Still Corners | live 20 aprile 2022

Still Corners | live 20 aprile 2022
Still Corners (live il 20 aprile 2022 – Circolo Magnolia Milano) 

di Simone Bachechi 

Tornano in Italia, questa volta con una unica data, gli Still Corners, il duo nato britannico e trasferitosi ormai in pianta stabile negli States, a Woodstock per l’esattezza, un luogo che musicalmente ha già una suggestione tutta sua. Il loro spostamento oltre oceano ha sicuramente influenza nei brani dei loro ultimi album che evocano le sconfinate grandezze, le strade vuote, i posti desolati e le solitudini dei deserti nordamericani. Greg Hughes, polistrumentista e produttore, nato e cresciuto negli Stati Uniti ai bordi dei deserti di Arizona e Texas e poi trasferitosi a Londra per seguire le sue aspirazioni musicali e Tessa Murray, la biondissima vocalist londinese dalla voce e le movenze eteree, saranno al Magnolia di Milano il 20 aprile prossimo per il tour legato al loro ultimo album, The Last Exit del 2021.
I due, conosciutisi casualmente nel 2009, sono cresciuti musicalmente sotto l’ala della Sub Pop Records di Seattle, arrivata alla ribalta con la nascita del grunge.

Gli ultimi esiti musicali degli Still Corners sembrano aver dato vita a un nuovo filone musicale etichettabile come musica del deserto. Il loro ultimo singolo Far Rider, del quale è da poco uscito l’affascinante e ipnotico videoclip, è: un’odissea nera del deserto, un brano dilatato allo spasimo, oltre sette minuti che evocano distanze, separazioni, lontananze.
Tessa Murray lo definisce così: «È una canzone sul partire, sull’abbandono, sull’amore perduto e sul trovare sé stessi da qualche parte durante il viaggio». Il tema del viaggio non è solo fisico ma anche interiore.

Le sonorità agrodolci dei loro brani suggeriscono suadenti ambientazioni oniriche e immagini in dissolvenza con un particolare tocco cinematografico ed evanescenti stratificazioni; i testi spazi sconfinati attraversati alla guida di un auto di notte, di tristi film e messaggi lasciati nel vuoto, di ultime uscite… The Last Exit è il titolo del brano che dà il nome a tutto l’album: «Non sono mai stato così lontano da casa, ti penso, ho guidato nell'oscurità, non ho una destinazione in mente, ed è un peccato che sia dovuto sparire, è l’ultima uscita».

Il duo britannico che può essere inglobato nel grande calderone del cosiddetto indie-rock o alternative-rock, ripropone oggi con la propria originalità i fasti della neopsichedelia e del dream-pop anni 80-90. Sotto l’influenza e le contaminazioni che il genere ha avuto su gruppi diventati loro malgrado mainstream nella grande ondata new wave e post-punk (The Cure e Siouxsie and The Banshees per esempio) mentre per rimanere più vicini ai giorni nostri gli Still Corners viaggiano assieme a gruppi ancora in piena attività quali Mazzy Star, The Clientele e The Beach House. Per comprendere l’influenza che gruppi come Cocteau Twins, veri e propri padri putativi del genere dream-pop, hanno avuto su Tessa Murray e compagno basterebbe ascoltare Down with Heaven and Hell una delle tracce contenute in Dead Blue il terzo album degli Still Corners: l’ecolalia della voce di Murray sembra la stessa dell’eterea voce di Elisabeth Fraser.

Quali che siano prestiti, influenze e etichette di genere da affibbiare al gruppo londinese la loro musica rimanda a ambientazioni on the road, epifanie, apparizioni, sogni e voci che fanno la comparsa lungo il viaggio. Sembra che il nome del gruppo derivi da un verso di Robert Frost che scopre la bellezza del deserto.

Le atmosfere in molti casi claustrofobiche e le ballate cupe e malinconiche del loro primo album del 2011 Creatures of One Hour, i ritmi sognanti e dilatati della loro seconda prova del 2013 con Strange Pleasures, all’interno del quale è contenuto quello che può essere considerato il loro brano manifesto, The Trip, una galoppata estatica di sei minuti: «Our hearts just won’t die, it’s the trip keeps us alive» canta Tessa Murray, virano al ritmo più incalzante e sincopato che contraddistingue Dead Blue il terzo album del 2016 che segna anche il loro passaggio dalla Sub Pop Records all’etichetta da loro fondata, la Wrecking Light Records. La loro libertà creativa se mai ce ne fosse stato bisogno trova ancora maggiore possibilità di espressione nei loro due ultimi album, Slow Air del 2018, un titolo che già richiama l’aria ferma e pesante dei deserti, e l’ultimo The Last Exit. Sono le chitarre avvolgenti di Hughes, le melodie ipnotiche dei synth, i languori country-western che sprigionano dalle tastiere, e la voce eterea e sensuale di Murray a segnare il percorso del duo che pare aver raggiunto la piena maturità.

Le sonorità sono sempre in equilibrio tra l’elettronica e l’acustica mentre i testi parlano di viaggi privi di meta, di senso di perdita, abbandono e desiderio, il romanticismo noir della loro musica l’ideale colonna sonora di un viaggio immaginario o meno e allora non resta che mettersi in cammino alla ricerca di “strani piaceri” perché «è il viaggio che ci tiene in vita» (The Trip) e incontrare gli Still Corners al Circolo di Magnolia di Milano il 20 aprile alle ore 21,30, the last exit.


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