Little Pieces of Marmelade

Little Pieces of Marmelade

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Una chitarra, una batteria, una voce e poco altro.
I Little Pieces Of Marmelade sono un power duo proveniente dalla provincia di Ancona al primo disco uscito per la Homeless Records, che vede alla produzione le sapienti mani di Giacomo Fiorenza e del suo Alpha Dept Studios di Bologna. 

I due dicono che quello che sentiamo su disco è quello che sentiremmo su palco (se solo ne avessimo occasione visti i tempi che corrono) e, se davvero le promesse venissero mantenute nella resa live, quello a cui assisteremmo sarebbe una notevole esplosione sonora fatta di distorsioni, fraseggi inaspettati e una batteria sempre e comunque sul pezzo.

I nomi che mi sono venuti in mente all’ascolto sono due: Japandroids e Zeus. I primi perché gli L.P.O.M. hanno una scrittura più che buona, cosa non banale visto che magari ci si aspetterebbe una maggiore enfasi sull’impatto muscolare del sound, a discapito di composizioni particolari. Ma proprio come il duo canadese, anche loro power duo, i pezzi ci sono e le dinamiche sono spesso e volentieri tutt’altro che scontate (Pig-Man e Akanè ad esempio). Per quanto riguarda il paragone, forse azzardato ma funzionale, con gli Zeus, il discorso riparte proprio dalla “botta” che arriva sin dal riff iniziale di Lpom (la traccia che apre il disco): ma dove gli Zeus vertono su un attacco frontale senza compromessi, i Little Pieces Of Marmalade invece arrivano su lidi più canonicamente rock.

Il pezzo migliore del lotto, che arriva poco prima dei precedenti menzionati, è a mio parere One Cup Of Happiness, una canzone dirompente e divertente che potrebbe accompagnare questa strana estate di molte e molti.

Di chitarre energiche e di belle canzoni c’è sempre bisogno, quindi benvenuti Little Pieces Of Marmelade e speriamo di vedervi ben presto su un palco.

Il disco è stato registrato all’Alpha Dept. Studio da Giacomo Fiorenza e Pierluigi Ballarin.
Mixato e prodotto da Giacomo Fiorenza.
Mastering : Andrea Suriani
Pierluigi Ballarin piano in Akanè

© Emanuele Chiti

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