Il letto di Acajou | Jean Diwo

Il letto di Acajou | Jean Diwo

++++ +

«La vanità sta cominciando a impadronirsi degli uomini che, saliti al potere per volontà popolare, iniziano a prenderci gusto», spiegò Bertrand.
Jean Diwo ce lo ha ricordato duecento anni dopo.
di Paolo Perlini

L’Acajou è il nome che si attribuisce a due alberi delle regioni tropicali del tutto diversi: uno è un albero da frutto, che italianamente è chiamato anacardio; l’altro è un albero da legname conosciuto in italiano come mogano. 
Il letto di Acajou è il secondo volume di una trilogia intitolata Le dame del Faubourg di Jean Diwo (leggi qui la recensione).
Il Faubourg è il quartiere parigino di Saint Antoine, vicino a piazza della Bastiglia, sorto intorno all’abbazia di Saint Antoine de Champs e celebre per aver dato i migliori ebanisti e falegnami di Francia.

Nel primo volume della trilogia avevamo conosciuto Jean Cottion che con il fagotto in spalla e il bastone di apprendista si presenta a Pierre Thirion per l’ultima tappa del suo tour e dà inizio alla saga, con un susseguirsi di eredi che coprono gli anni d’oro di questo quartiere, tra il XVII e il XVIII secolo.

In questo secondo volume ritroviamo i personaggi nel punto in cui li avevamo lasciati e comincia proprio negli anni difficili della Rivoluzione francese, quelli del Direttorio e del Consolato, fino al crollo dell’impero napoleonico e il ritorno della monarchia.

Un arco di tempo abbastanza ristretto che questa volta permette all’autore di focalizzarsi su pochi personaggi.
Ritroviamo quindi Antoniette, figlia del famoso ebanista Oeben e adottata da Jean Henri Riesener. Attorno a lei si muovono altri personaggi, alcuni di pura invenzione, altri realmente esistiti.

Sua sorella Charlotte, sposata con l’avvocato Delacroix, tradisce il marito con Talleyrand, dal quale avrà un figlio, Eugène. Antonietta non è da meno: anche lei ha avuto un pomeriggio di passione con Alexandre Lenoir, artista e pittore di Stato ma ha sempre amato il marito Bertrand de Valfroy, che per un breve tempo ha rischiato la vita in carcere, durante gli anni del Terrore.
Anni terribili nei quali si ritiene che furono ghigliottinate più di duecentomila persone.

«Vedete, monsieur Riesner, il fanatismo, di qualunque colore sia, è il peggior flagello che possa abbattersi su un Paese. Oggi è giacobino. I giacobini regnano come tiranni senza che nessun freno morale o semplicemente umanitario arresti il loro furore sanguinario. Perché hanno sostituito i grandi principi dell’89 con la ghigliottina permanente? Perché hanno paura. Hanno iniziato a uccidere chi non la pensava come loro, poi chi era sospettato di non pensarla come loro. Adesso ghigliottinano chiunque. Se quello che loro stessi chiamano Terrore finisse, sarebbero loro a essere condannati. Così, siccome è necessario continuare a condannare e non restano più molti nemici, si uccidono tra loro».

Antonietta è il centro della vita del Faubourg, al mercoledì tiene sempre delle cene dove raduna i suoi più stretti amici, personaggi brillanti, amanti delle arti, intraprendenti, come il figlio adottivo Ethis. È la donna a cui la gente del borgo si rivolge spesso per chiedere un consiglio, scrivere una lettera, dare un aiuto ai più bisognosi. L’abbazia era stata distrutta, la badessa era scomparsa e gli artigiani del legno hanno trovato in lei il nuovo punto di riferimento.

In questo secondo volume assistiamo alla meccanizzazione dei processi industriali, all’evoluzione della moda e alle donne che, stanche di essere considerate solo oggetti da ammirare, non hanno timore di mettersi in mostra.

«Il pericolo, l’imprevisto, l’incertezza del domani avevano emancipato le donne meglio di un decreto. Per dimostrare che erano sopravvissute e che si poteva contare su di loro, si spogliavano!»

Un romanzo che piacerà a tutti gli amanti della storia francese e dell’arte in generale, a chi ama Parigi e a chi vuole rispolverare in modo piacevole gli anni della Rivoluzione.

Il primo volume era iniziato con Jean Cottion che terminava il proprio viaggio; Il letto di Acajou termina con Bertrand, figlio di Ethis, nipote di Antonietta, che con lo stesso bastone intraprende il proprio tour.
E nonostante gli anni del Terrore sia finiti, i pericoli sono sempre presenti.




Titolo: Il letto di acajou
Autore: Jean Diwo,
Editore: 21 lettere
traduzione dal francese: Luisa Rigamonti
pagg. 702
Compra sul sito dell'editore
Guarda su amazon

Ti è piaciuto questo articolo? Dacci una mano! Il tuo aiuto ci consente di mantenere le spese di questa piattaforma e continuare a diffondere l'arte.
L'associazione si sostiene senza pubblicità ma soltanto con le tessere associative e l'impegno dei soci.
I Link verso i canali di vendita sono inseriti al solo scopo di agevolare gli utenti all'acquisto.
Sottoscrivi la tessera associativa con una piccola donazione su PAYPAL
Oppure puoi offrirci un caffè.

 

Privacy Policy