Il cantico dell’ombra | Costanza Marana

Il cantico dell’ombra | Costanza Marana

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Si può raggiungere la Bellezza? Oppure è meglio soltanto sfiorarla, per non sciuparla?
Recensione di Paolo Perlini

Euridice non ama rincasare con la luce; vive in affitto in vicolo della Cuccagna, al primo piano, all’altezza degli sguardi dei curiosi. Il suo coinquilino è Franz, un musicista tedesco di cui sa ben poco e non conosce nemmeno il suono della sua voce, perché trascorre il tempo piegato su un piccolo clavicembalo.
A Euridice piace ascoltare la voce del venditore di caldarroste che la invita a seguire il vento, a farsi indirizzare dal sole e purificare dall’acqua. Ma lei preferisce l’ombra. Vuole «dimenticare il tempo e che il tempo si dimentichi di me. Voglio essere libera dal tempo».
Una sera, mentre è seduta sul sagrato di San Luigi dei Francesi nota un ragazzo dall’incarnato color dell’ambra e per la prima volta prova la voglia di essere vista: si chiama Sebastiano.

«Egli disse: "Tu sei il mio dover essere".
E così fu. Essi caddero insieme.»

Insieme vagano senza riposo, alla ricerca di un rifugio. Chiedono al Signore dei Ghiacci il quale nega ospitalità. Chiedono al Signore della Brughiera che fa altrettanto.
Euridice e Sebastiano sono il Senza Tempo e il Contingente, condannati a non porre mai fine al cammino e trovare pace.
Giocano ad entrare nei portoni altrui e rubano la fine delle giornate di chi vi abita. Corrono nei cortili, muovendosi negli androni come se fossero di casa, pur essendo estranei. Si comportano come due bambini che credono di essere gli unici al mondo. Spostano la posta, mescolandola nelle diverse cassette, immaginando la sorpresa dei proprietari il giorno seguente. Piccoli momenti in cui si ricordano che la vita è anche un gioco.
Un altro dei loro passatempi preferiti è ascoltare i dischi che Euridice ha ereditato dai nonni, perché dove finiscono le parole inizia la musica, che traghetta il pensiero, edifica un ponte d’etere verso l’intelletto.

Un giorno Euridice accompagna Sebastiano nella basilica di San Clemente, dove si può sentire l’acqua dormire…

Non lasciatevi ingannare, non si tratta di un romanzo fantasy. È un romanzo in cui l'attenzione principale è posta sull'eleganza e la precisione dello stile; è come un'esperienza musicale raffinata, simile a un concerto di musica classica dove ogni nota è calcolata per creare un'armonia profonda e una ricchezza che va oltre la semplice melodia. Ogni parola è scelta con cura e precisione, e l’autrice mira a creare un'atmosfera ricca e complessa.
Questo stile meticoloso e ricercato richiede di immergersi profondamente nella narrazione, di prestare attenzione ai dettagli e di apprezzare le sfumature linguistiche, proprio come un ascoltatore di musica classica si lascia trasportare dalle varie tonalità, ritmi e armonie.

«Un vero poeta suggella un patto e, inchinandosi al manto regale dei flutti, sottoscrive la sua promessa di non tradire mai la bellezza. Non tradire mai le confidenze del vento.»

Alla fine della lettura, come Euridice si scopre il senso dell’indefinito, di ciò che seppure non ha una consistenza concreta può esistere come ideale. Si capisce che la bellezza non deve essere raggiunta, ma immaginata e sfiorata con il pensiero. 
In fin dei conti, Icaro non volò alto per essere libero ma per vedere da vicino la bellezza del sole. E finì bruciato.

Titolo: Il cantico dell’ombra
Autrice: Costanza Marana
Casa editrice: Armando edizioni
Pagine: 88
Pubblicazione: 2023

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