Coppie Minime | Giulia Martini

Coppie Minime | Giulia Martini

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Coppie Minime | Giulia Martini

Mi accosto alla poesia come fa la risacca, talvolta supero l’ostacolo e proseguo, altre volte torno indietro e attendo l’onda successiva.

Sono come il gatto che muove a scatti la zampa per sincerarsi della vita di una lucertola, come il bagnante che con le punta del piede assaggia la temperatura dell’acqua.

Affacciarsi alla poesia non è facile, metterla in pratica è da temerari e pochi sopravvivono. Giulia Martini pare una che nella poesia sia stata intinta da piccola, tenuta per il tallone o per il ciuffo di capelli.
Leggere, o addirittura sentire declamare da lei stessa le poesie di "Coppie Minime" è come vedere un musicista che solfeggia davanti a uno spartito musicale e questa è un’immagine difficilmente replicabile con la prosa.

Nella poesia la musica è tutto e allora, nella mia immaginazione mi arrovello nel capire i percorsi tortuosi che portano il poeta alla scelta delle parole, alla difficoltà insita nello sceglierne una ed escluderne un’altra. A scoprire il significato alt(r)o di una parola e trovare poi le connessioni tra una poesia e quella che segue, come una legatura di valore.

Leggendo "Coppie Minime" si ha proprio questa impressione: la sensazione di solfeggiare uno spartito, la consapevolezza che quello è l’ordine giusto delle diverse battute e che se si provasse a mescolare le pagine, la musica sarebbe diversa o assente. 

Questo mi piace di quei poeti che cadenzano le parole con il movimento delle mani. Mi piace vedere che le toccano, che danno loro tempo e forma e aggiungono silenzio ai suoni.
Un esperimento che si può fare è leggere questo sonetto, provare a solfeggiarlo, sentire la musica nelle orecchie. E poi vedere come la interpreta la stessa autrice.

"Guido io vorrei che tu e Lapo e io
e Kennedy e Roland e Winston C.
e la mia santa mamma che sta lì
in cucina a guardare la tv

Guido io vorrei che Lapo e io e tu
e Tutankamon e Marylin Monroe
ed Edgar Allan e il giovane eroe
di quando ero bambina, Harry P.

e P. P. P. e Giovanni P. che sa
perché tanto di stelle arde e cade,
santo L. e supersanto Gesù C.

che se ne sta nell’orto degli ulivi –
ma anche lei e soprattutto lei –
io vorrei che fossimo ancora vivi."

Giulia Martini ha curato il primo volume di poesia italiana contemporanea dedicato alle generazioni nate tra gli anni Ottanta e Novanta del '900.
Si sta creando una nuova generazione, lo dico anche con un po’ di arroganza” ha detto nel corso della presentazione del volume in occasione di Più Libri Più Liberi 2019.
Più che arrogante io la trovo una dichiarazione temeraria, che fa ben sperare. 

 

Giulia Martini | Coppie Minime
edizioni: Interno Poesia
Pag. 140

 

 

© Paolo Perlini

 

  

 

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