei gusti musicali come alquanto vari. Mentre lavoro ascolto sempre qualcosa, che sia la radio, musica classica, una playlist anni 90' decisamente discutibile, country o qualsiasi altra cosa mi suggerisca l'umore del momento. L'abitudine di avere un sottofondo musicale costante, alla "Baby Driver" — se non lo avete visto, guardatelo — è venuta studiando perchè mi aiuta a concentrarmi, in particolar modo se non conosco la lingua in cui sono cantate le canzoni; per lavori particolarmente impegnativi la discografia norvegese è perfetta. Il mio guilty pleasure sono i musical e anche le canzoni dei cartoni Disney, che conosco spesso a memoria e canto svergognatamente nonostante non abbia le capacità canore per farlo, se la doccia e la macchina potessero parlare chiederebbero l'affido.


Dall’ultima volta che te lo abbiamo domandato, cosa è cambiato, cosa ci siamo persi e come è evoluta la tua strada verso il futuro?
Di apple pie ho mangiate parecchie. Al momento sono in un periodo particolarmente impegnato in vari settori artistici, sto realizzando una scenografia per un balletto e anche lavorando alla pre-produzione di un corto di cui poi allestirò i set; nel frattempo continuo a disegnare sia per progetti personali che per altri. Tra pochi giorni consegneremo i diplomi ai ragazzi che ho seguito per un corso di fumetto giapponese e devo ammettere che l'esperienza dell'insegnamento mi sta dando tanto dal punto di vista umano, sono ragazzi educati e pieni di entusiasmo, cosa che alle volte mi capita di perdere e che loro mi aiutano a mantenere.

Grazie Elena, noi ti continueremo a seguire:
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