Game of Thrones 8 | Premiere

Game of Thrones 8 | Premiere
Game of Thrones 8 | Premiere

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Ah, il trono di spade.
Segue un sospiro.

**** contiene spoiler ****

Due anni fa, l’attesa che si prospettava sembrava inaffrontabile. Ci avevano lasciato in balia di noi stessi con un drago dagli occhi blu che sputava ghiaccio. Ci avevano lasciato con un pugno di teorie come unica speranza e un “non c’è neve e finché non c’è neve non possiamo girare”.
La guerra fra quel folle di George R. R. Martin e quei folli degli autori per avere un finale più sconvolgente possibile era ormai innescata, come una fiammella su una distesa di altofuoco.
Insomma, parliamoci chiaro: GoT è diventato una moda e in questi giorni non si parla d’altro. Le fazioni di chi lo ama contro chi lo odia non ci interessano minimamente e non ci nascondiamo dietro un ago: noi “Game of Thrones” lo amiamo e ne siamo soggiogati.
L’adrenalina di un paio di giorni a schivare gli spoiler ci ha accompagnato alla tanto attesa e sofferta visione di questa premiere dell’ottava e ultima stagione.
Siamo a Winterfell, dove si attende il ritorno di Jon Snow e tutti gli eserciti che è riuscito a raccattare per combattere gli estranei.
Sono tutti lì ad aspettare ed è evidente che quando arriva la coppietta Black and White (Jon e Daenerys) scortata dall’esercito degli immacolati, con tanto di draghi svolazzanti e dothraki al seguito, si crea subito un clima di astio. Sansa non apprezza la non pervenuta simpatia di Daenerys-figlia-della-tempesta-allevata-a-pane-e-stronzaggine e non perde occasione per farlo notare.


Ci sono un sacco di reunion in questa puntata, prima fra tutte l’agognato abbraccio fra Arya e Jon che non si vedevano dalla STAGIONE UNO. Lei è diventata un ninja, lui uno zerbino.

Tyrion e Sansa che non si vedevano dai tempi in cui lei aveva dovuto sposare Joffrey e anche qua i personaggi sono evoluti: lei da gatta morta a fredda regnante che sta prendendo spessore, lui da intelligentissimo a ingenuotto “Ma Cersei ora ci aiutaaaaaa”. Crediamoci sì sì.

Parallelamente abbiamo i Greyjoy con Euron che si fa Cersei perché, detto fra le righe, o sta con lui o si attacca al tram siccome ha smerdato un po’ tutti a partire da Jaime e non ha né eserciti né draghi e la reunion Theon-Yara, sovrani dell’inutilità in questa puntata che però probabilmente ci saranno utili in qualche modo in futuro.


Insomma si cercano di stringere alleanze, mentre in realtà si stanno iniziando a sgretolare quelle che sembravano risolutive. Daenerys diventa sempre più stronza e raggiunge l’apice quando dice a Sam di aver arrostito i suoi familiari perché avevano deciso di non inginocchiarsi: è in questo preciso istante che tutto l’amore e il fomento che ci aveva scatenato con quel primo “Dracarys” si sgretola come la barriera. Allora, quasi per ripicca, Sam va da Jon e gliel’appoggia piano: “sei l’erede del trono di spade, figlio di una Stark e di un Targaryen”.

Sam (spinto da Bran che inizia a diventare veramente più inquietante dei White Walkers) dà in mano al nostro zerbino preferito una chiave di volta grande come una casa per spingere il nostro stolto amico a dire alla zia-fidanzata “ehi guarda che abbiamo lo stesso cognome quindi vola basso con quei draghi che non ce l’hai d’oro a quanto pare”.


Intanto arriva Jaime a Winterfell e incrocia lo sguardo di Bran: loro non si vedevano da quando il primo ha buttato l’altro giù da una torre perché lo aveva colto in flagrante a bombarsi la sorella.
Ci attendono momenti grandiosi tra i due, me lo sento. 
E niente, poi c’è la barriera dove Tormund & Friends trovano un bambino impalato dagli estranei come biglietto da visita che, a conti fatti, sembra aver scritto sopra: fate un po’ quel che volete, ma l’inverno ormai è arrivato e abbiamo pure un drago.
E mo?
E mo so cazzi, come se dice alla Cittadella. 

© Giulia Cristofori

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