Filastrocche dell’addio | Bakemono Lab

Filastrocche dell’addio | Bakemono Lab

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Come nutrire quell’occhio un po’ sinistro, da sempre e per sempre affascinato dal lato macabro e inquietante di ogni cosa? Che siano persone, luoghi, eventi o immaginari personali, qualsiasi cosa di cui facciamo esperienza tende a presentarci almeno due facce, se si guarda bene spesso opposte l’una all’altra.

In questo particolare spettro gustativo si inserisce alla perfezione “Filastrocche dell’addio” di Nicola Lucchi, illustrato da Nicola Ballarini, edito da Bakemono Lab. Queste edizioni nello specifico sono solite produrre manicaretti che soddisfano senza alcuna difficoltà le esigenze prima menzionate.

Infatti questo sottile libro contiene filastrocche ispirate a 17 attori e attrici che si sono suicidati con un comune denominatore, un luogo ma anche un’ambizione, un mondo a sé stante, con luci e ombre che si alternano tutt’ora, ovvero la Hollywood nel suo momento di culminante splendore.  
Trattenete i brividi, il libro riesce a muoversi in questo tema senza risultare morboso o impietoso.

La cornice delle illustrazioni minimaliste, in bianco e nero dall’assoluto contrasto, accompagna e non offusca i versi. Riesce inoltre a mantenere il tono delicato e discreto con cui ci si riferisce ad eventi tutt’altro che soavi.

Lo stesso abbinamento di avvenimenti tanto cupi e filastrocche che li narrano riesce a far riflettere il lettore, senza sconvolgerlo, su quello che è un aspetto estremamente diffuso e frequente ma fin dall’inizio ignorato e minimizzato di quel mondo sfavillante e desiderabile. Grazie alle rime che rendono ancor più lampante questa dissonanza e la disperazione che porta a un gesto simile, questo libro riesce a restituire una forma di malinconica immortalità a coloro di cui narra.

Ma se non volete lanciarvi in profonde riflessioni potete sempre soffermarvi sulle storie e sul declino, a volte tratteggiato, di queste persone che ancora possono raccontare e esprimere e ripetere all’infinito ciò che è stata la loro passione e la loro rovina, tramite la recitazione impressa nella celluloide.

Consiglio per una lettura ancor più gradevolmente straniante: fatevelo leggere da qualcuno. Le filastrocche sprigionano la loro miglior capacità comunicativa se declamate ad alta voce.

 

© Ombretta Blasucci

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