Florence and the Machine | Unipol Arena | 17/03/2019

Florence and the Machine | Unipol Arena | 17/03/2019

Ormai i concerti di Florence Welch sono delle vere e proprie apparizioni.
Sono passati due anni dall’ultimo concerto ma quando si palesa sul palco con i suoi abiti leggeri e i piedi scalzi riesce sempre a incantare, creando un’atmosfera magica come pochi sono in grado di fare.

Siamo arrivate tardi grazie a una serie di sfortunati eventi, ma è bastato lo spegnersi delle luci a farci dimenticare ogni fastidio.
In un attimo le luci colorate che si sono accese sulle note di "June" hanno lanciato l’Unipol Arena di Bologna su un altro pianeta.

ph. © Francesca Ciavarella

Un concerto forse più intimo dei precedenti, proprio perché più intimo l’album “High as hope” nel quale la cantante inglese ha messo sul tavolo tutte le sue fragilità.
C’è molto coraggio nel cantare canzoni come "Hunger" che racconta dei problemi adolescenziali di anoressia davanti a tutte quelle persone, c’è tanta forza a parlare delle dipendenze con pezzi come "Ship to wreck".

C’è il sold out, siamo lontanissime dal palco e non vediamo quasi nulla, ma la voce di Florence è così perfetta e potente da farci soprassedere anche sulla solita pertica di due metri che ci ritroviamo davanti.

Lei corre, salta e volteggia facendoci sentire parte di un qualcosa.

ph. © Francesca Ciavarella

C’è tanta emozione e più volte ci ringrazia per essere un pubblico molto caloroso. C’è un’atmosfera realmente positiva, specialmente quando l’eterea rossa di "South London" ci chiede di “fare una cosa che può sembrare strana”: mettere in tasca i cellulari e saltare tutti con lei sulle note della sempreverde “Dog days are over”.

Così fra tamburi, coriandoli, coroncine di fiori e bandiere arcobaleno ci stringiamo tutti insieme, parte di un sogno realizzato e di un’esperienza magica e autenticamente condivisa.

ph. © Francesca Ciavarella

C’è chi si commuove, chi canta a squarciagola, chi si abbraccia al grido di “Hold on each other” e chi si carica le proprie paure sulle spalle e balla, perché alla fine è sempre buio prima dell’alba ma la luce arriva sempre.

E allora anche stavolta usciamo dopo un saluto con una versione da brividi di “Shake it out”, pieni di vita e gratitudine verso chi la musica la sa far arrivare fin giù nel profondo. Con la fatica sulla gambe che hanno ballato e saltato per due ore di musica e condivisione. Usciamo meno intolleranti verso gli altri e più predisposti a volerci bene come individui tutti uguali. Oltre le diversità e oltre tutto.

A presto Florence and The Machine, al prossimo sold out.

Scaletta:

1. June
2. Hunger
3. Between Two Lungs
4. Only If For a Night
5. Queen Of Peace
6. South London Forever
7. Patricia
8. Dog Days Are Over
9. Ship to Wreck
10. Moderation
11. Sky Full of Song
12. Cosmic Love
13. 100 Years
14. Delilah
15. What Kind of Man
16. Big God
17. Shake It Out

ph. © Francesca Ciavarella

© Giulia Cristofori

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