crunch230 | Iris Biasio

crunch230 | Iris Biasio

Just because you wander in the desert, it does not mean there is a promised land. ― Paul Auster, The Invention of Solitude 


Ciao Iris e benvenuta tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?  

Diciamo che sono nata in un ambiente favorevole, in casa si è sempre letto tanto e si è sempre disegnato.
I miei genitori hanno gestito per anni un’edicola/cartoleria, avevo tutto a portata di mano: fumetti, libri, carta e matita. 


Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare? 

Fin da quando ho letto The Brooklyn Follies, Paul Auster mi ha sempre accompagnata con discrezione, rimanendo una presenza costante in ogni momento veramente importante. È uno scrittore di frammenti, nel senso di frammenti di individualità, di realtà a pezzetti. I suoi personaggi hanno molteplici identità e al tempo stesso non ne hanno nessuna. Credo che tutto ciò sia molto attuale e che sia necessario averci a che fare seriamente con tutti questi pezzi, anche e soprattutto per riuscire a coglierne le intrinseche possibilità.
«Con questi frammenti ho puntellato le mie rovine», ha scritto Eliot


I soggetti delle tue opere, complice il tuo tratto, sono estremamente affascinanti e impossibili da dimenticare. Cosa ti ispira la creazione di figure tanto perturbanti e misteriose? 

Di sicuro tutto quello che vedo e che mi piace, ma sopratutto cerco il modo migliore per raffigurare quello che voglio raccontare.  


C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita? 

Ce ne sono molti e cambiano in base ai periodi e alle necessità della mia vita. Ho già citato Paul Auster, oggi sul mio tavolo da disegno ad esempio c’è David Mazzuchelli con il suo Asterios Polyp .  


Guardando i tuoi lavori si nota una forte distinzione tra quelli in bianco e nero e quelli in cui l’uso del colore è protagonista. Hai una predilezione tra i due metodi? Ti approcci diversamente all’uno e all’altro e gli attribuisci differenti significati o seguono lo stesso percorso creativo? 

Come ho anticipato prima, dipende sempre da quello che voglio raccontare, di conseguenza cerco il modo migliore per dirlo, quello che io sento più giusto. Devo dire però che il mio cuore è di fatto un disegno in bianco e nero, alla fine ritorno sempre lì! 


Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni? 

La musica è fondamentale per la mia vita. Nel tempo libero ballo, perciò c’è musica. Quando disegno non sempre c’è, dipende. A volte, per lavorare, la miglior musica è il silenzio. In alcuni casi è sufficiente ricordarsi della musica. 


Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando 

Attualmente sto lavorando alla mia tesi per concludere il biennio di Linguaggi del Fumetto all’Accademia di Belle Arti di Bologna. È un bel librone a fumetti. Chissà… 

Grazie Iris, noi continueremo a seguirti:
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