POErtraits - portraits of Edgar Allan Poe

POErtraits - portraits of Edgar Allan Poe
POErtraits - portraits of Edgar Allan Poe

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Sono sempre stata vittima del fascino del giallo.
Non del colore, quello lo schifo pure un po’ a dir la verità, bensì del genere letterario.
Da piccola avevo una vera e propria fissa per Agatha Christie e se mi chiedessero un libro che mi ha segnato l’infanzia direi sicuramente “Dieci Piccoli Indiani”.
Al nome Edgar Allan Poe la mia mente scorre a una lezione scolastica, probabilmente ero in seconda media. Ho ancora bene a mente le parole de “Il cuore rivelatore” come se le avessi lette ieri. L’ansia che a ogni riga cresce, proprio come quel battito impazzito di cui lo scrittore parla.
Probabilmente nessuno è mai più riuscito a iniettarmi così tanto mistero nelle vene come quel breve racconto, tant’è che dopo diciotto anni lo ricordo ancora quasi a memoria.

Edgar Allan Poe è il padre di un genere nuovo che si fonde e allo stesso tempo si discosta da un insieme di generi quali noir, crime e fantascienza e negli anni è diventato una indissolubile icona in ogni campo, dal letterario al cinema.
Fonte di ispirazione per i più grandi, Poe è ricordato anche (e forse soprattutto) per il personaggio che il tempo ha costruito sulla sua immagine fisica: artista cupo e tormentato dagli occhi malinconici, che fa i conti con i suoi incubi e che finisce per diventare un tutt’uno con i personaggi dei suoi racconti.
Uno degli omaggi più incredibili che ricordo è uno dei primi cortometraggi di Tim Burton, “Vincent”, che racconta la storia di un bambino di 7 anni che sogna di essere Vincent Price ed è ossessionato dai racconti di Edgar Allan Poe. I racconti di Poe sono stati presi e ripresi, ci hanno fatto film, altri libri, fumetti (fra i quali degno di nota è “Tales of Macabre” illustrato da Benjamin Lacombe).

Per questo quando ho avuto fra le mani “POErtraits”, creato da Marco Rocchi ed edito da Manfont, sono rimasta estasiata.
L’idea di caricaturizzare Poe, prendendo ispirazione dal suo dagherrotipo più famoso, e fonderlo alla cultura pop e moderna trovo sia veramente brillante.

Il libro contiene più di 100 ritratti – caricature che nascono da giochi di parole sul cognome del nostro eroe del mistero.
Rocchi ha fatto una caricatura di base da cui partire per poi declinarla in più di cento situazioni.

Dalla POEp Art all’iPOEd, passando per un Poe congelato a rappresentare l’hyPOEthermia, vi capiterà di ritrovarvi a sorridere dalla prima all’ultima pagina.
I giochi di parole scelti da Marco sono veramente originali e coprono un po’ tutti gli ambiti, dai balli di gruppo (CaPOEria) alle tecnologie (ApPOEl), dai disturbi (hyPOEchondria) ai personaggi famosi (Harry POEtter).


Il volume nasce da un progetto finanziato tramite crowdfunding sulla piattaforma Kickstarter. È un progetto che sembra quasi nascere per gioco, fino a sfociare in un piccolo gioiello di freschezza, simpatia ed evidente genialità.
I colori sono abbastanza neutri, ma mai fuori posto e il formato ricorda quello classico di una polaroid. Un volumetto da sfogliare e risfogliare anche solo per sorridere un po’ in una giornata storta.

 

Poertraits
Manfont

112 pag. a colori
cartonato, 15×15
volume autoconclusivo

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© Giulia Cristofori
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