Il tempo del cinema | Lucio Dell’Accio

Il tempo del cinema | Lucio Dell’Accio

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Un romanzo di formazione stratificato in cui le ambizioni e la curiosità di un giovane regista incontrano la Storia e i personaggi del Novecento
Recensione di Chiara Bianchi

Lucio Dell’Accio, regista e scrittore, ne Il tempo del cinema pubblicato da Giovane Holden Edizioni, lascia la parola ad Alessandro Montieri, giovane regista in cerca di affermazione. In cerca di un soggetto per il suo film, viene sedotto e affascinato dalla figura carismatica e sedicente di Capo Cervo Bianco, principe nativo indiano, che in realtà si chiama Edgar Laplante: genio impostore del Ventennio fascista. È un personaggio controverso come il periodo storico in cui vive. Indossa la camicia nera, diventando icona della propaganda fascista. Alessandro durante le sue ricerche, sbobina pellicole, apprendendo che molte nobildonne sono state ingannate dal fascino misterioso di Capo Cervo Bianco, nel suo abito indiano. Il suo passaggio in Italia si sovrappone alla vicenda dell’omicidio di Matteotti e resta nebuloso il suo incontro con Mussolini in persona. 

Alessandro vuole farne un film. Alla ricerca di pellicole che documentino quel personaggio, si ritrova a Parigi e poi a Lisbona. Siamo alla fine degli anni Novanta. Il regista sembra trasformarsi in un detective, ossessionato da quella figura. Forse per colmare il vuoto lasciato da Francesca, con la quale ha chiuso una relazione difficile a Roma, Alessandro si ritrova a ricominciare una storia d’amore con Véronique. Un personaggio chiave per la sua crescita professionale, perché lei gli dà l’occasione di conoscere il mondo del cinema delle origini. E, a insegnargli a guardare il cinema da una nuova prospettiva, c’è poi Inácio e l’arte della proiezione a Lisbona.
Il viaggio intrapreso da Alessandro non ha il solo scopo documentaristico, ma attraverso le persone che incontra costruisce un nuovo e personale immaginario del cinema cercando il coraggio di prendere nuove strade, lasciandosi alle spalle le esperienze negative, scegliendo di vivere una nuova stagione della vita. 

La scrittura di Dell’Accio è lineare, con picchi aulici nelle descrizioni degli ambienti. Trascina nella storia questo suo modo di mettere il lettore accanto al narratore, come in un racconto orale, in cui la memoria di quanto accaduto s’intreccia con la Grande Storia. 

Fingevo il ritorno a casa, ma il mio viaggio non era finito, e la ragione non era la storia dell’indiano, forse non era nemmeno quella pellicola rubata. Tornare a Roma non aveva nessun senso, era uno sbaglio che avrei pagato, avrei incontrato gli stessi spettri, che non si erano ancora dissolti, che non avrebbero svelato inganni perché erano loro l’inganno.



Autore: Dell'Accio Lucio
Titolo: Il tempo del cinema
Editore: Giovane Holden Edizioni
Pagine: 184
Pubblicazione: 2023



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