7-7-2007 Antonio Manzini

7-7-2007 Antonio Manzini

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Domenica scorsa sono entrato in libreria, sì, dopo tanto tempo, e gironzolando intorno agli scaffali delle novità ho sentito un uomo che diceva all’altro:
“Questo è bello, ne parlano bene. Non hai mai letto nulla?”
“Manzini? No, non lo conosco”.
Io invece di Manzini ne conoscevo parecchi ma nessuno di loro scriveva. Uno era il capo condominio, aveva una testa da Macchia Nera e pochi capelli in testa, con un riporto sottile e così fino che pareva una rete da pesca. Quando scendeva dal terzo piano per venire a riscuotere, aveva sempre la sigaretta in bocca. Credo che ce l’abbia anche adesso, dentro la tomba.
Un altro Manzini suonava la chitarra con me, faceva strage di corde e anche di donne. Una volta, con la moto Cagiva è finito contro un cassonetto dell’immondizia. Io l’avevo già visto dentro, con le gambe fuori a penzoloni, invece l’ha solo levigato, come faceva suonando la slide guitar.
Contravvenendo a due delle mie tre leggi (Di carta compra solo: - 1. libri di autori emergenti, poco celebrati, sconosciuti - 2. graphic novel - 3. libri di piccole case editrici), mi sono infilato fra i due uomini e ho preso questo libro di cui ne parlano bene. Già il titolo è una storia e acquistarlo è stata un’impresa coraggiosa, perché io e il 7 non andiamo tanto d’accordo, anche se secondo una statistica che ho letto, “se chiedi a una persona di dirti un numero da 1 a 10, sette persone di diranno 7”. 

E quindi, ecco il libro, 7-7-2007 di Antonio Manzini.
Quanti sono i libri che come titolo hanno un numero, solo un numero? Mi viene in mente “1984” di George Orwell e poi basta.  
È il primo che leggo e dopo poche pagine mi è venuta la tentazione di mollare, metterlo sul comodino e iniziare come si deve, cioè dal primo libro in cui compare il vice commissario Rocco Schiavone, che già il nome la dice lunga. Uno che nell’anagrafica tiene una combinazione simile non può che essere un uomo mal mostoso, ai limiti dello sgradevole ma questi suoi tratti caratteriali sembrano non pregiudicare troppo il rapporto con sua moglie Marina. È ben altro quello che lei non digerisce, in particolar modo gli amici del vice questore.
Per non svelare troppo la trama, c’è un giovane ventenne di nome Giovanni Ferri, figlio di un giornalista, un ragazzo all’apparenza normale, che viene trovato morto in una cava di marmo. C’è la moglie Marina che abbandona Rocco, ci sono notti insonni, temporali di fine giugno e Roma a tutte le ore e in tutti i giorni. Ci sono amici (Sebastiano, Brizio e Furio) che non vorresti avere ma non puoi farne a meno e in qualche occasione ne faresti veramente a meno ma non puoi. E qui capisci che l’amicizia è più forte di tutto: finire dalla parte della legalità o del crimine spesso non è una scelta, ci si posiziona perché così sono andate le cose. Rocco Schiavone la direbbe con altre parole, ben più colorate e forse anche più eloquenti.
Ci sono strade e luoghi che forse un turista può godere meglio di un romano, e viceversa di nuovo.
Ci sono capitoli lunghi il giusto, brevi quanto basta, per dare ritmo alla storia, un po’ come faceva il povero Stieg Larsson.
C’è musica: si inizia con L’heavy metal dei Judas Priest e si finisce con il rock psichedelico dei Pink Floyd e “Changes” di David Bowie.
E ci sono ore, giorni e anni in cifre o in lettere, e ho quasi capito la differenza tra dire “Porca troia, sono le tre e 45 e ti metti a suonare quella merda a tutto volume?» e “Se suonato poi alle tre e quarantacinque di notte, saliva di diritto al nono.

Per chi ha letto le precedenti indagini di Rocco Schiavone, questo libro non può che essere una piacevole conferma. Per coloro invece che lo affrontano per la prima volta, questo è solo un inizio. Ed è bello sapere che ne hai altri da leggere. 

Titolo: 7-7-2007
Autore: Antonio Manzini
Pagine: 370
Editore: Sellerio Editore Palermo, collana La memoria
Anno: 2016
Acquista su: Amazon, ibs
Formato: brossura

© Paolo Perlini

 

 

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