#crunch234 | Daniele Zaggia

#crunch234 | Daniele Zaggia

“The sky is the daily bread of the eyes.”
Ralph Waldo Emerson


Ciao Daniele e benvenuto tra i morsi quadrati! 
Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo? 

I miei primi tentativi di disegno sono iniziati in adolescenza ma era solo una valvola di sfogo. Disegnavo più che altro teschi, la vera spinta che non si è più spenta è nata qualche anno dopo, ero molto appassionato di fumetti e inizialmente disegnavo copie di eroi dei fumetti Questo mi ha portato a frequentare la scuola del fumetto di via Savona, di cui ho sempre un bel ricordo, ma è proprio lì che grazie agli ottimi insegnanti del corso ho scoperto che altri autori legati in qualche modo al fumetto anche avevano carriere parallele. Alla fine ho seguito altri percorsi come la pittura e l’illustrazione


Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?

La frase che ho scelto mi ha riportato a un gesto fisico, l’idea iniziale era quella che il cibo fosse nutrimento e che il protagonista fosse esso stesso fatto di cielo, l’idea di un gesto fisico mi ha riportato al mio modo di  lavorare fatto di tratti molto forti, usando le matite che per me sono un’estensione delle mani e mi permettono di essere il più possibile parte del lavoro che sto realizzando.


Le tue opere si compongono di una varietà di tratti e colori che dai contrasti creano l’immagine. Scegli sempre una stessa palette prima di iniziare a disegnare o ti lasci guidare dall’ispirazione del momento?

Uso sempre una gamma limitata di colori massimo 4 o 5; in questo ultimo periodo ho scoperto l’importanza del bianco. In questo lavoro che vi presento ho dato spazio ad un’evoluzione e il risultato mi soddisfa molto, uso sempre giallo, bianco, un lilla o un rosso, blu, azzurro chiaro e un verde molto scuro o un nero.


C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?

Cerco di ritrarre volti che mi interessano, cercando di essere attuale in quello che voglio rappresentare ma non alla moda, metto sempre me stesso e il mio background culturale. Non devo essere belli ma mi devono dire qualcosa, attingo molto anche dalla musica e dal cinema ma non c’è cosa più bella quando si ritrae una persona esistente. Se magari mi richiedono un ritratto non posso scegliere ma devo essere comunque bravo ad esprimere qualcosa che possa sorprendere il committente, gli occhi sono tutto sono il centro.


I tuoi lavori sono abitati da una folla vastissima di volti e sguardi. Chi sono coloro che ritrai? Come scegli i tuoi soggetti?

L’autore che ha cambiato proprio il mio modo di intendere l’arte l’ho scoperto alla scuola del fumetto ed è Kent Williams, un maestro contemporaneo che riprende la strada di Schiele, altro mio grandissimo riferimento. Anche se nella mia maggior parte dei miei ultimi lavori è preponderante il volto, sto cercando di espandere il mio mondo illustrato con il corpo umano e le varie emozioni. Con la scoperta di Kent Williams ho allargato la mia ricerca famelica di immagini ad arte figurativa moderna e ho scoperto autori come Nicolas Uribe e Marco Mazzoni. Il lavoro di quest’ultimo mi ha fatto scoprire la forza espressiva e pittorica delle matite colorate che esprimo a mio modo, per la gamma cromatica o palette sicuramente hanno una grande importanza Edvard Munch e Van Gogh. Per quanto riguarda la scrittura non posso non citare Philip Dick e come libro Mody Dick.


Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?

La musica è sempre stata un parte importante della mia vita, una colonna sonora fatta più di suoni che di concetti e parole, quelle le cercavo nei libri che leggevo o nei film che vedevo. Non parto mai da una frase o da un suono ma certe canzoni entrano nel modo di pensare visivamente e con loro un certo mood che ti riporta a vedere o scegliere certi tipi di immagini che molte volte solo a guardarle sembrano parte di una canzone già sentita in passato. Quello che sento o vedo rimane sempre e mi porta a produrre immagini che mi rappresentano in pieno. 

Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?

Per i progetti futuri sto cercando di diversificare i miei lavori in varie direzioni, come già detto cercherò di lavorare sul corpo umano con una serie di lavori chiamati umanità varia. Come già detto nelle altre domande le arti visive sono un parte fondamentale del mio lavoro e dedicherò alcune mie illustrazioni al cinema: una specie di ritorno al passato perché farò delle vignette a modo di fumetto, un passo avanti nel mio lavoro. Parte importante ha anche la pittura che cercherò di riprendere lavorando su i miei volti.

Grazie Daniele e in bocca al lupo

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