Devendra Banhart - Wired Next Fest

Devendra Banhart - Wired Next Fest

Personal Jesus” non è solo una celebre canzone dei Depeche Mode, è la stella polare, il punto di riferimento artistico ed emozionale. Voi lo avete il vostro “Gesù personale”? Ebbene, è successo che, per l’ennesima volta, mi sono lasciata sfuggire il mio. Le coordinate della perdita: Sabato 17 settembre, Wired Next Fest, Firenze.
LUI era lì, Devendra Banhart, il mio Personal Jesus. L’artista poliedrico che da anni ci delizia della sua arte attraverso disegni e musica, l’ospite più atteso della prima edizione del festival della rivista Wired dedicato all’innovazione.

Genere musicale di Devendra? Non si può definire con esattezza, io direi un “mischione” di indie/rock/folk/psichedelica. Wikipedia lo classifica come indie rock, indie folk, psych folk, avant folk. Ma come si fa a rinchiuderlo dentro a delle definizioni, dico io.
Lontana chilometri dal mio profeta musicale, accendo il computer emozionatissima per gustarmi il concerto in streaming dal sito della rivista. Fossi stata presente sarei probabilmente svenuta come le ragazzine che si vedevano nei live di Michael Jackson ai tempi d’oro.
Un guru poliedrico che si eleva dagli altri, Devendra per me è tra quegli artisti emotivamente intonsi, che forse non ha senso. È uno di quegli artisti che sono solo “miei” e non mi ricordano nessun momento, nessuna persona. E per fortuna, perché è forse questo a renderlo ancora più prezioso.
È uno degli intoccabili dell’ipod quando devo fare qualche viaggio, soprattutto di ritorno, quando voglio rilassarmi e abbandonarmi alla stanchezza.
Ci sono alcuni pezzi, come “First Song For B” (dall’album What Will We Be), che definisco solenni, spirituali come le preghiere.
Ci sono, però, anche pezzi più ritmati e su cui è impossibile non scatenarsi come, forse tra le più note, “Feel Just Like a Child” (dall’album Cripple Crow).
Durante il Wired Next Fest Banhart ha incantato tutti, davvero tutti, parlando di “beauty” e spiegando un po’, anche se mai abbastanza, i suoi disegni sul palco. Un viaggio nel suo mondo onirico illustrato conclusosi con un piccolo show acustico costellato di vecchi brani a richiesta del pubblico.
Momento di raccolta totale, silenzio in sala, proprio come l’omelia dei preti durante le messe, se vogliamo continuare con le similitudini.

Sulla pagina facebook di Wired Italia è possibile vedere il video dell’evento, l’intervista e lo showcase, che ovviamente consiglio di guardare.
Raccoglietevi, apritevi e gustatevi un momento spirituale.
Il 23 Settembre uscirà il nuovo album di Banhart, Ape in Pink Marble, e io non vedo l’ora.
Intanto, su Spotify si può ascoltare l’ultimo disco Mala del 2013 e, perché no, anche quelli precedenti.

Reach out and touch faith.

http://www.wired.it/

© Giorgia Bandi

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