The Outs - stagione 1

The Outs - stagione 1

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Ogni volta che mi approccio ad un film o ad una serie a tematica LGBT, mi premuro sempre di fare una preghierina affinché i personaggi che vi compaiono non siano come per magia usciti da un frullato non meglio specificato di Cosmopolitan, boa di piume rosa shocking, lustrini e versioni sciacquate di “Sex and the city”.

Ho dovuto constatare, con mio sommo rammarico, che questo di rado accade.
Solamente negli ultimi anni si è avuta una certa inversione di tendenza e la volontà da parte di sceneggiatori e registi di squarciare quella superficialità che dipinge tipicamente i gay come maschi sesso-dipendenti dalla mano spezzata, le lesbiche come tuttofare amanti della flanella e le persone trans come prostitute o intrattenitrici e prostitute o dispensatrici di massime di vita e prostitute. Non un bel quadro, no.
Quando la televisione o i programmi televisivi non riescono a dare la giusta e doverosa dignità di storie ben scritte e scevre da i più beceri luoghi comuni, ecco che il web viene in aiuto e produce delle vere e proprie perle.
A cambiare la storia, a onor del vero, ci han provato serie tv che hanno fatto scuola come “Queer as Folk” e “Will & Grace”. C’è stato poi il recente debutto di “Looking”, su cui personalmente ho le mie riserve, ma devo ammettere che mai mi son sentito totalmente e veramente rappresentato come in “The Outs”.

La premessa è presto detta: è la storia di una rottura. Di come ci si è arrivati e di come ci si muove in avanti a partire da questa.
I due protagonisti principali, Mitchell e Jack, sono nel primo episodio ai ferri cortissimi e pieni di risentimento l’uno verso l’altro. Ad affiancarli troviamo rispettivamente Oona, aspirante scrittrice ed editor in erba che finisce con il vendere vini in un’enoteca come lavoro di ripiego e l’adorabile Scruffy che, per inciso, è un soprannome derivante dallo stile della barba del personaggio.

Questa web-series è indipendente. Non è stata trasmessa su nessun canale. Dopo l’uscita della puntata pilota, la produzione è stata finanziata tramite Kickstarter e la raccolta fondi ha riscosso un successo tale da permettere al creatore della serie Adam Goldman di scrivere e produrre un episodio festivo extra che, grazie ad una sigla appositamente realizzata con illustrazioni delle scene più significative dei primi sei episodi ed un cameo di Alan Cumming, chiude e mette il fiocco a questa storia davvero ben raccontata.
Gli attori che vi ci recitano, Sasha Winters, Hunter Canning, Tommy Heleringer e lo stesso Adam Goldman, calzano perfettamente i panni dei loro rispettivi alter ego, pur delle volte mancando di un certo ritmo nel botta e risposta dei dialoghi. Un plauso deve essere riservato al personaggio di Oona perché con la sua personalità pungente e talora abrasiva, le sue battute acide ed il suo smodato consumo di alcol, strizza lontanamente l’occhio a Karen Walker, storico personaggio di “Will & Grace”, e spesso conferiscono quell’intermezzo comico in un dramma che diversamente sarebbe senza fine.

Se questo prodotto è così ben rifinito lo si deve in buona parte anche al sapiente uso della colonna sonora e delle tracce scelte per le varie scene. Sono stati infatti accuratamente selezionati in buona parte artisti di New York più o meno affermati. E devo ammettere, dopo aver concluso la serie, d’aver cercato questi musicisti e inserito For you in confidence di Chris Rubeo, In the Yard e A Clear Mind, A Better Time di Del Water Gap nella mia playlist quotidiana.

“The Outs” racconta una storia. Certo quella di Jack e Mitchell, che potrebbe facilmente essere la mia storia oppure la tua. Non è una serie LGBT per persone LGBT, ma per tutti perché parla semplicemente di amore e odio tra due ex-innamorati che a prescindere dal proprio orientamento sessuale, non possono far altro che allontanarsi per il proprio bene e affrontare le conseguenze di una nuova normalità.

La prima stagione di “The Outs” è adesso gratuitamente in streaming in lingua inglese su http://www.theouts.tv.

© Stefano Pastore

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