#crunch216 | Giuditta Bertoni

#crunch216 | Giuditta Bertoni

"Sei come una nube intravista fra i rami. Ti ride negli occhi la stranezza di un cielo che non è il tuo.” - Cesare Pavese


Ciao Giuditta e benvenuta tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Ho sempre disegnato, fin da piccola: su carta, sui sassi trovati in giro, su tela. È un’attività che mi viene facile e che mi rende estremamente felice.
Ha un non so che di meditativo che mi calma e mi permette di interpretare il mondo intorno a me.


Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?

Questa è una frase tratta da una poesia di Cesare Pavese, uno dei miei poeti preferiti. Condivido appieno questo suo parlare delle donne come poesie, come accordi complessi e sempre bellissimi. Anche nelle mie illustrazioni c’è sempre un personaggio femminile, un po’ sospeso tra dolcezza e stranezza, magari confuso, ma sempre vivo e all’erta.

Nei tuoi lavori si stampa nella retina l’alternanza di toni caldi e freddi nella stessa immagine, creando un effetto contemporaneamente confortevole e straniante. L’effetto finale è molto “fotografico”. Come hai iniziato a sperimentare con questi giochi di luce?
Oltre a disegnare sono anche un’antropologa. Amo osservare le persone, cosa condividono, le loro espressioni dolceamare, i loro colori ed equilibri.
Quando disegno cerco di rendere questa molteplicità, e i contrasti tra toni credo mi aiutino a parlare di questo.
Provo sempre a descrivere la realtà, ma aggiungendoci quel tocco di invisibile che c’è ma di solito non si nota: connessioni, pensieri, frammenti di parole. Come si dice nella celebre City of stars di La la la di: “There’s so much that I can’t see”.

C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Moltissimo devo alla musica. La maggior parte dei miei disegni nascono ascoltando una melodia e osservando il mondo.
In particolare la mia artista preferita è Laura Marling, cantautrice inglese che parla di donne, leggerezza, cambiamenti, e che si pone sempre tante domande sulla vita.

I soggetti che ritrai sono assorti nei loro pensieri e in momenti di solitaria quotidianità. Li scegli nella folla o sono collage di vari ricordi e personaggi differenti?
Quasi tutti i miei soggetti prendono spunto da persone realmente viste tra la folla, in metropolitana, per strada. Mi affascina vedere gli infiniti modi che hanno gli esseri umani per essere belli ed esprimersi. Spesso rivedo qualcosa di me nel loro fissare il cellulare, nell’appoggiarsi stanchi sul sedile del treno, nel guardare con amore la persona di fianco a loro.
La quotidianità porta in se una bellezza totale, secondo me.

Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
Come ho già accennato, la musica è fondamentale per me e il mio processo creativo.
Devo ammettere che è l’unica forma d’arte che riesce a commuovermi fino a farmi piangere, in questo supera anche la pittura. Alcuni dei miei musicisti preferiti sono: Laura Marling, Thom Yorke, David Bowie, De Andrè, Alt J, e ovviamente i The Beatles.

Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Di progetti futuri ne ho fin troppi! Sto sperimentando con la street art, altro mondo che mi affascina tantissimo.
Sto imparando a fare la carta riciclata in casa, e presto ci stamperò sopra le mie illustrazioni.
Come obbiettivo per i prossimi anni mi pongo il cercare di rendere la mia arte sempre più eco sostenibile.

Grazie Giuditta e a presto!
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