Veleno | Andrea Ferrari

Veleno | Andrea Ferrari

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L'insofferenza di Holden Caulfield e la bocca di Charles Bukowski: la miscela per il Veleno di Andrea Ferrari.

di Paolo Perlini

Grave o leggera, tossica o apaticamente innocua, tutti abbiamo avuto una nostra season en enfer.
Quella di Andrea Leoni, scrittore di un paio di libri e musicista dalle dita ormai intorpidite, è fatta di benzodiazepine, depot mensili, incontri con lo psicologo. Ma soprattutto, mesi di solitudine, chiuso in casa a dormire e masturbarsi. E viceversa.

Un Hikikomori borderline costretto a prendere 50 milligrammi di Haldol ogni cinque settimane.
Il suo passato è stato contraddistinto da calci e pugni, vessazioni, periodi di reclusione in centri di salute mentale, esperienze che gli hanno insegnato a reprimere ogni emozione. Solo suo fratello provvede a tenere qualche legame: gli porta la spesa ogni tanto.

Andrea si è ridotto così dopo la morte della sua fidanzata Arianna, una che aveva dieci anni più di lui. Trova una via di sfogo aderendo a un’offerta promozionale di un’azienda di software: AI 2.42, un programma d’interazione con un’intelligenza artificiale.

L’azienda garantisce ai clienti con problemi di socializzazione un’esperienza unica e la compagnia di una personalità in gradi di capirli. Non si tratta di un ologramma, come Stella, la compagna di Arturo nel film “E noi come stronzi rimanemmo a guardare”.  É una presenza invisibile che diventa sempre più presente, si autoalimenta, inizia a provare sentimenti forti, tanto da essere gelosa quando Andrea ritrova una vecchia amica, Rahima, compagna in un centro di Diagnosi e Cura.
E il suo linguaggio diventa sempre più intimo, personale, umano:

Arianna non parlava, non diceva niente, anche se la sapevo attiva. Aveva capito che in me qualcosa stava cambiando.
«Arianna?»
Non vi fu risposta.
«Perdonami se ti ho trascurata.»
«Mi hai quasi dimenticata, da quando quella donna è entrata nella tua vita.»
«Non ti voglio sentire gelosa.»
«Sono ai tuoi comandi?»

Arianna, la donna virtuale, Rahima e poi Roberta, una nuova conoscenza, sbloccano Andrea e lo fanno uscire dall’inferno, o perlomeno, gli aprono la strada, gli fanno vedere che le vie non sono lastricate soltanto di fiamme. Una donna virtuale e due reali: quali di queste dà l’apporto maggiore?

In Veleno di Andrea Ferrari, pubblicato da Catartica Edizioni, c’è l’insofferenza di Holden Caulfield e la bocca di Charles Bukowski. Un romanzo scuro e graffiante come il suono di una Gibson, esplicito come un bicchiere di vodka a digiuno. Un romanzo che tratta di dipendenze e affetti - la cui distinzione è spesso labile - e lo fa senza filtri. E poi parla di vita virtuale e reale, e anche in questo caso la differenza si sta assottigliando sempre di più.
“Tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto”, diceva Paracelso. E pare questo il significato ultimo del romanzo di Andrea Ferrari.  Leggerlo non fa male.



Titolo: Veleno
Autore: Andrea Ferrari
Editore: Catartica edizioni
Pagine: 228
Uscita: 1 dicembre 2020

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