Antonio Orejudo | Vantaggi di viaggiare in treno

Antonio Orejudo | Vantaggi di viaggiare in treno
Antonio Orejudo – Vantaggi di viaggiare in treno
La finzione narrativa del ritrovato manoscritto, la metafora del viaggio in treno: archetipi letterari utilizzati per una critica alla società contemporanea tra delirio e realtà

di Chiara Bianchi

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Per usare quel tanto di ironia che basta, potremmo dire che il padre del disagio letterario, in ambito spagnolo, è certamente Cervantes che si preoccupò di narrare l’umano vivere nel suo tempo, di cogliere il sogno, la fantasia, la follia, l’istinto traghettatore della coscienza umana. Il modello diventa il suo Don Chisciotte, folle e idealista cavaliere.
La letteratura spagnola dopo Cervantes si è immersa nelle sue pagine e ne ha tirato fuori le fondamentali caratteristiche del romanzo spagnolo. Non sarà quindi difficile comprendere quanto anche nella scrittura di Antonio Orejudo sia palese la radice, il massimo comune denominatore.
Vantaggi di viaggiare in treno esce in Spagna ben ventidue anni fa e arriva in traduzione italiana curata da Raul Schenardi e pubblicata dalla Alessandro Polidoro Editore. Nel 2019 in Spagna esce la trasposizione cinematografica dello stesso.

La storia si apre con una parola che ha molto a che fare con la scrittura: «Immaginiamo».
Una donna, l’editrice Helga Pato, ha appena lasciato suo marito in una clinica mentale, tornando a casa in treno si imbatte in uno psichiatra. «Vuole che le racconti la mia vita?» è con questa frase esordisce Ángel Sanagustín. Il treno si ferma e l’uomo scende, dimenticando la cartellina contente le storie scritte dai suoi pazienti. La donna inizierà a leggerle.

«Il problema di Helga Prato con le persone era che confondeva i narratori con gli autori, e questi a volte con i personaggi».

Tra aspetti psichiatrici, brevi spiegazioni sulla schizofrenia e aspetti legati alla realtà editoriale di Helga Pato – la quale crede che gli spazi bianchi nei testi vadano riempiti con la pubblicità – lo scrittore porta avanti la sua tesi secondo la quale se è vero che l’editoria, nella sua deriva commerciale, trae profitto dai racconti tratti dalla vita reale, è anche l’importanza della narrazione a colmare il vuoto della realtà. Si racconta per vivere – e vivere è avere la possibilità di esplorare mondi lontani dalla realtà circostante.
Orejudo ci fa partecipi delle sue riflessioni sul rapporto tra narrativa, autobiografia e mercato editoriale e sulla relazione tra malattia mentale e scrittura. Del raccontarsi immaginando.

«Che posso dire? La vita reale mi è sembrata molto più monotona, monocorde e inconsistente di quell’altra vita che viene rappresentata nella letteratura. È quello che dicono gli scrittori, no? Be’, è vero».



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Titolo: Vantaggi di viaggiare in treno
Autore: Antonio Orejudo
Traduttore: Raul Schenardi
Prezzo: 15€
Pagine: 120

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