#crunch53 | Claudia Plescia

#crunch53 | Claudia Plescia

"Spesso il male di vivere ho incontrato, l’ho salutato, e me ne sono andato." Lo Stato Sociale

Il mondo dell'illustrazione è abitato dalle personalità più disparate. Ci sono i mestieranti, coloro i quali si improvvisano disegnatori, i professionisti che sono riusciti a trasformare una passione un lavoro, quelli che vivono di fumetto, in tutte le accezioni che il verbo "vivere" possa includere, e quelli che SONO un fumetto.
Ebbene, in quest'ultimo caso l'incontro con le persone-fumetto è tra le esperienze più stranianti e dirette che si possano fare nel mondo dell'illustrazione. Le incontri e parlandoci sembra quasi di vedere dei balloon con le parole sulle loro teste. Se ne stanno lì con l'incoscienza di emanare colori e di avere già il destino segnato sul volto, tra le mani, nel portamento. Le vedi e capisci subito che "diamine, lui/lei DEVE disegnare".

Per il quadrato di oggi mordiamo l'arte della meravigliosa Claudia Plescia, giovane illustratrice marchigiana così fumettosa da lasciare non scie di profumo ma scie di colori, non ricordi ma disegni ad ogni angolo visitato. Così fumettosa e comunicativa da far uscire e tenere incagliate le idee tra i ricci della sua chioma, permettendo a chi la incontra di dire "diamine, Claudia DEVE disegnare".

L'abbiamo incontrata durante il Flash day organizzato da Dimensione Fumetto ad Ascoli, siamo rimasti incantati dai suoi colori e ne abbiamo approfittato per farle qualche domanda:

Ciao e benvenuta tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie  e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo? 
Ciao e grazie per avermi invitato a far parte dei morsi quadrati! Crunched è un nome troppo appetitoso, mi fa venire in mente la colazione con cereali croccanti immersi nel latte. Ma la domanda non era questa.
Disegno, credo, da quando ho memoria, ma disegno con l’intento di volerne fare una professione da quando ho iniziato a leggere i fumetti della Pimpa alla tenera età di sei anni. La scoperta del fumetto è stata sensazionale, pensavo fosse un’invenzione straordinaria e volevo farne parte anche io, volevo raccontare storie con i fumetti.

I tuoi lavori urlano un grande amore per l’illustrazione in tutte le sue tecniche, dal disegno a matita alla grafica digitale passando per l’acquerello. Qual è lo stile che preferisci e che pensi ti rappresenti meglio? Con che strumenti lavori di solito?
Mi piace sperimentare, sia nelle tecniche che nello stile, trovo che mantenersi flessibili e inclini alla trasformazione sia un ottimo modo per mettersi in gioco nell’illustrazione. Nonostante la forma mutevole, ci sono elementi che rimangono costanti e “riconoscibili”, sono necessari per non perdersi nella propria evoluzione. Nel mio caso si tratta del tono ironico con cui tratto ogni illustrazione.

Ultimamente mi sono affezionata ai pastelli blu e arancione per le strisce a fumetto, e le tinte piatte digitali per le illustrazioni.

Poco tempo fa hai partecipato al concorso di illustrazione indetto da Dimensione Fumetto "E se Dylan Dog fosse". La Giuria, formata da personaggi di fama internazionale tra cui David Messina e Sara Pichelli, ha selezionato e premiato il tuo lavoro tra i 64 partecipanti. La tua illustrazione vedeva Dylan dog nei panni di Mike, uno dei bambini di Stranger things. Quanto ti lasci ispirare da ciò che ti appassiona? C’è un autore, scrittore, artista in particolare che ha illuminato o illumina le tue opere, che ti stimola a mordere la vita? 
Sfortunatamente lascio in continuazione tracce delle cose che mi appassionano nei miei disegnetti, sono imprescindibili. Così non ho potuto evitare di fare qualcosa con la mia fissazione per Stranger Things, tanto meno posso lasciare indietro Gigi Marzullo, voce della mia coscienza notturna, le sue interviste sono fonte d’ispirazione costante per fumetti esistenziali semiseri. Ci sono molte figure nel mio pantheon di autorevoli personaggi, tra tutti Tuono Pettinato, per i suoi fumettini brillanti e spigliati, Rebecca Sugar, per l’innovazione e la morbidezza di Steven Universe, e Taiyo Matsumoto, i suoi fumetti sono sconvolgenti per profondità e semplicità.

Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni? 
La musica è una presenza imprenscindibile.
Mi aiuta ad entrare in un certo mood a seconda di cosa devo realizzare (o da cosa mi devo isolare, la distrazione è dietro l’angolo). Spesso ha una funzione terapeutica, un filtro tranquillante tra la realtà e le illustrazioni.

Un classicone: Progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Il più imminente progetto futuro riguarda la tesi di diploma: è ancora in uno stato larvale, ma si tratta di un libro per ragazzi riguardante alcuni incredibili fatti a proposito della matematica. Inoltre ho da poco iniziato a lavorare con delle favole sonore per Clementoni, ho le mani in pasta.

In bocca al lupo Claudia e a presto! 

Puoi mordere l'arte di Claudia qui:
Tumblr: Claudia Plescia

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