Per la rubrica dei Morsi Quadrati, ospitiamo e intervistiamo
Antonella Depalma
«In fin dei conti c'è poca differenza fra un ricordo vero e una cosa immaginata, se la immagini bene e ci pensi spesso, diventa un ricordo anche quello. Che male c'è?»
Azzorre \ Cecilia Maria Giampaoli \ Neo edizioni
Ciao Antonella e benvenuta tra i morsi quadrati!
Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
Ho scelto di illustrare questa citazione perché anche a me piace tanto immaginare e, se non fosse che ho una buona memoria, temo che potrei anche io mischiare i ricordi con le cose immaginate.
Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Raccontaci la tua storia d'amore per il disegno.
Io disegno da sempre, credo, da piccola avevo i libricini per completare i disegni geometrici e non, ridisegnavo tutti i miei cartoni animati preferiti. Ho capito quanto mi piacesse e che fossi capace a farlo quando in terza elementare per la biblioteca di classe realizzammo un libro.
Da quando iniziamo a poter tenere in mano matite fino a un oscuro momento di interruzione disegniamo tutti. Hai memoria di quando hai capito che non avresti smesso? Cosa ricordi del tuo modo di disegnare da bambino? Ne conservi qualcosa ancora oggi?
In realtà il disegno lo sento proprio come un istinto, non c'è stato un momento in cui ho deciso che non avrei smesso, semplicemente mi viene naturale. Credo mi sia rimasto il piacere che si prova nel creare la magia di inventare un mondo tutto nuovo semplicemente sfregando una matita sul foglio bianco.
Il cibo è il nostro carburante psicofisico prediletto e muove anche le mani di chi crea. Anche l’ispirazione ha bisogno di essere nutrita, tu come la alimenti? Che forme d’arte saziano la tua fame visiva?
Io direi tutta l'arte in generale, se penso ai grandi maestri della storia dell'arte. Gli altri illustratori e i libri.
Fondamentali però per me sono la musica e il cinema, anche di sottofondo mentre sto disegnando. La prima per le parole che spesso mi mancano e il cinema per i colori, per la composizione visiva. Infine i cartoni animati. Ancora oggi, alla mia età, ne guardo a bizzeffe e mi emozionano allo stesso modo di quando ero bambina.
C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
È una domanda che mi mette un po' in difficoltà, perché ci sarebbero tanti nomi. Sicuramente Matthew Gray Gubler, è una persona molto creativa, un attore, regista, scrittore, illustratore, ecc... e con uno stile molto particolare e unico. Vi consiglio i suoi libri Rumple Buttercup e The little kid with the big green hand.
Il disegno è una pratica sconfinata nei risultati ma anche la sua attuazione varia da persona a persona. Dall’altro lato della tavola, tu come disegni? Hai dei personali riti di avvicinamento al foglio? Hai delle condizioni indispensabili da esaurire? Per esempio prediligi la mattina o la notte fonda, il silenzio della solitudine o essere accompagnato da altri esseri viventi e non?
Non ho riti, se ho una matita o penna in mano, quest'ultima scorre su qualunque cosa io abbia davanti e inizio a schizzare, se sono tavole più impegnative ho bisogno di concentrazione e soprattutto mi da fastidio essere guardata mentre lo faccio.
Continuando a esplorare i luoghi invisibili che portano alla creazione artistica, come hai raggiunto la tua attuale espressione visiva? Hai tentato di inseguire un obiettivo stilistico prefissato o hai sperimentato a briglia sciolta?
Si comincia sempre imitando qualcuno e rubando un po' di qua e un po' di la, però poi fondamentalmente segui la tua mano, l'istinto e sperimenti, ad esempio ho fatto durante gli anni di studio esercizi sui ritratti realistici, ho portato a termine l'esercizio, ma a me non viene bene, sono più pasticciona e disordinata e mi piace mischiare le cose, infatti ai disegni digitali aggiungo sempre texture realizzate con tecniche tradizionali.
Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
Come dicevo prima la musica per me è molto stimolante, non è che si fa strada sfonda proprio le porte, spesso parto dai testi delle canzoni per creare le mie illustrazioni, perché mi hanno suggerito un'immagine e poi è di compagnia.
Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: hai progetti per il futuro? E se si, ti va di darcene un'anteprima?
Niente di succolento.
Continuare a disegnare e farlo diventare un mestiere a tutti gli effetti.
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