Poco mossi gli altri mari | Alessandro della Santunione

Poco mossi gli altri mari | Alessandro della Santunione

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Un romanzo nostalgico sulla famiglia e la ricerca di quella cosa a cui apparteniamo. Un romanzo per esorcizzare i lutti: di persone, di case, di ideali.
Ce ne parla Maria Teresa Renzi-Sepe

La famiglia di Poco mossi gli altri mari, più che una famiglia è una comune, un agglomerato di individui in cui la gerarchia, se c’è, è solo una questione anagrafica. È un ultimo baluardo di convivenza a stampo comunista o socialista (non è ben chiaro al protagonista stesso). Oppure, altro non è che la famiglia di tutti: ampia, opprimente come un gas. Che se fosse composta da decine di congiunti o da un paio di membri, non cambierebbe nulla; perché la famiglia, in Italia, è un organismo la cui presenza è costante. La famiglia è talmente tanto ingombrante che ne fa parte pure Dio, la cui morte viene pianta, nel romanzo, come quella di un parente, soprattutto dai più anziani. In particolare, da zio Mario, un tuttofare filosofo, che pensa che la vita sia un sistema di autogestione del dolore di Dio. Ma andiamo avanti. 

Questo esordio di Alessandro della Santunione, edito da Marcos y Marcos, è composto da 44 brevi capitoli di tre o quattro pagine che ci inseriscono – a volte efficacemente, altre meno – nelle dinamiche di questa famiglia emiliana. La prosa è fitta di digressioni discorsive e si ha l’impressione che il protagonista, narratore in prima persona, sia uno che non la smette mai di parlare. Un logorroico dolcemente ironico.

Ci sono alcuni momenti vividi, scatti di vita in provincia che riguardano le nonne o gli zii di tutti di noi – quelli che ci sembra siano campati troppi lustri – e che l’autore mette bene a fuoco. Meno spazio hanno madri e padri, che forse sono sempre i più difficili da raccontare. Le relazioni descritte da Alessandro Della Santunione sono dilatate in maniera compromettente, ma mai definitiva: dalla routine, dal lavoro, dagli altri. Tutto cambia nel mondo esterno, però le dinamiche di quel mondo interno famigliare no, al massimo ci si rimodella su di esse. E alla fine, i personaggi di Poco mossi gli altri mari la amano così tanto questa famiglia – qualsiasi cosa voglia dire “amare” – che per lei sono capaci persino di riesumare la Festa dell’Unità e farla in cortile.

Questo è un romanzo che guarda al passato e si chiede cos’è che abbiamo sbagliato, interrogandosi anche sul significato stesso della nostalgia e se ci serva veramente. Più che una storia famigliare, è una raccolta di pensieri sulla ricerca di quella cosa a cui apparteniamo. Un romanzo per esorcizzare i lutti: di persone, di case, di ideali. 

«Ma è sempre così nelle famiglie, a qualcuno dicono che è grasso a un altro che è troppo magro. Per non parlare di quelle in cui ti dicono che sei stupido o pensano che tu abbia sempre bisogno di qualcosa o mai bisogno di niente, sono parole che ti segnano. Famiglie così sono dei baracconi da luna park, come quelle case da brivido, piene di specchi deformanti, dove prendi paura di te stesso anche se sei bello o hai un modo di ridere come quello di mia sorella.»



Titolo: Poco mossi gli altri mari
Autore: Alessandro della Santunione
Editore: Marcos Y Marcos
Pagine: 160
Pubblicazione: 15 febbraio 2023

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