L’amante di Chopin | Rita Charbonnier

L’amante di Chopin | Rita Charbonnier

Alla ricerca della nota blu, quella che solo pochi riescono a sentire.
Recensione di Paolo Perlini

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Nel contesto di una rappresentazione teatrale a Genova, che si svolge in un pomeriggio tra i due millenni, un regista mette alla prova Aurora Zizzadoro per interpretare George Sand, pseudonimo di Amantine Aurore Lucile Dupin. La ragazza supera il provino non solo per il nome coincidente con la protagonista ma anche per il coraggio di mettere in discussione il punto di vista del regista. Questa rappresentazione è solo un pretesto narrativo poiché l'intero romanzo si concentra sul rapporto tra i due geni: Fryderyk Chopin e George Sand.
Quando si incontrano per la prima volta, George Sand si gode ancora la libertà dopo una relazione tormentata con Alfred de Musset, mentre Fryderyk Chopin sogna di un amore rimasto in Polonia. 

Chissà cos’è ad avvicinarli, unirli, attrarli. Chissà cosa vede Chopin in lei. (Nessuno prova un brivido se pensa alle relazioni tra geni che c’erano in passato e quelle mediocri e attuali che imperano nel mondo della musica-calcio-spettacolo?).
Quello che vede George Sand si sa: la nota blu.

«L’artista sembra vagare tra i tasti alla ricerca di qualcosa, forse di una sonorità particolare, di una nota, o una combinazione di note, che abbia per lui un significato specifico; e a lei sembra di percepire una successione di colori, un arancione che galoppa, un indaco che ribolle, un grigio che decanta, e poi, il blu. È un azzurro chiaro e scintillante, che corrisponde a una leggera dissonanza; una nota ribattuta, insistita, che un purista potrebbe persino criticare, ma è proprio la sua eccentricità a renderla ammaliante.»

La fuga a Maiorca, in cerca di un caldo inverno mediterraneo per alleviare i problemi polmonari di Chopin, diventa un'odissea di pioggia, vento e ostracismo da parte della popolazione locale. Tuttavia, George Sand lo cura e lo protegge, e i Preludi nascono lì, da un pianoforte sgangherato, tra le mura di una certosa antica.
Due personaggi così si circondano di amicizie importanti: Eugène Delacroix, Dumas, Lizst, De Musset e altri meno conosciuti, ma che, intorno a Madame Sand e a Frederic, formano una sorta di corte. Il rapporto tra i due attraversa fasi diverse, soprattutto a causa della presenza dei figli di lei: la piccola Solange cresce e si lega in modo quasi morboso a Chopin, "Chip Chip", come lo chiama affettuosamente, instaurando con sua madre un rapporto di rivalità che diventerà oltremodo violento; Maurice, invece, legatissimo alla madre, sensibile e colto, non nutrirà alcuna simpatia per il musicista che gli ha sottratto l'amore materno e si è installato da padrone nella loro piccola famiglia.

Poi entrano in scena altri personaggi: la nipote Augustine, oggetto di una gelosia accecante da parte di Solange; lo scultore Auguste Clésinger, che entra con insolente audacia nelle loro vite; l'amica Carlotta, moglie del console spagnolo, sempre fedele all'amica Aurore, e ancora la famiglia polacca di Chopin, giunta per ritrovare il musicista fuggito dalla sua terra da troppi anni.

Ne L’Amante di Chopin di Rita Charbonnier, la vita quotidiana di Chopin e George Sand prende vita nei dettagli delle loro abitudini alimentari, degli abiti e delle scelte personali. Chopin, sempre elegante anche nei momenti di spossatezza, con il fazzoletto nel taschino e le mani affusolate che si misurano con i tasti preziosi dei pianoforti Pleyel. George Sand, trasgressiva ed elegante, spesso in pantaloni, camicia e cravatta, con colorate fusciacche a decorare le sue mise.
E io, che avevo Chopin tra i miei miti, finisco con il parteggiare per George Sand e di provare fastidio per questo musicista polacco, per le sue paure e fragilità. Ma come fa George Sand, a Chopin si perdona tutto, perché solo lui sa trovare quella nota.

«La musica non ha mai perso il potere di instaurare con lei un dialogo intimo, esclusivo. Suonando, lui non guarda la tastiera, guarda lei. Vaga tra mille soluzioni, sperimenta, poi si mette alla ricerca di qualcosa di ancora di diverso, qualcosa che ha in mente e a cui intende dare la forma perfetta; si china, si curva sui tasti, un attimo di sospensione, ed ecco che arriva la nota blu. La nota che si sposa in modo irripetibile con l’energia di quel momento; la nota che solo Aurore sa riconoscere e nella quale dimentica ogni cosa.»

C’è ancora chi ritiene che George Sand sia stata la rovina di Chopin. C’è chi ancora la rimprovera di averlo trascinato sulle isole Baleari durante l'inverno più rigido, patendo il freddo e compromettendo ulteriormente la salute polmonare del musicista. In sintesi, che chi sostiene che senza l'influenza di quella donna eccentrica, la vita di Chopin avrebbe preso una piega diversa, prolungandosi nel tempo e regalandoci ulteriori capolavori.
Altri sostengono che durante questa relazione durata dieci anni, Chopin abbia prodotto le sue cose migliori. Io, dopo la lettura di questo romanzo, sono del parere che George Sand abbia fatto bene a rovinare Chopin, anzi, doveva rovinarlo ancora di più.


Titolo: L’amante di Chopin
Autrice: Rita Charbonnier
Editore: Marcos y Marcos
Illustratore: Vendi Vernić
Pagine: 368
Pubblicazione: 18 ottobre 2023
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